5 curiosità che forse non sapete su… Carl-Michael “Aggressor” Eide

Il 24/07/2020, di .

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5 curiosità che forse non sapete su… Carl-Michael “Aggressor” Eide

Carl-Michael Eide, meglio conosciuto come “Aggressor”, è nato in Norvegia il 24 luglio 1974. Dopo aver militato nei Ved Buens Ende, nel 1993 fonda gli Aura Noir. Rimane una figura centrale nel metal norvegese, sebbene poco conosciuto ai più, se rapportato alle star dell’area nordeuropea. Si potrebbe definire l’alter ego del black metal.

Trve Norwegian Jazz Metal

A volte il fato è beffardo e non tributa il giusto valore ad artisti a tutto tondo come Carl-Michael, ma forse è giusto così. Infatti, la genialità non è alla portata di tutti, soprattutto se volta ad anticipare mode e soluzioni che saranno apprezzati negli anni a venire. I Ved Buens Ende sono stati emblematici in tal senso. Un gruppo “oltre”, uno dei primi esempi di avantgarde black metal già dal primo EP, ‘Those Who Caress The Pale’ (1994), per arrivare al capolavoro (nonché unico full-lenght) ‘Written In Waters’ (1995). Dischi partoriti negli anni in cui il black metal era al massimo del fulgore, con band quali Mayhem, Darkthorne ed Emperor, a segnare il passo. E invece Eide decide di seguire – in quel periodo “magico” – una strada tutta sua, portata a compimento dagli Arcturus di quell’Hellhammer, battitori dei tamburi dell’inferno nei citati Mayhem.

Cantala pulita, Carl-Michael!

Le clean vocals nel black metal? Un’eresia! E invece si è rivelata una scelta geniale, insieme alla tecnica esecutiva al servizio di atmosfere claustrofobiche, ben lontane dalla velocità di esecuzione e dal blast-beat. In tal senso Aggressor si dimostrerà un batterista eccelso, dal tocco quasi jazz, uno dei migliori nella sua terra natia (se non il migliore in assoluto).

Comparsate d’autore

È altresì curioso segnalare la sua presenza agli albori di band quali Ulver (nel demo ‘Vargnatt’) e Satyricon (nell’EP ‘All Evil’), fatto che ne ribadisce la centralità nella scena norvegese. La capacità di polistrumentista ha fatto il resto, abilità messa in mostra nei suoi Aura Noir, fino ad arrivare agli eterei Virus, in cui gli insegnamenti dei Ved Buens Ende hanno trovato pieno compimento. La storia però ci insegna che i geni hanno demoni da combattere.

Tutto il male vien per nuocere

Il 26 marzo 2005 diventerà una data indelebile per Carl-Michael. La sua caduta da un edificio di quattro piani (accidentale?) e il successivo ricovero in ospedale per diversi mesi ne segneranno la carriera, ma in primis la vita. Il suo fisico resterà segnato da quell’esperienza, non consentendogli più di suonare la sua amata batteria. Ultima testimonianza in tal senso rimarrà l’eccelsa performance in ‘Supervillain Outcast’ dei Dødheimsgard, formati dal quel Vicotnik (Yusaf Parvez), co-fondatore degli stessi Ved Buens Ende. Una chiusura del cerchio perfetta.

Aggressor Virus

L’incidente non ne ha fermato la carriera ma ha aperto la via a nuove esperienze musicali, culminate nei Virus. Progetto in cui verrà rielaborato parte del mood decadente dei maestri Voivod, legato a ritmiche sincopate, alla vocalità baritonale e al chitarrismo personalissimo del nostro. In tal senso, il primo lavoro ‘Carheart’ rimane una pietra miliare di un genere indefinibile, ma soprattutto indefinito. L’arte è affare per pochi, comprenderla di ancora meno. Buon compleanno Carl-Michael.

Discografia consigliata

Ved Buens Ende – ‘Written In Waters’ (1995)
Il punto di non ritorno per il black metal, nonché una delle vette assolute per il metal norvegese. Carl-Michael Eide e Vicotnik, insieme al bassista Skoll (Arcturus, ex-Ulver), creano un universo sonoro originalissimo, basato su pezzi destrutturati ed alienanti, dove la voce di Eide, in contrappunto alle harsh di Vicotnik, ci guida nell’abisso, rendendolo più dolce ma pur sempre terribile. Le chitarre sono lame che si muovono all’unisono con il basso, mai così presente in un disco di base black metal. Il tutto amalgamato da un drumming straordinario, dal tocco prettamente jazzistico. Un capolavoro assoluto dell’avantgarde.
Dødheimsgard – ‘666 International’ (1999)
La perfetta unione tra il black e l’industrial metal. Un disco oltre ogni aspettativa, considerando il periodo (parliamo di oltre vent’anni fa…). Vicotnik e Czral di nuovo insieme, ma questa volta coadiuvati da Aldrahn (Bjørn Dencker Gjerde), uno dei principali vocalist dell’avanguardia norvegese. Di quello che ci aspetta, in 666 International non c’è nulla. L’ascolto è un’esperienza da vivere senza preconcetti, se si vuole assaporarne l’essenza. Una linea di confine mai così marcata tra la cruda realtà e l’inconcepibile. Un ascolto destabilizzante ma tremendamente affascinante.
Virus – ‘Carheart’ (2003)
Il disco del ritorno, non a caso edito per la Jester Records di proprietà del mastermind degli Ulver, Kristoffer ‘Garm’ Rygg. Lo spettro dei VBE rivive in una nuova band, di cui ‘Czral’ Eide prende le complete redini, prestando voce e chitarra. L’ossessività dei riff ripetuti ricorda non poco certe soluzioni voivodiane, mentre le ritmiche dispari offerte da Einar ‘Esso’ Sjursø – seppur in forma diversa – si riagganciano a quanto sentito in ‘Written In Waters’. Da segnalare le ospitate dello stesso Rygg e del grande Øyvind Hægeland, indimenticato singer degli Spiral Architect. ‘Queen Of The Hi-Ace’ è un capolavoro nel capolavoro, una song geniale nel suo essere dolce ma allo stesso tempo greve. Un disco da vivere interiormente.

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