Necrodeath – The Last Chapter

Il 06/04/2025, di .

Necrodeath – The Last Chapter

In occasione della pubblicazione del nuovo, attesissimo album ‘Arimortis’, Metal Hammer incontra i genovesi Necrodeath per una lunga chiacchierata in cui si parla del nuovo album, di quarant’anni di carriera vissuti con grande passione on the road e della decisione di chiudere definitivamente il capitolo Necrodeath alla fine di quest’anno. Lasciamo la parola a Flegias, Peso, Pier e GL che, come nel brano ‘Storytellers Of Lies’, non mancano di togliersi qualche sassolino dalle scarpe…

Ciao ragazzi e benvenuti a Metal Hammer. Per prima cosa vi chiedo quando e perché avete deciso di porre fine alla storia dei Necrodeath.
“(Flegias): Era da un paio di anni che ponevamo la questione, ma sapevamo che, se non ci fossimo dati una scadenza, saremmo andati avanti ad oltranza correndo così il rischio di scadere nelle nostre performance live. I quarant’anni di carriera Necrodeath e i sessanta del batterista fondatore ci sono sembrati un buon traguardo e la cifra tonda ha fatto il resto”.
‘Arimortis’ (trovate QUI  la recensione) è dunque l’ultimo capitolo. Un album estremamente fresco e dannatamente grintoso. Lasciate quindi al top della forma. Pensate sia il modo migliore per salutare i vostri fan?
“(GL): Credo proprio di sì, abbiamo deciso di concludere la nostra carriera ancora in forma così da lasciare un bel ricordo a chi ci ha seguito sino ad ora. Non vogliamo trascinarci sul palco o non riuscire a dare il 100%, vogliamo per quest’ultimo giro riuscire a trasmettere ancora le nostre energie e passione per la musica. ‘Arimortis’ rappresenta quindi il capitolo conclusivo del nostro viaggio, che sintetizza il nostro percorso musicale, forse sarà considerato come il nostro testamento, ma a me piace considerarlo come un regalo che facciamo ai fans”.
In occasione di quest’ultimo tour non avete pensato a coinvolgere Bulldozer e Schizo, dato che siete considerati la triade storica tricolore per certe sonorità?
“(GL): Quest’anno sarà l’ultimo anno per chi volesse vederci suonare e conoscerci direttamente, sinceramente pensiamo solo a divertirci e salutare i fans che ci hanno supportato per così tanti anni. Non abbiamo pianificato special guest nei prossimi live, ma se dovesse capitarci qualche ospitata o se qualche promoter vorrà organizzare un evento con la triade, di sicuro non ci tireremo indietro”.

È possibile considerare la Liguria come un territorio fertile per certe sonorità? Penso a voi, ma anche a Detestor, Sadist, ecc.
“(Peso): Non credo che la Liguria abbia qualcosa in più rispetto ad altre regioni in materia di metal estremo. Oggigiorno puoi trovare band thrash, black, death, ecc. in ogni angolo del nostro Belpaese, ma se proprio vogliamo parlare di esordi, andando dunque indietro nel tempo, ricordiamoci che la tre band pioniere del genere sono arrivate da tre regioni completamente diverse per caratteristiche e cultura tra di loro, ovvero Lombardia, Sicilia e ovviamente Liguria. Per i più distratti o meglio per i più giovani, mi sto riferendo a Bulldozer, Schizo e ovviamente noi Necrodeath”.
Quali sono in Italia le principali differenze tra la scena metal negli Anni Ottanta, quando sono nati i Necrodeath, e quella di oggi, al momento del vostro addio?

“(Peso): Possiamo tranquillamente affermare che a parte salire sul palco e dimostrare quello che sei in grado di fare cercando di andare a tempo, è cambiato tutto. Ovviamente mi riferisco a stare sul palco senza nessun tipo di basi, come cori, tastiere e chitarre. Oggigiorno è veramente triste vedere tutti questi escamotage per far rendere la tua band al top in questi “finti” concerti. Ma cazzo, suonate come siete capaci e fate anche qualche maledetto errore, chissenefrega… L’essenza live deve rimanere pura! Vabbè, ognuno la pensa a modo suo, ma negli Anni Ottanta la cosa più evidente che riscontro rispetto ai giorni d’oggi è l’attitudine. Innanzitutto noi vivevamo in sala prove, non esisteva il file, le prove on line o la composizione seduti davanti al computer. Si suonava, si jammava, si sbagliava, si riprendeva, si allungava, si accorciava e via così passando la giornata senza accorgertene. Noi abbiamo composto due album con questo “modus operandi”, come ‘Into The Macabre’ e ‘Fragments Of Insanity’ e per la maggior parte delle volte non sapevamo neanche esattamente cosa stavamo facendo, ma la nostra attitudine nel genere era così imponente che ci diceva lei cosa fare o meno. Son contento di essere stato un pioniere del genere e di non essermi mai svenduto a nessun meccanismo. Suono sempre per il mio piacere e continuerò a farlo anche dopo i Necrodeath in situazioni più piccole e meno impegnative dal punto di visto fisico visto ormai la mia veneranda età”.

Secondo voi l’utilizzo dell’intelligenza artificiale aiuterà il mondo della musica in generale, e nella fattispecie il metal, oppure andrà irrimediabilmente a creare un danno irreparabile?
“(Pier): Non è banale rispondere, è come dire se internet ha migliorato o peggiorato la situazione musicale… A mio parere come un po’ tutte le cose l’AI porterà conseguenze positive e negative. Da una parte servirà a chi è esperto per nuove fonti di ispirazione e nuove opportunità di lavoro, dall’altra aiuterà chiunque a produrre musica portando ad un ulteriore appiattimento del livello artistico delle produzioni. Da una parte farà risparmiare budget ai musicisti autoproducendosi grafica e anche canzoni, dall’altra toglierà lavoro a tante figure professionali del settore, e quei soldi risparmiati finiranno in abbonamenti a tutti questi portali di AI… In conclusione penso che solo chi ha talento e gavetta alle spalle continuerà a distinguersi…”.

Avete già fissato molte date live, alla luce della vostra decisione di chiudere definitivamente il capitolo Necrodeath pensate di aggiungerne altre?
“(GL): Abbiamo in programma una ventina di date già fissate sino alla fine dell’anno, che ci faranno fare il giro d’Italia e qualche data all’estero. Siamo ovviamente disponibili a valutare nuove proposte, ricordando che da Gennaio 2026 i Necrodeath non esisteranno più, o per lo meno rimarranno solo i nostri dischi e i ricordi dei nostri live”.
Che mondo sarà senza i Necrodeath? Che consiglio dareste a chi prenderà il testimone?
“(GL): Beh… il mondo musicale d’oggi non ci rappresenta molto e forse è anche per questo che col passare degli anni ci siamo sempre discostati da certe tristi dinamiche che spesso abbiamo dovuto affrontare. In ‘Storytellers Of Lies’ ci siamo tolti qualche sassolino nella scarpa e se c’è un consiglio che possiamo dare alle giovani leve è sicuramente quello di non farsi fottere o abbindolare, ma di divertirsi suonando la propria musica, senza farsi condizionare dalle mode del momento, ma di essere se stessi e crederci fino in fondo lavorando comunque con serietà e passione”.
Se doveste consigliare due album dei Necrodeath a qualcuno che non vi conosce, quale scegliereste? Uno del primo periodo e uno dopo la reunion con Flegias alla voce.
“(Pier): Personalmente consiglierei dal primo periodo ‘Fragments Of Insanity’, che io stesso ho vissuto da fan e trovo ancora oggi geniale  e complesso nella composizione e negli arrangiamenti. Dalla reunion in poi ‘Mater Of All Evil’, ormai datato pure quello, che all’uscita ci fece rimanere tutti stupiti per i brani e per la produzione pazzesca pur trattandosi di una band italiana”.

Avete intenzione di proseguire separatamente con progetti personali?
“(Pier): Di sicuro il terminare la carriera dei Necrodeath per noi non è un fatto triste o un “gettare la spugna”. Siamo estremamente soddisfatti di quanto i Necrodeath abbiano raccontato e riteniamo che sia abbastanza. Rimarremo tutti affezionati al metal, poi chi più chi meno continuerà a fare musica. Personalmente darò la precedenza alle mie produzioni di “tools” e “backing tracks” per musicisti che mi consentono di vendere musica, seppur fuori dal metal, e continuerò con gli altri progetti come Pier Gonella, Mastercastle e Vanexa”.
Avete voglia di raccontarmi quali sono state la più grande soddisfazione e la più grande delusione di questi quarant’anni nella band?
“(Pier): Se mi faranno una domanda simile a dicembre 2025 risponderò che la più grande soddisfazione è stata questo ultimo anno di tour perché stiamo ricevendo un calore ed un’affluenza di fans ai concerti che proprio non ci aspettavamo. Per il resto ricordo con soddisfazione la partecipazioni a tanti concertoni come l’Italian Gods of Metal del 2006 se non erro, e il recente Rock the Castle. Delusioni no, è facile guardare indietro e vedere gli errori, ma devo dire che tutte le situazioni più difficili le abbiamo sempre gestite con la giusta agilità”.
Pensi che nella scena Black/Death odierna esista qualcuno in grado di raggiungere il traguardo dei quarant’anni mantenendosi coerente come lo sono stati i Necrodeath?
“(Flegias): Non siamo gli unici ad aver tagliato questo traguardo. Di sicuro siamo stati i più prolifici sotto tutti gli aspetti. Non basta aver fatto un demo quarant’anni fa e oggi suonare alla sagra del paese per poter affermare che hai quarant’anni di carriera. La coerenza è data da un’enorme passione che mette in primo piano la musica su tutto il resto. Nella scena odierna ammetto che è tutto più difficile, nonostante oggi fare un disco è molto più facile. La passione sarà messa duramente alla prova e solo chi avrà un briciolo di possibilità di emergere e saldi obbiettivi, potrà sperare in un simile traguardo”.
Prima di salutarci hai voglia di aggiungere qualcosa?
“(Pier): Vorrei solo invitarvi tutti a seguire i Necrodeath sui social e sul sito ufficiale Necrodeath.net in modo da restare aggiornati sui concerti del 2025″.
Grazie per il tempo che hai dedicato a Metal Hammer. A presto!
“(GL): Grazie a voi per l’intervista! Speriamo di vedere più persone possibili ai nostri ultimi concerti, così da poterci salutare come si deve. Vi invitiamo ad ascoltare il nostro nuovo ed ultimo album ‘Arimortis’ ed in generale un po’ tutta la nostra discografia per scoprire la nostra storia e per non dimenticarci”.

 

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