Threshold – Dividing Lines

Il 18/01/2023, di .

Gruppo: Threshold

Titolo Album: Dividing Lines

Genere:

Durata: 64 min.

Etichetta: Nuclear Blast

85

E’ sempre interessante seguire la carriera di una band come i Threshold. Da sempre tra le seconde file del progressive metal mondiale – sotto cioè come popolarità a Dream Theater, Fates Warning e Symphony X ma sopra a combo meno noti come Enchant, Poverty’s No Crime e Shadow Gallery – la band britannica  ha sempre sfornato lavori degni di not; una serie di album cioè sempre buoni, alternati ad alcuni ottimi e almeno un paio di eventi superlativi come ‘Hyphotetical’ e l’ultimo ‘Legends Of The Shire’. Ed è proprio con il secondo che troviamo le maggiori similitudini in questo ‘Dividing Lines’; disco che con gioia di molti vede ancora la ruvida (eppure asprignamente dolce) ugola di Glynn Morgan ad interpretare le sempre interessanti linee vocali della band.

“Il fratello maggiore più scorbutico e cupo di ‘Shires’”, così lo definisce il chitarrista Groom in una recente intervista, e dobbiamo ammettere che come descrizione ci potrebbe stare. Sound generale, soluzioni ritmiche e soprattutto i ricchi arrangiamenti di West rappresentano oramai un trademark per la band e sono quasi del tutto invariati rispetto all’album del 2018; a questo giro sono proprio le linee del bravo Glynn a portare l’album in una direzione volendo più malinconica e malmostosa. Mantenendo pur sempre una certo grip sull’irruenza di alcuni passaggi, in generale possiamo infatti dire che il cantato qui sia un po’ più appoggiato all’andamento etereo e pensoso di ‘Stars and Satellites’ o ‘The Man Who Saw Through Times’ che a pezzi più arrembanti come ‘Small Dark Lines’. Ed è proprio grazie a questa piccola sfumatura che l’album assume una sua identità precisa, richiamando come già detto l’album precedente, ma staccandosene in definitiva per approccio e mood. Brani diretti e urgenti comunque ce ne sono: il singolo ‘Haunted’ ad esempio parte con un riff di Groom bello teso sottolineato dal sodale West e mette in mostra la violenta ‘pacca’ di Jams sul rullante durante il ritornello; e così anche ‘Let It Burn’ rimane corta e dritta al punto, con un ritornello efficace e dal buon tiro. A piacerci di più nella prima parte del disco sono però quei momenti appunto più scuri e sfumati, come  ‘Hall Of Echoes’ –  pensosa e incerta – o ‘Silenced’, altro pezzo dal ritornello efficacissimo ma non per irruenza o concretezza. Le suite sono certo i momenti più attesi in un  disco prog e qui ne troviamo due, la conclusiva ‘Defence Condition’ (carina) e la splendida invece ‘Domino Effect’, che dimostra l’assoluta efficacia dei Nostri a non annoiare nemmeno con brani sopra gli undici minuti.   La seconda parte del disco continua il discorso esattamente come affrontato dalla prima parte, con una maggior propensione però all’aspetto come dicevamo prima caldo e malinconico.  L’ottima ‘Complex’ parte con un attacco che rimanda molto al periodo ‘Dead Reckoning’, ma si apre poi in un ritornello clamoroso, assolutamente non scontato nelle melodie, che l’ha subito spinta in cima alla nostra personale lista di gradimento dell’album. ‘King Of Nothing’ e ‘Lost Along The Way’ sono momenti più riflessivi e melodici, in cui atmosfera e emozioni hanno la meglio su urgenza e potenza, con poi la bella ‘Run’ a chiudere il trittico con un altro chorus azzeccato e facilmente memorizzabile.

Insomma, la qualità è tanta, e il disco non deluderà chi – come il sottoscritto – era rimasto incantato dal ritorno di Glynn Morgan e dalle atmosfere variegate di ‘The Legend Of The Shire’. Però, per coloro che invece cercano nel proprio ascolto anche una sottile e scura vena di malinconia, quest’album può sembrare addirittura meglio. Vero, l’aspetto puramente prog è stato un po’ accantonato, ma dobbiamo ammettere che le sensazioni provocate da Morgan come narratore non ci fanno davvero mancare questo aspetto.

Tracklist

01. Haunted
02. Hall Of Echoes
03. Let It Burn
04. Silenced
05. The Domino Effect
06. Complex
07. King Of Nothing
08. Lost Along The Way
09.Run
10. Defence Condition

Lineup

Karl Groom: guitars
Richard West: keyboards
Glynn Morgan: vocals
Johanne James: drums
Steve Anderson: bass