The Dead Daisies – Holy Ground

Il 25/01/2021, di .

Gruppo: The Dead Daisies

Titolo Album: Holy Ground

Genere: ,

Durata: 49 min.

Etichetta: SPV

Distributore: Audioglobe

76

Nel nostro lavoro di recensori si parla spesso della personalità di una band o di un artista e una delle cose che più di frequente senti nelle interviste è come il genere finale proposto da una band sia – idealmente – un equilibrato mix di tutti gli elementi (e quindi degli artisti) in gioco. Beh, frasi forse un po’ fatte e non sempre specchio della verità, ma che nel caso dei The Dead Daisies “Mark 2021” non potrebbero essere più veritiere. Sono andati infatti via Corabi e Mendoza – gente peraltro amatissima dal pubblico – e al loro posto è entrato Mr. Glenn Hughes, dando vita così a uno scambio che sa quasi di fantacalcio, vista la caratura dei nomi coinvolti.

E quindi, vi chiedete, è cambiato qualcosa nel sound dei TDD, dopo questo importante innesto? La presenza di un ingrediente saporito e forse addirittura coprente come il nostro ‘The Voice Of Rock’ ha cambiato il gusto della pietanza? Certo, potete scommetterci. Il sound di questo ‘Holy Ground’ è più pesante, più martellante, più groovy rispetto a quanto sentito nei quattro precedenti lavori pubblicati sotto al floreale monicker. Basta l’ascolto dei primi due brani per accorgersene: ‘Holy Ground’ e ‘Like No Other’ sono due perfette immagini del “nuovo corso”: potenti nei suoni della batteria, groovy nelle grasse linee di basso, sferraglianti quando si tratta dei riff o degli assoli di un Aldrich senza freni… in una sola parola: heavy. Già, heavy rock più che hard rock, una differenza sostanziale, che supporta alla perfezione il maggior istrionismo vocale di Hughes, davvero in palla su questi due episodi. Esplosività e tiro sono anche le caratteristiche della coppia di canzoni successiva, con la prima – ‘Come Alive’ a rappresentare il lato americano della band e ‘Bostle &a Flow’ a parlarci invece di importanti radici bluesy. Il riffing gonfio, gravido, di Aldrich insiste con il peso di un martello da fabbro anche nei passaggi successivi vestendosi però di ritmi diversi: se a dominare su ‘My Fate’ sono tempi lenti e accordi quasi “pestati” con violente plettrate, sulla più nella ‘Chosen And Justified” troviamo invece ritmi più veloci e un approccio più frizzante. La corsa non si interrompe nemmeno dopo la metà dell’album, con la cover degli Humple Pie ’30 Days In A Hole’, ‘Unspoken’ e ‘Righteous Day’ a portare avanti un discorso ancora una volta fatto di riff massicci e linee vocali tipiche dello stile di Hughes, i due elementi portanti che in questi tre passaggi appena citati si fondono in maniera davvero mirabile. Chiude il lavoro il pezzo più atipico, ‘Far Away’, una composizione che non trova spazio idealmente nel pentagramma di Black Country Communion o The Dead Daisies ma in quello di Coverdale e del celebre Serpente Bianco.

Se eravate curiosi di scoprire come la personalità di Hughes si sarebbe sposata alla miscela sonora di Lowy e soci, non temete! ‘Holy Ground’ è qui per dimostrarvi che quando l’alchimia è quella giusta, non bisogna aver paura di cambiare le carte in tavola. Anzi, a volta il rinnovamento è proprio quello che serve alla nostra musica…

Tracklist

01. Holy Ground (Shake The Memory)
02. Like No Other (Bassline)
03. Come Alive
04. Bustle And Flow
05. My Fate
06. Chosen And Justified
07. Saving Grace
08. Unspoken
09. 30 Days In A Hole
10. Righteous Days
11. Far Away

Lineup

Glenn Hughes: vocals, bass
David Lowy: guitars
Doug Aldrich: guitars
Deen Castronovo: drums