Darkthrone – It Beckons Us All

Il 13/05/2024, di .

Gruppo: Darkthrone

Titolo Album: It Beckons Us All

Genere: ,

Durata: 43 min.

Etichetta: Peaceville Records

78

C’è sempre un enorme fermento all’alba di una nuova pubblicazione dei Darkthrone. Assenti da due anni tornano con un disco che discosta dall’ultimo discutibile ‘Astral Fortress’ (trovate QUI la recensione) e riallaccia quanto lasciato in sospeso dall’ancora precedente ‘Eternal Hails’, decisamente più fresco e scorrevole all’ascolto. ‘It Beckons Us All’ è stato registrato agli Chaka Khan Studios ad Oslo, stessa location dei due album precedenti di cui completa la trilogia, ammesso che questo sia l’ultimo e si parli davvero di una trilogia. Un concentrato di Black/Doom che nulla aggiunge a quanto già scritto dalla band, del resto dopo trent’anni di carriera alle spalle sarebbe alquanto strano, ma riesce a risultare estremamente godibile con brani di carattere, in cui le soluzioni armoniche non troppo dilatate, ad eccezione dell’ultimo brano ‘The Lone Pines Of The Lost Planet’ della durata di oltre dieci minuti, polverizzano tutti i brani di ‘Astral Fortress’ e ci mostrano una band nuovamente capace di assestare colpi ben piazzati. Il filo che lega i due album, il nuovo ‘It Beckons Us All’ e il precedente ‘Astral Fortress’  è ‘Eon 3’, diretta prosecuzione di un percorso iniziato con ‘Eon’ nell’esordio ‘Soulside Journey’. ‘Howling Primitive Colonies’ abbraccia completamente il Doom che ad oggi pare essere l’unica via percorsa dai Darkthrone, e nei suoi abbondanti sei minuti ci riporta a soluzioni chitarristiche care ai Black Sabbath, fermo restando che la voce di Nocturno Culto mescola le carte in tavola e si torna al Black più arcigno dei Nostri. ‘Eon 3’ è il compimento di una trilogia e ne segna il punto più alto, mentre ‘Black Dawn Affiliation’ è un ritorno alle origini in cui il Black del titolo non è scelto a caso, a tratti si avvertono echi dell’album ‘Old Star’ che a proprio modo segnava un cambio di passo nel sound della band. ‘And In That Moment I Knew The Answer’ ha un sapore epico grazie al guitar solo ma sempre al Doom più dilatato si torna, senza particolari guizzi innovativi. Con ‘The Bird People Of Nordland’ migriamo ai Darkthrone d’annata, ritmica e vocals incalzanti, con chitarre distorte e doppia cassa martellante. Si tratta del brano più spinto del disco che con ‘The Heavy Hand’ torna a rallentare ma non a deludere, al contrario il pezzo spinge più sull’interpretazione vocale che non sulle parti ritmiche e armoniche. ‘The Lone Pines Of The Lost Planet’, come detto il brano più lungo del lotto, apre con un giro armonico che curiosamente ricorda ‘Siberia’ dei Diaframma, ma dubito che possano averli ascoltati e plagiati. Si tratta di un brano concepito per esplorare più territori contemporaneamente, il Doom certo, il Black anche, con una forte vena epica soprattutto in alcune parti di chitarra che sembrano doppiate con il preciso intento di risultare maggiormente impattanti pur mantenendo una linea melodica di tutto rispetto. Negli ultimi minuti troviamo una parte atmosferica che denota una spiccata personalità del duo nella ricerca di soluzioni nuove che possano unire il lato più oscuro del loro Black con quello maggiormente evocativo, un lato che negli ultimi anni sta emergendo preponderante nella scrittura dei Darkthrone. Possiamo dunque tirare un sospiro di sollievo, ‘It Beckons Us All’ è un Signor disco che per fortuna ha poco da spartire con il suo predecessore e soprattutto ci mostra una band ancora in grado di scrivere pagine importanti di Black. Bentornati Darkthrone dunque!

Tracklist

1. Howling Primitive Colonies
2. Eon 3
3. Black Dawn Affiliation
4. And In That Moment I Knew The Answer
5. The Bird People Of Nordland
6. The Heavy Hand
7. The Lone Pines Of The Lost Planet

Lineup

Nocturno Culto: Vocal, Guitar, Bass

Fenriz: Drums