Deicide – In the sign of Evil!

Il 14/05/2024, di .

Deicide – In the sign of Evil!

All’inizio degli anni Novanta Glen Benton, leader inossidabile dei Deicide, tra le tante dichiarazioni ad effetto, aveva anche giurato di suicidarsi quando avesse compiuto 33 anni, gli stessi di Cristo.  Non solo per fortuna Glen ci ha ripensato, regalandoci decenni di momenti indimenticabili di death metal brutale, ma addirittura ha superato gli anni di Cristo con la sua stessa creazione blasfema, che a distanza di ben 34 anni dall’uscita di quel capolavoro che fu l’omonimo album d’esordio, torna alla ribalta con un nuovo album, ‘Banished By Sin’, composto da 12 brani inediti, 3 video a dir poco raccapriccianti ed un programma di touring che dovrebbe tenere i floridiani impegnati per i prossimi due anni.  Diciamoci la verità: la produzione musicale dei Deicide in tutti questi anni è stata a dir poco altalenante in termini qualità dell’output, per i tanti problemi che hanno attanagliato la band in diverse fasi, partendo dalla fuoriuscita burrascosa dei fratelli Hoffmann dalla formazione nel 2004, costringendo Glen ad attuare una sorta di rotazione forzata alle chitarre, passando dai sempre difficili rapporti con le case discografiche e con un business in continua metamorfosi, non sempre per il meglio, terminando infine con gli effetti devastanti della recente pandemia che così tante band ha messo in ginocchio.  Eppure, in mezzo a tante difficoltà Glen ha saputo trovare il modo di rialzarsi ancora una volta, consolidando finalmente quella che sembrerebbe essere una formazione più che affiatata, con il prezioso ingresso in pianta stabile dell’ultimo arrivato, il giovane e talentuoso prodotto locale Taylor Nordberg, per affiancare all’altra chitarra Kevin Quirion, diventato colonna portante della band sin dal suo ingresso nell’ormai lontano 2008.  Completa il quartetto l’altro membro fondatore, il batterista Steve Asheim, di fatto braccio destro a tutti gli effetti di Benton. Infine va citato il nuovo accordo discografico, per un solo album peraltro, con la neo costituita etichetta discografica Reigning Phoenix Music. Insomma, tanto fermento e rinnovate energie nel mondo Deicide, di cui abbiamo avuto modo di discutere insieme a Glen nel corso della nostra recente chiacchierata.  
Allora Glen, l’ultima volta che ci siamo parlati, ben 32 anni fa, ti chiesi quali fossero le tue condizioni ideali per essere ispirato e comporre del buon death metal di stampo satanico. Tu mi risposi che ci vuole tanta oscurità e tanta marijuana! Allora, a distanza di più di tre decenni ti chiedo: la formula rimane immutata o è cambiato qualcosa?
“(Glen Benton) Beh, diciamo semplicemente che non è cambiato molto…”.
Bene, perché ascoltando il nuovo materiale non si può certo dire che sfiguri rispetto al catalogo storico della band. In particolare, sorprende come dopo tutti questi anni tu sia ancora in grado di produrre un lavoro di così elevata qualità. Il nuovo materiale colpisce per il fatto che incorpori non solo le tipiche caratteristiche del Deicide sound, ma anche tantissimi elementi di metal classico, nella forma di mid-tempos e cambi di ritmo che si alternano alle fasi più veloci e caotiche e soprattutto tantissimi assoli melodici che negli ultimi anni sono entrati a far parte stabile della formula. Tu sei contento con il risultato finale?
“Sono molto contento di come è venuto fuori ‘Banished By Sin’. Ciascuno di noi ha contribuito con 3 brani al nuovo album, quindi già questo credo sia un elemento che aggiunge grande versatilità al materiale; avere 4 compositori anziché uno solo fa la differenza in tal senso. Inoltre, abbiamo adottato un approccio più “old school” per la registrazione del materiale, piuttosto che l’utilizzo intenso di pro-tools e mezzi moderni simili, anche questa cosa secondo me fornisce più struttura al nuovo materiale”.
Questa cosa è sorprendente, considerando che Taylor Nordberg, il nuovo chitarrista, si è unito alla band soltanto due anni fa. Lui è un prodotto “locale”, corretto? Come siete entrati in contatto?
“Taylor è talmente “locale” che abita in fondo alla mia stessa via! Lui è un personaggio molto dotato musicalmente; considera che mentre eravamo in tour lui ha registrato le parti di batteria di Steve (Asheim) e poi a casa le ha utilizzate per scrivere le sue canzoni. Ha fatto un lavoro eccezionale nel mantenere fedele la sostanza musicale dei Deicide sulle sue contribuzioni al nuovo disco”.
È una fortuna aver trovato uno come lui, tenendo in considerazione la rotazione continua che hai dovuto sostenere negli ultimi anni dopo la dipartita dalla band dei fratelli Hoffmann, nell’ormai lontano 2004…
“Guarda, quello che posso dirti è che io cerco di fare sempre il meglio che posso con quello che ho a disposizione. Non sono uno di quelli che si accontenta, e che si limita a ripetere all’infinito la stessa formula, cerco sempre di migliorare me stesso ed il prodotto che metto fuori. Personalmente mi vedo un pochino come un allenatore, e certe volte sono costretto a tagliare qualche giocatore nel migliore interesse della squadra. Con tutto il rispetto per chi ha preceduto Taylor e Kevin Quirion, che è con noi da parecchi anni, adesso siamo in una situazione tale per cui io non devo più preoccuparmi, perché la questione chitarre è finalmente sistemata. Ho due chitarristi che fanno gioco di squadra, sono tecnicamente eccellenti, non hanno questioni personali, posso fare pieno affidamento su di loro. Abbiamo raggiunto un punto di zero drammi in questa band adesso. Non devo più preoccuparmi dei problemi personali di questo o quell’individuo, abbiamo una grande squadra adesso, e mi riferisco anche ai nostri agenti, all’etichetta, al team che ci segue in tour, tutti quanti”.

Sentendoti parlare adesso ed avendo ascoltato molte tue interviste negli ultimi anni, sembrerebbe che paradossalmente il meno problematico di tutti e quello più concentrato sul centrare l’obiettivo sia proprio tu. Dico paradossalmente perché spesso il “capo” è quello più difficile e con più pretese. Invece tu sembri molto più focalizzato sul portare a casa il risultato…
“È quello che ho sempre voluto: fare quello che faccio possibilmente avendo successo e senza il bisogno di generare sempre nuovi problemi. Purtroppo le dinamiche di una band possono essere complesse, tu dipendi sempre anche dagli altri e dalla loro capacità di gestire le loro situazioni personali. Io non ho voglia di fare il baby sitter per uomini cresciuti e vaccinati.  Arrivati a questa età non credo che dovrei essere io a dirti su cosa devi focalizzarti, voglio dire se ancora non ci sei arrivato da solo cosa vuoi che ti dica…
Ti faccio alcuni esempi: Chris (Cannella, chitarrista dei Deicide dal 2019 al 2022, Nda) aveva un calendario complicatissimo e pieno di impegni, Ralph (Santolla, chitarrista dei Deicide dal 2005 al 2011, poi deceduto nel 2018, Nda) aveva i problemi noti a tutti, Jack Owen (chitarrista dei Deicide dal 2004 al 2016, noto per aver militato nei Cannibal Corpse dalla loro fondazione fino al 2004, Nda) era un personaggio complesso da gestire.  Tutte le scelte che io faccio le faccio nell’interesse del mio brand e di me stesso. Spesso sono state scelte difficili, dolorose, ma questa è la mia “cosa”, questo è quello che faccio nella vita, e alla fine della fiera io sono quello che ha la responsabilità di portare avanti le cose”.
In fondo, considerando che questo è quello che hai fatto per tutta la vita, è anche la tua unica fonte di sostentamento… credo che spesso le persone si dimentichino quanto sia complesso sopravvivere in questo campo di lavoro.
“Guarda, un anello debole in una band è un fattore che può bloccarti. Tutti quegli atteggiamenti e mentalità da rockstar non possono coesistere con come sono fatto io e non li tollero nella mia band, io sono troppo vecchio e ho una mentalità troppo “old school” per sopportare questo bullshit. Io voglio circondarmi di gente che non abbia problemi a salutare i nostri fans e a ringraziarli per il loro supporto, e che siano in grado di apprezzare l’opportunità che hanno. Questo non vuol dire che sono contro l’uso di alchool, ad esempio, ma significa che ci deve essere una separazione tra il partying e il lavoro, ed in questa epoca io sono tutto business. E sinceramente credo che tutto questo emerga chiaramente dal nuovo album”.
D’altronde tu hai gestito i Deicide sin dall’inizio con grandissima cura, attenzione e professionalità, altrimenti sarebbe stato impossibile sopravvivere tutti questi anni in un business così difficile. In fondo, sono pochissimi gli esempi di vero successo commerciale nel death metal.
“Hai solo una possibilità, una chance. Quindi devi muoverti e decidere con grande attenzione. Ogni volta che devo prendere una decisione importante per la band cerco di cogliere tutti gli aspetti che possono entrare in gioco, e cerco di immaginare quale sarà lo scenario non oggi ma tra 5 anni”.
Il tuo compagno di viaggio da sempre, Steve Asheim, da quello che ho capito, ti aiuta in questo processo di continuo “decision making”…
“Assolutamente. Diciamo che io sono uno che spesso si fa prendere dall’entusiasmo e che rischia di agire in maniera impulsiva, poi arriva Steve e mi dice una cosa che mi blocca e mi fa riflettere… diciamo che funzioniamo benissimo come squadra”.

Il business è cambiato drammaticamente in questi decenni, ed è molto diverso rispetto a quando avete pubblicato il primo album omonimo nel lontano 1990… quanto è stato difficile adattarsi man mano ai cambiamenti che sono avvenuti progressivamente negli anni e quanto è stato complicato prendere le decisioni necessarie per permettere ai Deicide di conservare rilevanza in questi tempi “moderni”?
“La questione internet è stata devastante per il movimento, e qui mi riferisco all’heavy metal in generale. Un sacco di band sono state eliminate dal campo di gioco, e molte altre hanno trovato la formula giusta per entrare. Basti pensare a quante etichette sono state inventate per categorizzare tutti i sotto-generi di metal: deathcore, power metal, black metal, e così via”.
Ma ai vecchi tempi mi ricordo che le band riuscivano a fare soldi vendendo le copie materiali degli album, e questo non esiste più.
“Allora ti dico questo: i primi 3 album si sono ripagati con le vendite realizzate nella prima settimana dopo la loro pubblicazione. Cioè intendo che il budget per la registrazione dell’album e per la sua pubblicazione, che era sempre intorno ai 100.000 dollari, veniva recuperato con le vendite della prima settimana. Da lì in poi era tutto utile. Quindi noi vedevamo soldi veri. Adesso veniamo ai tempi nostri. Ho terminato da qualche anno un contratto di 3 album con Sony/Century Media, e ancora sto pagando i debiti collegati a quelle pubblicazioni. Chiaro?  Noi abbiamo avuto un assaggio della torta. È durata per un pochino. Ma appena abbiamo cominciato ad assaporarla, ci è stata levata. Questo ci ha costretto da subito ad adattarci alla nuova situazione. Però noi abbiamo capito subito che quella fonte era ormai esaurita. Allora abbiamo adottato una nuova formula: touring perenne e sempre nuovo merchandise. La verità è che ogni volta che io e Steve abbiamo percepito che fossimo vicini a sfondare definitivamente c’è stato un evento, come il COVID, ad esempio, a bloccarci.  Ma noi speriamo che con questo nuovo album e con la nostra nuova squadra siamo finalmente sulla strada giusta”.
Steve DiGiorgio, che non è esattamente mister nessuno, mi ha raccontato in una intervista un paio d’anni fa che dopo essere stato ai margini per un paio di mesi per essersi preso il COVID, era praticamente sul lastrico… la cosa mi ha colpito molto perché nel nostro immaginario uno come DiGiorgio, che suona nei Testament e che fa lavoro in studio con tantissime band famose, è una rockstar, quando in realtà, in base ai nuovi canoni di ricavi per le band, si campa praticamente alla giornata…
“Io prendo centesimi da Spotify, e ho un discreto rate digitale. Per fortuna per l’ultimo album abbiamo lavorato con questa nuova etichetta, la Reigning Phoenix Music, che lavora in modo diverso. Il nostro contratto è letteralmente di una pagina, firme incluse. L’accordo è alla stregua di un accordo di licensing quasi. Ci hanno dato un budget enorme per realizzare l’album più tre video. Abbiamo potuto permetterci di lavorare con Josh Wilbur (Avenged Sevenfold, Megadeth, Lamb Of God, Korn, Trivium). Ma la bellezza è che la durata è di un album solo, quindi io sono già di nuovo libero! Che per me è l’ideale, visto che alla mia età non potrei più sopportare contratti di 3 album. Le case discografiche in questa epoca moderna sono dinosauri con 3 gambe, io non firmo più contratti per più di un unico album, piuttosto me lo produco e me lo vendo da solo. I nuovi dischi ormai non sono nulla di più che uno strumento promozionale, servono solo a garantirti una posizione migliore nella line-up del tour o del festival al quale partecipi, i soldi veri poi ti arrivano da quella fonte”.
Tra l’altro probabilmente voi siete uno dei pochi gruppi che ancora vive più o meno nella stessa zona… voi siete tutti di base intorno a Tampa Bay, in Florida, corretto?
“Sì, siamo tutti qui in zona.  Questo ci permette di fare le prove in persona, che ormai è un lusso per molte band”.
Parlando di Tampa Bay, mi ha sempre colpito che quando si parla con una band originaria di quella zona viene sempre fuori un nome come maggiore influenza: i Savatage. Per quanto mi riguarda Criss Oliva rimane uno dei più talentuosi chitarristi metal di tutti i tempi e la sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto difficile da colmare, ma soprattutto un enorme punto interrogativo su cosa sarebbe potuto essere il futuro suo e dei Savatage negli anni a venire. Anche tu come musicista emergente dalla scena floridiana sei stato influenzato dalla loro musica?
“Beh, cosa dire… siamo cresciuti insieme, li conoscevo benissimo e Jon Oliva vive qui vicino a dove abito io adesso. Criss e Jon erano più grandi di me, e sono stati loro ad introdurmi alla scena metal locale negli anni Ottanta quando io ero solo un ragazzino. Mi ricordo una volta quando sono entrato in un locale a Clearwater che si chiamava Mr. T’s Club 19; avevo 16 anni e mi sono fatto fare un documento falso per entrare al loro concerto! Una delle prime volte che ho partecipato ad un metal party serio è stato a 18 anni al Rocky Point Beach Resort, nelle loro stanze dopo che avevano suonato un concerto. Bei tempi! L’ultima volta che ho visto Jon era ad un festival qui in Florida, Ralph Santolla era ancora vivo, quindi ti parlo di parecchi anni fa, Ralph e Jon erano seduti insieme ad un tavolo e quando Jon mi ha visto si è alzato e mi ha praticamente placcato come fosse un giocatore di football e mi ha abbracciato per 5 minuti! Mi mancano loro e mi mancano quei giorni ormai lontani…”.
Non possiamo concludere una chiacchierata con Glen Benton evitando del tutto il proverbiale elefante nella stanza: il tuo rapporto alquanto difficile con il cristianesimo e la religione in generale. Ma per una volta vorrei affrontare il tema da un angolo diverso. Ho notato che nel tempo, pur avendo conservata intatta la tua intolleranza verso la chiesa, e mi rendo ben conto che tale crociata rappresenti in parte una componente imprescindibile della “formula” Deicide, hai anche cominciato ad assumere un atteggiamento non più esclusivamente di antagonismo aggressivo, ma anche di ironia, quasi di divertimento. Questo emerge chiaramente nei nuovi video, culminando con gli auguri di “happy birthday Jesus!” al termine del video per ‘Bury The Cross… With Your Christ’ (uscito guarda caso alla vigilia di Natale) pronunciati da un Kevin Quirion visibilmente divertito e pienamente calato nel ruolo dell’anticristo.
“Eh, ma quello è tipico di Kevin!  Mi ricordo quando mi è arrivata l’anteprima del video erano le due di notte e stavo mezzo addormentato a letto.  Non avevo visto il pezzo di Kevin, ma ti assicuro che quando l’ho fatto mi stavo sentendo male dalle risate! Ho faticato a prendere sonno… La verità è che se prendi tutto questo troppo seriamente rischi di diventare tu stesso un po’ ridicolo. La religione è già ridicola di per sé, e allora io dico quale modo migliore di offenderli se non prendendoli in giro? È il mio modo del tutto personale di attaccarli”.
Ok, torniamo ai tempi nostri!  Quali sono i programmi per i prossimi mesi in termini di touring?
“Allora intanto a breve uscirà il terzo video promozionale per il nuovo album ‘Banished By Sin’ (nel frattempo il video è uscito ed è per il primo brano dell’album ‘From Unknown Heights You Shall Fall’). Questo terzo video è un po’ più grafico e inquietante rispetto agli altri due. Probabilmente saremo costretti a farne una versione censurata per la visione su youtube, mentre la versione integrale la venderemo esclusivamente presso il nostro stand di merchandise.  Abbiamo un paio di festival qui negli USA, dopodiché ci trasferiamo in Europa per i festival estivi tra luglio ed agosto; al rientro facciamo un giro in USA e Canada a settembre, a seguire un grosso festival in Cile con una serie di date nei dintorni in Sud America, ed infine un tour di 46 date in Europa!”

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