Deep Purple – Turning To Crime

Il 28/11/2021, di .

Gruppo: Deep Purple

Titolo Album: Turning To Crime

Genere: , ,

Durata: 50.02 min.

Etichetta: earMusic

Distributore: Edel

85

Il primo disco interamente composto da brani incisi da altri artisti, arriva quasi a sorpresa dopo il buon successo commerciale e di critica del precedente ‘Whoosh’, l’album che ha portato i Deep Purple a esplorare la vetta delle classifiche di mezzo mondo.
Siamo di fronte a un disco che ricorda molto da vicino ‘Blue & Lonesome’ degli Stones, ossia una raccolta di cover, suonata col cuore prima ancora che con gli strumenti e quando ci sono i Deep Purple in stato di grazia, il risultato è pressoché scontato.
Gia’ dall’iniziale ed esaltante ‘7 And 7 Is’, scelto dalla band come singolo apripista, si cavalca l’onda del retrò di buon gusto, dove ogni pezzo del puzzle è sistemato al posto giusto e il divertimento è assicurato. Ian Gillan, nonostante i settantasei anni che porta alla grande, ha ancora voce da applausi, mentre il resto della band lo accompagna e lo asseconda come se avesse il pilota automatico inserito dall’alto di una classe e tecnica cristallina.
Si spazia tra diversi generi musicali e tra una collezione di piccole gemme musicali, composte da artisti di prima fascia, tra cui Bob Dylan, Fleetwood Mac, Cream, Little Feat, Love e risuonate col piglio del fuoriclasse dagli inossidabili maestri dell’hard rock inglese.
Se ‘Oh Well’ dei Fleetwood Mac è un inno rock di grande presa, in cui il lavoro di Don Airey all’Hammond e Steve Morse alle chitarre oltre a essere base portante del brano è anche valore aggiunto, il rock ‘n’ roll di ‘Jenny Take A Ride’ e ‘Rockin Pneumonia And The Boogie Woogie Flu’ con tanto di accenno pianistico del riff di ‘Smoke On The Water’, è divertimento allo stato puro.
Il brano che meno convince è probabilmente il più famoso del lotto, ‘White Room’ dei Cream, che si fa preferire nella versione originale, ma è un piccolo dettaglio che esula dalla bellezza di un disco che stupisce per la varietà di stili proposti. Si va dal blues classico di ‘Watching The River Flow’ di Dylan, al Mississippi sound di ‘Dixie Chicken’, alle big band degli anni anni cinquanta, che fanno capolino in ‘Let The Good Times Roll’, originalmente incisa di Ray Charles.
Una citazione particolare vorrei spenderla per Don Airey, il vero deux ex machina del rinnovato e rinverdito sound dei vecchi leoni di ‘Machine Head’ e per il produttore Bob Erzin, per avere confezionato con sonorità attuali, brani datati.
È un album nato per caso durante il lockdown dello scorso anno, di puro divertimento per questi inarrestabili e indomabili musicisti e noi per puro divertimento ce lo godiamo dalla prima all’ultima traccia, sperando di assaggiarne qualche frammento nel tour mondiale del prossimo anno, che passerà anche dalle nostre parti.

Tracklist

01. 7 And 7 Is
02. Rockin’ Pneumonia And The Boogie Woogie Flu
03. Oh Well
04. Jenny Take A Ride!
05. Watching The River Flow
06. Let The Good Times Roll
07. Dixie Chicken
08. Shapes Of Things
09. The Battle Of New Orleans
10. Lucifer
11. White Room
12. Caught In The Act

Lineup

Ian Gillan: vocals
Roger Glover: bass, keyboards backing vocals
Steve Morse: guitars, nacking vocals
Don Airey: keyboards
Ian Paice: drums