‘No Prayer For The Dying’ – Trenta anni fa l’inizio del declino degli Iron Maiden

Il 01/10/2020, di .

In: .

‘No Prayer For The Dying’ – Trenta anni fa l’inizio del declino degli Iron Maiden

Nel 1990 gli Iron Maiden fanno una operazione che durerà due album, apparentemente indurendo i loro suoni in canzoni più dirette e semplici. Siamo oggi al trentennale dell’uscita dell’ottavo ‘No Prayer For The Dying’ (pubblicazione EMI) che romperà con l’essenza Progressive, estremizzata gradualmente fino al disco ‘Seveth Son Of A Seventh Son’ di due anni prima. Era il primo ottobre e Adrian Smith non era più con la band; il disco è registrato tra gennaio e aprile col chitarrista Janick Gers, che aveva già suonato con Ian Gillan. Apparentemente un ritorno alle origini, lasciando però una forma più evoluta rispetto alla forma punkeggiante degli esordi. Anche la produzione appare meno tecnica, improvvisamente più grezza rispetto al recente passato che aveva abituato a suoni sempre più trattati. Nell’insieme del full-lenght anche la batteria è trattata in modo debole, non sempre incisiva. I due pezzi iniziali ‘Tailgunner’ e ‘Holy Smoke’ sono delle ottime proposizioni della dinamica accesa della band, non mancano di feeling vocale e gli assoli hanno la loro solita estetica rotonda. Già la title-track sembra perdere tonicità e così avviene anche per altri episodi. Senza dubbio la traccia ‘Bring Your Daughter… To The Slaughter’ è davvero l’unico episodio davvero entusiasmante grazie alla cattiveria di tipo judaspriestiano e dal valore globalmente degno dei migliori Iron Maiden, fu scelto come singolo e salì in classifica. A conti fatti, nonostante la sventolata incrementata metallizzazione, il tasso hard non è davvero così alto. L’album successivo, ‘Fear Of The Dark’ avrà lo stesso stile; il pubblico preferirà ‘Fear…’ a ‘No Prayer…’ e lo testimoniano le vendite, per la critica invece il risultato artistico ottenuto è peggiore del precedente. La china in discesa continuerà anche per i dischi con il cantante Blaze Bayley, sebbene ‘The X Factor’ del ’95, sarebbe stato probabilmente considerato migliore di ‘No Prayer For The Dying’ se alla voce vi fosse stato Bruce. Possiamo dire comunque che fallirono nel tentare di raggiungere la tonicità e l’energia dei primi due lavori di dieci anni prima. Smith tornò nel 1999 e fu presente di nuovo da ‘Brave New World’ nel 2000, ma Gers rimase. E ritornerà anche l’essenza Progressive. Ricordare un album come peggioramento non è un bel complimento, ma è comunque è il punto della storia dove la Vergine Di Ferro ha un cedimento. Però penso che se qualcuno si avvicinò agli Iron e al metal con quel disco, ora lo amerà nostalgicamente. In effetti ‘No Prayer For The Dying’ non è un lavoro brutto e non si può concordare con chi lo definisce uno schifo o lo valuta con una insufficienza. È solo incompatibile con i sette dischi precedenti.

Hammer Fact:
Scritta che appare sulla lapide sulla copertina: «Dopo la luce del giorno, la notte del dolore. Non è morto ciò che può sorgere ancora». Copertina in due versioni: quella dell’uscita con il becchino sorpreso dall’uscita di Eddie dalla tomba, e quella della rimasterizzazione dove il manager Smallwood decise di eliminare la figura del becchino. Il taglio dei capelli di Eddie è tornato a essere punk come quello del primo album del 1980; probabilmente non è un caso visto che il disco doveva in qualche modo fare riferimento alle origini della band. Il brano ‘Bring Your Daughter… To The Slaughter’ era stato scritto da Bruce per il proprio album solista ‘Tattooed Millionaire’ e incluso nella colonna sonora di ‘Nightmare 5’. Fu Harris a insistere per averla in ‘No Prayer…’. Per la registrazione si usò uno studio mobile contro il parere del produttore Martin Bitch (registrarono anche in una stalla di proprietà di Harris). Bruce all’epoca parlò bene del nuovo disco, ma poi nella sua biografia del 2017 ammise di come in quell’occasione fossero caduti nell’“incantesimo dell’infallibilità”.

Line-up:
Bruce Dickinson: vocals
Dave Murray: lead guitar
Janick Gers: rhythm guitar
Steve Harris: bass
Nicko McBrain: drums

Tracklist:
01. Tailgunner
02. Holy Smoke
03. No Prayer For The Dying
04. Public Enema Number One
05. Fates Warning
06. The Assassin
07. Run Silent Run Deep
08. Hooks In You
09. Bring Your Daughter…To The Slaughter
10. Mother Russia

Ascolta il disco su Spotify

Leggi di più su: Iron Maiden.