Infection Code – Alea Iacta Est

Il 30/09/2022, di .

Gruppo: Infection Code

Titolo Album: Alea Acta Est

Genere: , , , ,

Durata: 49 min.

Etichetta: Argonauta Records

80

Gli Infection Code hanno alle spalle molti anni di carriera e numerose uscite discografiche, ben sette album ai quali si aggiungono due EP. Sono stati numerosi i cambi di line up, l’ultima in ordine di tempo risalente agli ultimi due anni, con l’ingresso di Chris alla chitarra. La musica del gruppo fonda le proprie radici su un Death Metal piuttosto elaborato al quale, negli anni, si sono fuse sonorità molto vicine all’Industrial Metal e in parte a certo Thrash Metal più elaborato, ma in questo nuovo album intitolato ‘Alea Iacta Est’ i brani si avvicinano molto ai suoni tecnici e convulsi dei Meshuggah, a formare una combinazione vincente tra stili e generi, una commistione interessante dal punto di vista dell’utilizzo degli strumenti che, se pure nulla inventa, riesce a mantenere vivo l’ascolto per tutta la durata dell’album. Ciò che rende particolari gli Infection Code sono le incursioni in territori meno affini al proprio mondo sonoro, delle toccate e fuga che evocano band e stili differenti ma ai quali evidentemente i Nostri si rifanno perché probabilmente le hanno nel DNA.
‘In Perpetual Error’ è Death Metal allo stato puro, con ruggiti growl possenti e chitarre fendenti come lame, ‘Daily Slavery System’ continua sulla falsa riga dell’opener, ma si iniziano ad avvertire echi Djent degni dei Mastodon più acidi, con una puntatina nella melodia nel refrain.
Le prime vere divagazioni arrivano con ‘White Rooms’ in cui iniziano a sentirsi echi di derivazione Psycho, persino a tratti Stoner soprattutto sul marciare pulsante del basso come nella spaziale ‘Red Death Masquerade’ brano uscito in anteprima e del quale è tratto un videoclip. La base del sound degli Infection Code è pur sempre Death Metal, ma le sfaccettature sono molte, a tratti si odono evidenti richiami all’Industrial Metal e il disco cresce ascolto dopo ascolto. La voce di Gabriele rende il clima del disco oscuro e violento, e le svisate della sezione corde decostruiscono e ricostruiscono trame sonore complesse ma estremamente intelligenti. ‘When The Angst Becomes Noise’ è probabilmente il brano che più si avvicina alle intricate trame dei Meshuggah, con pesanti stop&go e una chitarra dal suono profondo e delirante e vari effetti per la voce.
Un ruolo estremamente importante lo gioca la batteria, che per tutta la durata del disco guida il gruppo con impeto e senza freni lungo un viaggio intricato in cui ogni elemento è figura a se stante ma al contempo perfettamente integrato nei suoni elaborati dei brani. ‘Deforming The Future’ riprende lo schema sonico e ritmico della precedente ‘When The Angst Becomes Noise’; qui il refrain centrale gioca però su una voce pulita filtrata da un effetto distorsore che rimanda immediatamente allo Space Rock, al Psycho e a certo Stoner/Desert più esasperato (Ufomammut, Black Angels). ‘World Wide War’ riprende il discorso lasciato in precedenza, ma con maggiori accelerazioni più care al Death, che è bene ricordarlo, è la base su cui gli Infection Code costruiscono le loro architetture musicali. Pare che nella seconda metà di ‘Alea Iacta Est’ i suoni si spostino maggiormente verso elaborazioni prese a piè pari dal Death/Thrash tecnico. Su ‘World Wide War’ poi c’è un uso ancora più massiccio della sezione piatti della batteria che insieme alla violenza della arte vocale nella ripetizione del titolo sul finale rendono il brano non soltanto più corposo dal punto di vista sonoro, ma una vera e propria bordata, un pugno in faccia diretto all’ascoltatore.
‘New Sick Revolution’ inizia veloce e potente, poi subisce un lieve rallentamento ma torna subito sui binari del Thrash/Death. Anche qui alcune incursioni nel Psych Rock e credo che ciò risulti evidente grazie alle evoluzioni del basso che rimandano direttamente a quello stile. Ma il brano è per impatto un pugno nello stomaco e sul finale la chitarra quasi si avvicina a certe evoluzioni Black in cui emerge una volontà di mostrare un’epica violenza sonora senza fronzoli.
Chiude la release ‘The Great Destroyer’, un robusto brano di Death Metal classico senza troppe divagazioni all’interno di un sound comunque elaborato e tecnico accostabile al suono dei gruppi già citati all’interno dell’articolo.
Anche dal punto di vista della produzione, a cura di Francesco Salvadeo del The Cat’s Cage Recording Studio, i suoni risultano essere corposi, puliti e ben distinguibili pur all’interno di uno genere estremamente rumoroso come quello dei Nostri, un valore aggiunto per un album davvero entusiasmante.
‘Alea Iacta Est’ è un disco adatto a palati affini ai suoni potenti e veloci, in cui non sia soltanto la violenza sonora a conquistare l’ascoltatore, ma anche e forse soprattutto la voglia di perdersi in evoluzioni tecniche violente, senza inutili infiorettature, dritte al cuore e alla mente di chi desidera un’ora di musica che sappia stordire ma al contempo ammaliare.
Senza dubbio ‘Alea Iacta Est’ è un disco che si lascerà ascoltare per molto tempo e che a mio parere può essere accostato senza alcun timore di sfigurare, anzi, al contrario regge eccome il paragone, a ottimi dischi come per esempio l’ultimo nato in casa Meshuggah.

Provare per credere.

Tracklist

01. In Perpetual Error

02. Daily Slavery System

03. White Rooms

04. Red Death Masquerade

05. When The Angst Becomes Noise

06. Deforming The Future

07. World Wide War

08. New Sick Revolution

09. The Great Destroyer

 

Lineup

Gabriele: Vocals

Chris: Guitars

Davide: Bass

Ricky: Drums & Percussions, Programming