Morkvind – Undergang

Il 21/04/2021, di .

Gruppo: Morkvind

Titolo Album: Undergang

Genere:

Durata: 21 min.

Etichetta: Cult of Parthenope

85

In primis devo mettere le mani avanti perché, se mi permetto il paragone, è solo in quanto mi considero parte della categoria in causa. Di fatto, in occasione di numerosi ascolti in campo black, mi capita di riflettere sul fatto che gli amanti del genere sono un po’ come i bambini in quell’età particolare in cui, per addormentarsi, hanno bisogno di sentire sempre la stessa favola tutte le notti. Una favola le cui ripetizioni non ci annoiano mai, al contrario ci confortano, ci fanno sentire rassicurati di quella visione del mondo in cui, nel lieto fine, regnano incontrastate gelo e oscurità. C’è da dire che il mercato discografico tende ad assecondare questa tendenza alle produzioni dogmatiche.
L’EP ‘Undergang’ della one-man-band svedese Morkvind, in uscita presso Cult of Parthenope, si inserisce in pieno nella categoria delle fiabe nere. A due anni dal debutto ‘Det Ar Bara Oss’ la creatura selvaggia, alle cui redini resta avvolta nelle nebbie la figura di Vindur, cavalca attraverso i territori noti del black di matrice classica: feroce, gelido, abrasivo, atmosferico quanto basta. Ciò che spicca, al contrario, è la maestria con cui Vindur riesce a fare confluire influenze di gruppi recenti quali Drudkh e Mgla entro traiettorie incise nel marmo ancestrale dei monumenti oscuri del genere, ‘The Shadowthrone’ e ‘Transilvanian Hunger’ su tutti. In particolare gli arrangiamenti oscillano dalle derive funeree degli Hagl alle dissonanze più moderniste dei Khold, per poi lasciare il posto ad accelerazioni imbastardite di Thrash in perfetto stile Carpathian Forest. Il tutto miscelato fino alla perfetta integrazione di classico e moderno, rabbia e atmosfera, cliché e identità. Nell’arco di 4 brani ‘Undergang’ sintetizza le radici storiche del black con le profezie genetiche delle sue mutazioni latenti, senza mai perdere di vista la coerenza nucleare che ne tiene assieme le ossa putride della struttura stilistica. in proposito, un plauso alla produzione che ha saputo valorizzare la natura ferale ma nel contempo ricercata dell’EP. Come accennavo in apertura, sempre la stessa favola perversa che non ci si stufa mai di riascoltare.

Tracklist

1. Liv
2. Undergång
3. Fråga Pulvret
4. Död

Lineup

Vindur: all instruments, vocals, lyrics