Darkthrone – Astral Fortress

Il 29/10/2022, di .

Gruppo: Darkthrone

Titolo Album: Astral Fortress

Genere: ,

Durata: 40 min.

Etichetta: Peaceville

68

Il diciannovesimo album dei Darkthrone, ‘Astral Fortress’, sembra seguire fedelmente lo stile del precedente ‘Eternal Hails’, in cui il Black Metal andava a mescolarsi con ritmiche meno ossessive e più circolari, a tratti cervellotiche, prese direttamente da certo funereo Doom. Di Black Metal in senso stretto qui c’è rimasto poco se non alcune parti chitarristiche e la voce orrorifica di Nocturno Culto, sempre graffiante e incisiva. Poche le accelerazioni che possano rammentare il passato; le troviamo in ‘Kevorkian Times’, se pure sempre un po’ smorzate dalla voglia di non strafare del duo norvegese, come anche nell’opener ‘Caravan Of Broken Ghosts’, uscita alcuni giorni fa come singolo.
‘Impeccable Cavern Of Satan’ e ‘Stalagmite Necklace’ sono brani dal forte sapore Doom, oscuri e incalzanti, eppure fin troppo ripetitivi, quasi fossero due parti di un solo brano; in particolare in ‘Stalagmite Necklace’ si può riscontrare la presenza di un substrato elettronico di sintetizzatori piuttosto vago, peraltro poco influente sul risultato finale. La lunga ‘The Sea Beneath The Seas Of The Sea’, oltre dieci minuti, ha un sapore di già sentito che lascia piuttosto interdetti, non posso negarvi che ascoltandola ho pensato più volte di trovarmi al cospetto di ‘Eternal Hails’ per poi realizzare che invece si tratta di un brano nuovo di zecca della nuova release. Dal sesto minuto in poi il pezzo cambia marcia, anche qui intervengono infatti alcuni sintetizzatori a creare un tappeto sonoro piuttosto glaciale ma di assoluto effetto, senza però riuscire a farci gridare al miracolo, sia chiaro. Si tratta pur sempre di un brano che rientra nei canoni della band, quindi nulla di nuovo all’orizzonte.
Di ‘Kevorkian Times’ ho già detto, in più sappiate che si tratta di uno dei migliori del lotto, molto vicino al periodo ‘Old Star’, insieme all’opener ‘Caravan Of Broken Ghosts’, mentre ‘Kolbotn, West Of The Vast Forest’ è un interludio di quasi due minuti che fa da intro a ‘Eon 2’. Già il titolo di questo ultimo brano ci ricorda qualcosa, la strumentale ‘Eon’ inserita nella tracklist dell’esordio dei Darkthrone, il loro Death Metal album ‘Soulside Journey’. ‘Eon 2’ la ricorda soltanto in parte pur essendone diretta prosecuzione. Sonorità ancora ben salde al Doom, chitarra circolare e una breve parte centrale di acustica fino ad una convincente accelerazione sul finale.

Il motivo per cui ‘Astral Fortress’ non mi ha convinto è la mancanza di originalità; questo nuovo album risente principalmente della forte somiglianza con il suo predecessore, anche tenuto conto della vicinanza temporale dei due, poco più di un anno tra una uscita e l’altra, e suoni che vorrebbero essere ma non sono, quasi una sorta di album incompiuto. Per una band che ha fatto la storia del metal estremo più oscuro è davvero un problema, fattore che deve essere visto in funzione della continuità di un percorso musicale che dovrebbe andare evolvendosi – almeno fino ad ora è stato così – ma che probabilmente vede nel susseguirsi delle molteplici pubblicazioni una evidente mancanza di idee. Dispiace davvero, perché dai Darkthrone mi aspetto sempre musica di alta qualità e in questo caso le aspettative non sono state soddisfatte. Certo l’album migliora ascolto dopo ascolto, ma non basta per affermare che si tratti di un prodotto all’altezza del gruppo che lo ha partorito. Sono ancora i Darkthrone, e questo giustifica una valutazione vicina al sette in pagella, eppure si tratta di un piccolo passo indietro rispetto ad ‘Eternal Hails’ che aveva decisamente convinto maggiormente. Nota negativa che qui peggiora la situazione riguarda la copertina, giudicatela voi perché a me proprio non va  giù.

 

Tracklist

01. Caravan Of Broken Ghosts

02. Impeccable Cavern Of Satan

03. Stalagmite Necklace

04. The Sea Beneath The Seas Of The Sea

05. Kevorkian Times

06. Kolbotn, West Of The Vast Forest

‘Eon 2’

Lineup

Nocturno Culto: Vocal, Guitar, Bass

Fenriz: Drums