Redlight King – In Our Blood

Il 09/02/2023, di .

Gruppo: Redlight King

Titolo Album: In Our Blood

Genere:

Durata: 34 min.

Etichetta: AFM Records

70

Quarto disco per i Redlight King, quartetto originario di Hamilton, Ontario, devoto a un alternative rock al tempo stesso aggressivo e danzereccio. Si viene introdotti nel mondo di ‘In Our Blood’ con l’opener ‘Cold Killer’, dall’aggressiva intro cara a band come Billy Talent (guarda caso, anch’essi canadesi), salvo poi rallentare, quasi a non voler bruciare subito tutte le tappe, nonchè le qualità di questo lavoro: chi va piano, va sano e va lontano. E’ infatti una tracklist ricca quella che rappresenta quest’uscita, che già nella titletrack, posta in seconda posizione, ammalia l’ascoltatore, con un’accessibilità alternative cara a band come Manic Street Preachers e ritornelli un grado di rimanere in testa nell’immediato, mentre le introspettive ‘King Again’ e ‘Eye Of A Hurricane’, seppur più brevi, non rapiscono subito, ma crescono ascolto dopo ascolto, richiamando a sonorità care ai Jane’s Addiction. Con la ballad ‘Heavy Heart’ i Redlight King calano un asso, dato che nei suoi tre minuti e mezzo la traccia si lascia subito conquistare, avvolgendoci nella sua semplicità strumentale. E’ un pezzo acustico molto intimo, di quelli che si preferirebbe ascoltare all’interno di un piccolo pub, col camino acceso a lato del palco, immergendosi così in una dolce atmosfera amorosa, magari sorseggiando un buon cocktail. Si torna a muovere le gambe a tempo con la danzereccia ‘Raise The Dead’, mentre la rugosa ‘Paid Off’ mostra cenni di stoner rock, confermandosi sia come il pezzo più duro di ‘In Our Blood’, sia come quello più camaleontico, abile nell’abbinare a parti pesanti, improvvisi stacchi melodici. Da applausi. Ma non è, purtroppo, tutto oro quel che luccica, e in ‘End Of A Shotgun’ in sentore di “già sentito” comincia ad aleggiare nell’aria, anche se il suo difetto più grande è, forse, quello di essere troppo lineare, priva di quei guizzi ascoltati in chi la precede. Si muove su binari simili anche ‘Evil Lies’, nonostante sia più convincente e avvincente di ‘End Of A Shotgun’, mentre il finale regalato da ‘Do You Wanna Live’ e ‘My Execution’, purtroppo, alle mie orecchie non è sembrato voler sollevare le promettenti sorti di questo lavoro. Soprattutto nell’ultimo pezzo mi sarei aspettato un’esplosione, un qualcosa che chiudesse in bellezza il tutto: si è invece di fronte a uno degli episodi più lenti del disco, sicuramente piacevole, ma se posizionato al centro della tracklist, quasi a concedere una pausa all’ascoltatore (come ‘Heavy Heart’). Posto, invece, come fanalino di coda, purtroppo un pò di rammarico lo lascia.
Concludendo, ‘In Our Blood’, nei suoi trentaquattro minuti circa di durata, è un lavoro diretto, accessibile e piacevole: peccato per quel finale sia ripetitivo, che non di pari qualità rispetto ai primi sette brani della tracklist. Tuttavia, sfido chiunque oggigiorno a presentare un disco con almeno sette pezzi sopra la media. E poi chissà: magari quell’ultima parte che al sottoscritto ha convinto poco, a voi potrebbe piacere, quindi cosa state aspettando? Buon ascolto.

Tracklist

01. Cold Killer
02. In Our Blood
03. King Again
04. Eye Of A Hurricane
05. Heavy Heart
06. Raise The Dead
07. Paid Off
08. End Of A Shotgun
09. Evil Lies
10. Do You Wanna Live
11. My Execution

Lineup

Mark Kasprzyk: vocals, guitars
Julian Tomarin: guitars, backing vocals
Brian Weaver: bass
Mark Goodwin: drums