Speciale: The Lemmy’s Lounge

Il 09/10/2016, di .

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Speciale: The Lemmy’s Lounge

di Piergiorgio Brunelli

Rifugio dell’indimenticato Lemmy, lo storico Rainbow Bar & Grill di Los Angeles ha inaugurato, alla fine di agosto, un angolo tutto dedicato a Mr. Kilmister, con tanto di statua a grandezza naturale! Metal Hammer Italia ha pensato bene di fare un giretto sulla Sunset Strip…

Lemmy ci andava ogni sera che era in città e ne aveva fatto quasi casa sua. Dall’inizio degli anni ‘90 quando, per rigenerare il nome dei Motorhead, traslocò con successo a Los Angeles, il Rainbow era diventato il suo locale preferito. Non ci volle molto a rimpiazzare quello di Londra, quel St. Moritz che, in effetti, era una topaia nell’interrato di un ristorante svizzero vicino al Marquee. Già da allora la sua passione era evidente. La slot machine era sua. Nessuno osava avvicinarsi, se non per portargli l’ennesimo bicchiere pieno di Jack e coca. Diverso da quello degli altri avventori, con proporzioni 50/50 invece che 20/80…
In onore della sua continua presenza sulla Sunset Strip è stata creata una statua di bronzo che si erge appena fuori il ristorante in fondo al patio. A fianco alla statua a grandezza naturale, costruita dall’artista Travis Moore, che ha lavorato gratis ma che ha usufruito di una colletta online di €20000 sponsorizzata da Katon DePena degli Hirax, c’è una sezione tutta ispirata ai Motorhead. I seggiolini sono ricoperti con l’iconografia di ‘Ace Of Spades’, c’è un poster della line-up originale e una lista interminabile di nomi che hanno pagato i loro rispetti a Mr. Kilminster. La Lemmy’s Lounge lo ricorderà fino a che questo storico bar resterà in piedi.
La slot machine, compagna di tante avventure, il proprietario del Rainbow Mikael Maglieri gliela portò fino al letto di morte, affinché Lemmy potesse giocarci fino all’ultimo. Non fa parte della Lemmy’s Lounge. Non ci sta, per ora. Chissà se quando tornerà di dominio pubblico ci sarà la fila per giocarci, per sentirsi un pò Lemmy dentro. Eccetto che, di Lemmy, ce n’è stato uno solo e lo stampino è andato perso da un bel pezzo.
Nato per perdere, vivere per vincere, questo era il suo motto. O come disse ad un giornalista una volta: “If you’re going to be a fucking rock star, go be one. People don’t want to see the guy next door on stage; they want to see a being from another planet.”.
Grazie alieno Lemmy, per aver toccato le nostre vite con la tua presenza e la tua musica.

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