Xenocracy – Impermanence

Il 02/02/2024, di .

Gruppo: Xenocracy

Titolo Album: Impermanence

Genere: , , ,

Durata: 49:64 min min.

Etichetta: Kvlt und Kaos Productions

78

Dall’Austria arrivano gli Xenocracy, una nuova band composta da Luca (chitarre, voce, basso), Fabian (chitarre, basso), Christoph (batteria) e Janini Pizzicato (voce e piano) che ha anche prodotto, mixato e masterizzato (insieme con Alex Zylla) il disco, uscito per la Kvlt und Kaos Productions.
“Impermanence” è il loro debutto discografico basato su un approccio tipicamente death metal melodico, unito a sonorità che sono indiscutibilmente metalcore, che rende l’ascolto tanto intenso quanto feroce, tra riff incalzanti, drumming forsennato e melodie accattivanti. 

La tracklist include dodici 12 brani con tanto di Overture e Reprise (due diverse interpretazioni della stessa composizione), entrambe strumentali, che aprono e chiudono un viaggio ciclico sulla natura “impermanente” della vita e della morte, attraverso i flussi e i riflussi dell’esistenza, con testi ispirati da temi letterari, filosofici e culturali, classici e moderni.  L’attenzione anche alla sostenibilità della Kvlt und Kaos Productions sui materiali impiegati nella realizzazione del packaging del cd (in formato digi-sleeve per ridurre l’uso della plastica) è da apprezzare. Così come il libretto di 8 pagine con testi, commenti della band e opere d’arte uniche, completano l’esperienza d’ascolto con una narrazione visiva interessante.

L’album parte con ‘Overture’, dal sapore antico, con la sua melodia al piano inquietante (come illustrato anche nella bellissima cover). Un brano strumentale, leggermente diverso nello stile dal resto dell’album, che apre le porte dell’universo musicale della giovane formazione. Con ‘Circlepit’ e il suo riff distruttivo si capisce subito che gli Xenocracy non scherzano e sono in grado di produrre pezzi con un buon songwriting dove tutti gli elementi si incastrano in modo preciso e con gusto. Ci sono anche alcuni breakdown che si fanno notare e che alternano le parti più metalcore con quelle tipiche Death Metal. Il riff nel finale diventa portante per la successiva ‘War’, un altro breve strumentale, mid tempo cupo e doom, che prepara l’assalto di ‘Hope for Peace’, molto energica con i suoi riff iper-tecnici e una performance vocale micidiale, ricca di variazioni ritmiche e di profondità di contenuti e con degli assoli, nel finale, che innescano un’esplosione devastante. ‘Vanitas’ è ispirata dalle riflessioni del poeta barocco tedesco Andreas Gryphius, ed esplora i temi della moralità e della condizione umana. Musicalmente i riff pesanti come macigni e affilati come rasoi uniti alla melodia e alla potenza esecutiva sono i punti di forza della giovane formazione austriaca.
Argomenti attuali come il cambiamento climatico e il suo impatto globale sono i protagonisti di ‘Solitude’, sempre in bilico tra melodia e pesantezza, dove le parti death metal pure si appoggiano a momenti molto intensi e ad assoli convincenti. A spezzare la furia ritmica arriva un altro brano strumentale ‘Einsamkeit’, dove le chitarre lasciano il posto ad un piano struggente in evidenza, che ci trasporta al successivo livello emozionale di ‘Fireflies’ (feat. Alex Zylla), ispirato liricamente dal film di guerra giapponese “La tomba delle lucciole”. Un altro tassello da aggiungere alla scoperta della natura transitoria della vita con un approccio decisamente particolare, moderno e frenetico, nella scelta dei suoni e degli effetti cinematici che lo rendono accattivante e a suo modo particolare. Anche ‘Ephemeral’ (feat. Esther Hu) sfrutta la scia precedente e vira verso soluzioni sorprendenti. Le parti vocali, con il loro mood straniante, contrapposto alle parti tipiche death, su un riff molto orecchiabile e contagioso spiazzano e allo stesso tempo affascinano con le dissonanze del solo.
Una leggera virata al loro attacco diretto death metal che ritorna con ‘At The Gates’. Ritmiche feroci e martellanti, chitarre corrosive e growls terrificanti riprendono in mano la situazione fino ad arrivare a ‘Veil of Death’,  brano ‘old school’ fino al midollo, dal riff, all’andamento e al feeling compositivo mortifero con i suoi rimandi death e black metal evidenti.
Il viaggio ‘impermanente’ sulla natura ciclica della vita e della morte degli Xenocracy si conclude con ‘Reprise’, che riprende la melodia iniziale di ‘Overture’ del piano, maledettamente romantica e spettrale, in modo ancora più intenso.
Gli Xenocracy anche se al loro debutto discografico, brillano nell’equilibrio tra pesantezza e contemplazione, ed hanno un ottimo carisma e un groove sinistro quanto basta a rendere l’ascolto avvincente.

”There is no beginning without an ending.”

Tracklist

  1. Overture
  2. Circlepit
  3. War
  4. Hope for Peace
  5. Vanitas
  6. Solitude
  7. Einsamkeit
  8. Fireflies
  9. Ephemeral
  10. At the Gates
  11. Veil of Death
  12. Reprise

Lineup

Luca: Lead Guitars, Rhythm Guitars, Vocals, Bass
Fabian: Rhythm Guitars, Bass
Christoph: Drums
Janini Pizzicato: Vocals, Piano