Turanis – A Cold New Curse

Il 31/03/2023, di .

Turanis – A Cold New Curse

I Turanis sono un nuovo super gruppo proveniente da Newcastle, destinato a far parlare di sè non solamente per i nomi coinvolti nel progetto, ma soprattutto grazie ad una proposta sonora oscura e decadente che affonda le proprie radici nel doom e nel gothic metal. Nati da un’iniziativa del chitarrista Wayne Bridge che ha chiamato a sè il cantante dei Kill II This Simon Gordon e il batterista ex My Dying Bride Dan Mullins, dopo aver prodotto un EP nel 2021 sotto l’attenta guida del produttore Mark Mynett e aver arricchito la line-up con gli ingressi del cantante dei My Dying Bride Aaron Stainthorpe, del chiarrista ex Cradle Of Filth Richard Shaw e di Stace Rose, tornano oggi con un singolo, ‘Dance Of Mist’, apripista per il primo disco attualmente in produzione. Ne abbiamo parlato con Wayne e Simon.

Come è nato il progetto Turanis?
“(Wayne Bridge) È stato un puro caso e una coincidenza. Stavo decidendo se mollare o meno, ma Niel Blanchett mi ha convinto a continuare e poco dopo ho chiacchierato con il produttore Mark Mynett e da lì la cosa è andata avanti a gonfie vele. Gli ho mostrato alcune idee e poi siamo arrivati a un’idea e Mark ha avuto la stessa idea che avevo io, solo che ha migliorato enormemente la musica, chiamando ospiti come Dan Mullins. E in seguito Richard Shaw (ex Cradle Of Filth) e e  cradle of filth e Aaron Stainthorpe dei My Dying Bride”
Cosa avevi in mente al momento di creare i Turanis?
“(WB) Volevo solo fare qualcosa di un po’ diverso da quello che si sente in giro. La maggior parte delle band suona molto simile, quindi se riesco a emergere dalla massa e fare qualcosa di originale sono decisamente soddisfatto”
Se dovessi descrivere la musica dei Turanis a chi non vi ha mai ascoltato, che termini useresti?
“(WB) Non mi piacciono le categorizzazioni, in più pare difficile mettere la gente d’accordo sul nostro genere, perchè quando ho avuto discussioni su questo tema tutti hanno risposto in modo differente… chi ha citato il blackened rock, chi il gothic metal… quindi lascio all’ascoltatore la scelta di darci una collocazione”
“(Simon Gordon) Non sono uno di quelli che vogliono incasellare i generi musicali, ma ci sono elementi di gothic rock, doom e persino di musica folk”.
Ve la sentite, allora, di inquadrare quegli elementi che vi hanno influenzato e sui quali si fonda la vostra musica?
“(WB) Mi piacciono tutti i tipi di musica, dal folk al metal estremo, credo che Simon possa dirlo meglio di me”.
“(SG) Il primo EP conteneva molti riferimenti storici e racconti sulla storia e sulla mitologia medievale. Ora le influenze sono piuttosto ampie. Sicuramente ci influenza molto la letteratura, dai classici e sino ai poeti romantici ai narratori moderni. Naturalmente anche l’arte è un’influenza. È difficile non essere influenzati quando si vede un’opera d’arte e si scopre la vita dell’artista e come è nata la sua opera”.
Quali sono le emozioni che si celano dietro la musica di Turanis?
“(WB) Mi piace la sensazione della musica, le emozioni e mi piace l’aspetto doomico che si può mettere nella musica. Si possono ottenere emozioni diverse da canzoni diverse, così come una canzone può significare cose differenti per persone differenti”.
“(SG) Questo varia da canzone a canzone. Forse può essere definito come ottimismo malinconico!”
Dopo un EP pubblicato nel 2021, ora presentate il singolo ‘Dance of Mist’. Come si colloca stilisticamente questo pezzo rispetto all’EP precedente?
“(WB )Nel primo EP i testi e alcune melodie grezze erano stati scritti da un altro collaboratore, quindi in una certa misura Simon ha semplicemente cantato quello che gli abbiamo dato. L’eccezione è stata ‘A Raven’s View’, dove ha apportato alcune modifiche. Quella canzone è più che altro un indicatore di come si sarebbero evolute le cose per la prossima serie di brani. Questa volta Simon ha scritto tutte le melodie vocali e i testi, quindi le cose si sono evolute su quel fronte, e ha fatto un lavoro incredibile. In ‘Dance of Mist’ c’è un sacco di talento, mentre nell’EP c’erano solo tre musicisti, quindi il salto è stato notevole e non può che migliorare”.

Cosa rappresenta per voi ‘Dance of Mist’?
“(SG) Liricamente ‘Dance of Mist’ è una canzone d’amore. Wayne aveva il titolo ed era solo un titolo provvisorio, ma mi è venuta in mente la poesia di Keats e ho pensato al cambiamento delle stagioni e alla fine di una relazione. Quel genere di cose. Per me è una canzone ottimista che parla di vivere il momento perché sappiamo che tutto può cambiare in un istante. Più in generale, la canzone è stata un’occasione per lavorare con un gran numero di ospiti e collaboratori e rappresenta un’evoluzione di ciò che è possibile ottenere con Turanis”.
Wayne, in questo progetto hai coinvolto un gran numero di ospiti. Vuoi parlarcene?
“(WB) Sì, è favoloso! Devo ringraziare Mark Mynett, che è anche presente nel disco. Sono andato a vedere i My Dying Bride un sacco di volte e hanno avuto una grande influenza sulla mia scrittura musicale. Avere due delle tue stesse influenze come Aaron Stainthorpe e Dan Mullins sul tuo disco è un passo fantastico per me…E Richard Shaw è stato semplicemente… WOW! Io sono un chitarrista a 8 corde che suona melodie folcloristiche, così quando Rich è arrivato e ha messo giù dei bellissimi lead break ha davvero completato le canzoni. E i talk over di Aaron danno un’altra profondità e ti catturano davvero. Stacie Rose è stata l’ultima ad arrivare e con la sua voce è stata davvero formidabile. Mark me l’ha suggerita e dopo aver sentito quello che sa fare non ho avuto obiezioni. Dan Mullins è un ragazzo e un batterista fantastico, è stato fantastico nei My Dying Bride e con le sue capacità ha portato i Turanis a un altro livello di ritmo. La voce di Simons…beh, che dire… sono un fan dei Kill II This… anche questo credo abbia sorpreso i ragazzi, ma come ho detto sono un fan di tutti i tipi di musica, ma la sua voce racconta davvero bene la storia”.
Quando pensate di pubblicare il disco vero e proprio?
“(WB) Presto, molto presto. Ma la data è ancora sconosciuta perché ci sono trattative in corso con un’etichetta…Sono davvero entusiasta della risposta a Turanis e non voglio che i fan aspettino più del dovuto, quindi non appena lo saprò, tutti lo sapranno”.
Puoi almeno svelarci qualcosa sulla sua realizzazione?
“(WB)E’ snervante vedere i riscontri che sta ricevendo la mia musica, rendersi conto che per anni sono stato seduto su qualcosa che piaceva agli altri…Un artista è il critico di se stesso e un grande critico, quindi vedere cosa sta succedendo è eccitante e nervoso, non voglio deludere nessuno, tanto meno i ragazzi che hanno contribuito a creare questo disco. Sii quello che sei e sii orgoglioso. E’ quello che dico a molte persone nella mia vita, anche se c’è una canzone in arrivo che è un po’ cattiva, un pezzo molto alla Rotting Christ fatto alla maniera dei Turanis, quindi un rock blackened. Ma come ho detto prima, la musica può significare così tante cose per persone diverse che finché ottengono quello che gli piace e di cui hanno bisogno, sono felice. A me piace quello che fanno i Turanis e il modo in cui sta venendo fuori il nuovo disco quindi… lo comprerei (Ride, nda)”.
Simon, tu ti occupi dei testi delle canzoni, dove sei andato a pescare per la loro composizione?
“(SG) Gli argomenti sono piuttosto ampi e spaziano dalla storia e dalla mitologia a temi più fondamentali come l’amore, la perdita, la speranza. La condizione umana, credo. Non credo che predichiamo qualcosa, ma ci sono commenti su ciò che vediamo intorno a noi: l’ambiente, l’intolleranza, l’importanza delle persone che ci sono care. Nel primo EP invece molti dei testi erano basati sull’interesse per la storia. Per molti versi si trattava di musica folk che raccontava storie”.

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