Tygers Of Pan Tang – Bloodlines

Il 04/05/2023, di .

Gruppo: Tygers Of Pan Tang

Titolo Album: Bloodlines

Genere: , ,

Durata: 44 min.

Etichetta: Mighty Music

82

C’è sempre soddisfazione a recensire lavori di band storiche come i Tygers of Pan Tang. Gruppi che hai scoperto anni e anni fa (per me sono oramai quasi trenta…) e che da giovane ti colpirono per energia e potenza ma che ti ritrovi ad ascoltare adesso, con aspettative diverse e un  numero ben più alto di… ehm, “kilometri” nelle orecchie, se mi passate la licenza poetica. In questi casi, se il prodotto è di valore come questo ‘Bloodlines’, aggiungi alla soddisfazione dell’ascolto di musica nuova anche la piacevole sensazione di un ritorno a casa; un senso come di incontrare nuovamente dopo tanto tempo un amico di cui si erano perse le tracce, e di scoprirlo ancora come te lo ricordavi, con le stesse tue passioni magari, e le stesse cose in comune di una volta. Ebbene, lo avrete già capito, con ‘Bloodlines’ è proprio così: prodotto da Tue Madsen e quindi forte di un sound moderno e al passo con i tempi, questo è il classico album che ferma virtualmente il tempo, parlandoti della musica di una volta con l’alfabeto di oggi.

Si parte a bomba con quello che per ora è il brano che ci è piaciuto di più: ‘Edge of the World’. L’artigliata della tigre è subitanea e repentina, e il brano esplode in un serrato riff NWOBHM dopo nemmeno un minuto di marziale intro. Spigliato e sicuro, il connazionale Jacopo Meille prende subito le redini della cavalcata, piazzando una bella strofa che poi si apre in un ritornello che guarda anche ai lavori più radiofonici della band. Un ottimo inizio!  ‘In My Blood’ è più hard rock, genere mai ripudiato dalla band, ma ci viene proposto con l’energia e la frizzantezza che caratterizza l’intero disco, mantenendo quindi comunque un discreto impatto. Qui facciamo anche la definitiva conoscenza di Francesco Marras all’interno della band, con un bell’assolo aggressivo che abbiamo molto apprezzato. ‘Fire on the Horizon’ spinge in giù il pedale del gas aumentando i giri del tachimetro: il brano vola letteralmente sotto i colpi del pedale di Ellis, supportando più che bene il riffing serrato dal mastermind Weir e le vocals sempre a punto del bravo Meille. Dopo il giro in pista del terzo brano i ritmi di bell sul ride di ‘Light of Hope’ ci sembrano quasi fin troppo rallentati… ma anche questo dopo qualche ascolto si rivela essere un buon brano. Il riffing è infatti vario e interessante, e i ritornelli – punto forte del brano – risultano pienamente centrati nel darci il quadro di un altro brano a cavallo tra heavy metal e hard rock. Più scontata è ‘Back for Good’, quasi una party song che potremmo trovare anche in un disco degli Steel Panther, cambiando band ma rimanendo in tema grossi felini. Certo il sornione riff portante, che fa così tanto Gotthard, e il disteso cantato di Meille si fanno bene apprezzare anche in questo frangente, ma diciamo che il tiro di ‘Fire on the Horizion’ o la tensione di ‘In My Blood’ erano un’altra cosa. Quando oramai l’album sembrava essersi stanziato su coordinate più frizzanti e rockettare ecco che arriva il colpo a sorpresa… ‘Taste of Love’ è una astuta ballad dal sapore quasi AOR, genere anche questo che più volte ha sporcato il pentagramma dei Nostri. Dopo esserci gustati un altro bel solo di Marras, ci troviamo davanti un altro bel muro di chitarre grazie alla successiva ‘Kiss The Sky’, brano stridente e sferragliante come ci si aspetta per un’adrenalinica ripresa. ‘Believe’ appesantisce un po’ i suoni, riportando alla ribalta il gran lavoro di Madsen ai suoni; il tutto mentre il solito Meille tiene perfettamente il campo con una prestazione meno esplosiva ma sicuramente bene interpretata; portando a casa un brano forse meno lineare degli altri in scaletta ma sempre interessante. ‘A New Heartbeat’ è di nuovo heavy delle origini, quello marchiato a fuoco nelle discografie di Ozzy, Saxon e compagnia bella.

Non ci serve nemmeno descrivere la qualità della conclusiva (finta) ballad ‘Making All The Rules’ per farvi capire che siamo davanti a davvero un buon lavoro. Gli input qui presenti sono tanti, dalla NWOBHM all’hard rock a qualcosa di anche più radiofonico, ma sono tutti vestiti di una regale pelliccia rossa a strisce, che ci fa capire che la tigre non è invecchiata, e le sue unghie sono ancora in grado di tagliare attraverso il muro della nostra attenzione. Ad averne di ritorni del genere.

Tracklist

01. Edge Of The World
02. In My Blood
03. Fire On The Horizon
04. Light Of Hope
05. Back For Good
06. Taste Of Love
07. Kiss The Sky
08. Believe
09. A New Heartbeat
10. Making All The Rules

Lineup

Robb Weir: guitar
Francesco Marras: guitar
Jack Meille: vocals
Huw Holding: bass
Craig Ellis: drums