Grey Daze – Amends

Il 01/07/2020, di .

Gruppo: Grey Daze

Titolo Album: Amends

Genere:

Durata: 39 min.

Etichetta: Loma Vista

Distributore: Universal

80

In principio furono i Grey Daze, ovvero la prima band di Chester Bennington. Prima dei Linkin Park e della definitiva consacrazione. Prima di tutto.
La band, scioltasi ventidue anni fa (proprio poco prima l’ ingresso di Chester nei LP) e riunitasi nel 2017, dovette ahinoi perdere ogni speranza e riportare l’ auto in garage a causa del suicidio del ritrovato cantante, consapevole che, orfana del membro trainante, la benzina era terminata.
Ma, come canta il nostro Antonello Venditti, “…certi amori non finiscono…”. Certe amicizie, mi verrebbe da dire. Ecco quindi che il batterista Sean Dowdell, il bassista Mace Beyers ed il chitarrista Cristin Davis, per omaggiare un amico ancor prima che una voce fantastica, grazie ad ‘Amends’ rialzano la saracinesca e riportano l’ auto sotto il sole di questa estate, nonostante il Coronavirus, nonostante Chester non sia più qui con noi.
In ‘Amends’ i Grey Daze tributano e salutano definitivamente Chester, creando un album dove la musica si presta a servizio della voce. Una voce che, nonostante si tratti di composizioni pre Linkin Park, appare già formata, robusta, aggressiva ma al tempo stesso soave quando si devono toccare corde più intime, a differenza di molti cantanti i quali, prima di diventare le rockstar che oggi tutti conosciamo, nei loro primi lavori appaiono acerbi, vocalmente parlando.
E proprio questo curioso punto è uno dei tanti che fanno di ‘Amends’ un signor album tutto da scoprire, proprio come (e/o durante) un viaggio in auto.
A voler essere sinceri, se per pignoleria dovessimo trovare un difetto, potremmo dire che qualche brano appare ancora ancorato a quella metà degli anni ’90 che avevano ancora il grunge impresso nella mente e nelle orecchie (un esempio potrebbe essere ‘What’ s In The Eye’). Ma non si può fare altrimenti: parti vocali e band arrivano da quel periodo, motivo per il quale definire l’ album come datato (per questi tempi) è sbagliato.
Sbagliato anche perché i Grey Daze hanno fatto un bello sforzo di rivisitazione dei brani, cercando di riportarli ai giorni nostri e, quindi, ad un orecchio più da 2020 che post Grunge: è il caso di buona parte dell’ album: dall’ opener ‘Sickness’ a ‘She Shines’, dalla bellissima ‘Soul Song’ (il cui video è diretto da Jamie Bennington, figlio di Chester) a ‘Morei Sky’ (della quale vi consiglio di leggere “attraverso” il testo), all’ altrettanto bella ‘B12’, che vede la partecipazione dei due chitarristi dei Korn James “Munky” Shaffer e Brian “Head” Welch.
Menzione a parte per il secondo pezzo dell’ album, la semi ballad ‘Sometimes’, il classico brano che se a quei tempi fosse stato scritto da qualche mostro sacro della scena Grunge, oggi la gente ancora costruirebbe busti d’ oro, in segno di ringraziamento. Ma al di là di ciò, da ringraziare qui è la prova vocale di Chester, varia ed impareggiabile su questo brano come raramente la si è sentita.
Un album con veramente pochissimi punti deboli (personalmente, ‘What’s In The Eye’ potrebbe essere un brano senza infamia e senza lode), un signor tributo che in molti attendevano, e che oggi grazie ai Grey Daze è realtà. Fare di meglio sarebbe stata (e sarà) dura. Davvero.
Senza farvi del male chiedendovi quanto di bello i Grey Daze avrebbero potuto comporre negli anni (magari come progetto parallelo di Chester ai LP), se anche a voi la sua voce ha lasciato qualcosa salite a bordo, allacciate le cinture, indossate un paio di occhiali da sole, mettete il braccio fuori dal finestrino, tralasciate i tormentoni estivi e partite assieme ad ‘Amends’, vera colonna sonora di quest’ estate, doveroso tributo e definitivo saluto a Chester. Buon (eterno) viaggio.

Tracklist

01. Sickness
02. Sometimes
03. What’s In Eye
04. The Syndrome
05. In Time
06. Just Like Heroin
07. B12
08. Soul Song
09. Morei Sky
10. She Shines
11. Shouting Out

Lineup

Chester Bennington: vocals
Sean Dowdell: drums
Mace Beyers: bass
Cristin Davis: guitars