Celtic Frost – Danse Macabre

Il 28/10/2022, di .

Gruppo: Celtic Frost

Titolo Album: Danse Macabre

Genere: ,

Durata: 180 min.

Etichetta: Noise / BMG

90

Dev’essere proprio l’annata. O il periodo storico, aggiungeranno i più maliziosi. Fatto sta che poco dopo aver recensito la mastodontica raccolta dei primi anni dei Venom tocca ora a un’altra band fondamentale per le basi del Rumore Nero, i Celtic Frost. Coincidenza per coincidenza, ne avevo risentito tutta la discografia da poco, un esercizio di ascolto che surroga tuttora quello di molti di quegli ensemble che si definiscono “avantgarde” solo per aver inserito qualche timida variazione sul tema del canovaccio extreme metal… ecco, leggendo contestualmente le gesta che dai seminali Hellhammer hanno portato ai Celtic Frost, con tanto di Priestly licenziato perché aveva accompagnato la mamma a fare shopping, un interrogativo mi è serpeggiato in testa: chissà come sarebbe stato frequentare il signor Fischer e la sua cricca, ai tempi. Intendiamoci, l’artista conosciuto come Tom G. Warrior è persona cordialissima, come ho potuto apprezzare in occasione di una lunga intervista rilasciata un paio di anni fa; ma qui parlavo di come poteva essere all’epoca: sicuramente un ragazzo introverso, in cui il genio puro e semplice andava a fagocitare qualsiasi altra sfaccettatura dell’umano, sia nel momento in cui in quelle cantine svizzere si faceva la Storia del black metal, sia nelle sperimentazioni che susciteranno l’ira funesta (e fondamentalmente cieca) di Bernard Doe su Metal Forces, sia nella svolta inopinatamente rinnegata della pietra dello scandalo ‘Cold Lake’ e della toppa-che-è-peggiore-del-buco di ‘Vanity/Nemesis’, almeno a sentire alcuni soloni della Rete dei giorni nostri.
Che poi, è proprio grazie a ‘Cold Lake’ se si è scoperto che anche l’intro di ‘Morbid Tales’ si chiamava ‘Human’: sì, proprio quell’urlo di anime dannate che verrà mutuato pai pari da Andersson e soci su un altro disco fondamentale, ‘Left Hand Path’ degli Entombed. Ma mi rendo conto che le divagazioni sono tante, davanti a un’opera di questo volume e di questo calibro. Prima di proseguire oltre, il paziente lettore deve sapere che su ‘Danse Macabre’ si trovano tutte le registrazioni realizzate dai Celtic Frost tra il 1984 e il 1987: quindi, sotto con l’impatto dirompente e zeppo di pezzi fondamentali di ‘Morbid Tales’, con l’allargamento degli orizzonti targato ‘Emperor’s Return’, con gli incubi gigeriani e ciclopici di ‘To Mega Therion’ e con ‘Into The Pandemonium’, il genio fatto album, ma anche con gli EP ‘I Won’t Dance’ e ‘Tragic Serenades’ (che vide il ritorno all’ovile di Martin Eric Ain, sostituito sulla Grande Bestia da Dominic Steiner), fino alla ristampa del 7″ ‘Visual Aggression’ e alle immancabili chicche magari note agli aficionados stretti ma qui doverosamente riportate. A partire dalle ‘Grave Hill Bunker Reharsals’ con l’inclusione di ‘Messiah’ degli Hellhammer, fino a quella formidabile outtake di ‘Emperor’s Return’ che risponde al nome di ‘Journey Into Fear’ e alla jam in studio di ‘Return To The Eve’, impreziosita dal gelido e terrificante inserto vocale di Claudia-Maria Mokri, un fattore che si dimostrerà decisivo nelle fasi più avanguardistiche della band. Entrambi gli estratti, va detto, troveranno posto nella raccolta ‘Parched With Thirst Am I And Dying’, all’epoca un vero toccasana per chi (come me) si avvicinava al variegato mondo del Gelo Celtico.
Insomma, riascoltare quanto fatto dai Celtic Frost nei loro anni di massima espressione artistica non è altro che cibo per la mente; come tale, la mente va nutrita spesso e bene. Quindi, citare i momenti più significativi di una carrellata poderosa come questa è ovviamente riduttivo, ma rende l’idea di quel sentire personale che è inscindibile dalla pratica recensoria: oltre agli episodi già menzionati, l’ascoltatore affine al sottoscritto troverà giovamento dalla pesantezza di ‘Dethroned Emperor’ ma anche dalla rozzezza di ‘Nocturnal Fear’, laddove la macabra e pomposa processione sottolineata dai fiati di ‘Innocence And Wrath’ e ‘Necromantical Screams’ sarà impreziosita dalle tre velocità di ‘Jewel Throne’ (su cui si staglia un cantato che farebbe drizzare più di un orecchio ai rappers di Harlem…) e dai timpani solenni di ‘Dawn Of Meggido’; per non parlare di ‘The Usurper’ e ‘Circle Of The Tyrants’, che giocano in un campionato tutto loro. Per parlare del materiale presente su ‘Into The Pandemonium’, poi , ci vorrebbe un trattato a parte, perciò rimando l’ascoltatore alla sola prima parte del Requiem, poi ripreso e completato nel corso dei decenni successivi. Poi mi dico che è inutile chiedermi perché ho sempre pensato che Celtic Frost, Voivod e Mercyful Fate fossero di un livello superiore in tutto e per tutto… non mi resta che attendere beckettianamente la seconda parte di un’opera che non arriverà mai, magari con il nome ‘The Heart Beneath’, con dentro tutte le pietre dello scandalo di cui sopra e magari il disco progettato a inizio anni ’90 e mai uscito – sì, lo so che le due inedite non erano esaltanti, ma almeno la seconda aveva il merito di anticipare il titolo del nuovo progetto del nostro Warrior preferito. E poi, sognare non costa nulla…

Tracklist

Disc 1
01. Human (Intro)
02. Into the Crypts of Rays
03. Visions of Mortality
04. Dethroned Emperor
05. Morbid Tales
06. Procreation (Of the Wicked)
07. Return to the Eve
08. Danse Macabre
09. Nocturnal Fear

Disc 2
01. Morbid Tales (1984 Rehearsal)
02. Messiah (1984 Rehearsal)
03. Procreation (Of the Wicked) [1984 Rehearsal]
04. Nocturnal Fear (1984 Rehearsal)

Disc 3
01. Innocence and Wrath
02. The Usurper
03. Jewel Throne
04. Dawn of Meggido
05. Eternal Summer
06. Circle of the Tyrants
07. (Beyond the) North Winds
08. Fainted Eyes
09. Tears In a Prophet’s Dream
10. Necromantical Screams
11. Return to the Eve (1985 Studio Jam)

Disc 4
01. Mexican Radio
02. Mesmerized
03. Inner Sanctum
04. Tristesses de la Lune
05. Babylon Fell (Jade Serpent)
06. Caress Into Oblivion (Jade Serpent II)
07. One In Their Pride (Porthole Mix)
08. I Won’t Dance (The Elders’ Orient)
09. Rex Irae (Requiem)
10. Oriental Masquerade
11. Sorrows of the Moon
12. The Inevitable Factor
13. In The Chapel, In The Moonlight (The Collector’s Celtic Frost)
14. One In Their Pride (Re-Entry Mix)
15. The Inevitable Factor (Alternate Vox)

Lineup

Thomas Gabriel Warrior: vocals, guitars
Martin Eric Ain: bass guitar
Dominic Steiner: bass guitar
Stephen Priestly: drums
Reed St. Mark: drums, percussion
Claudia-Maria Mokri: additional vocals