Eric Peterson-I 10 album che mi hanno cambiato la vita

Il 21/04/2022, di .

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Eric Peterson-I 10 album che mi hanno cambiato la vita

I Testament, titani del thrash metal nonché una delle band estreme più amate di sempre, dopo l’ultimissimo cambiamento di line up e dopo l’annuncio di un tour che toccherà tantissime tappe americane ed europee, sembrano essere inarrestabili e carichi, come una vera e propria bomba ad orologeria la cui miccia è stata accesa.
Oggi ci siamo fatti una chiacchierata con il loro fondatore, il leggendario Eric Peterson, che dopo questo lunga pandemia ci confida che non vede l’ora di tornare a suonare nel Belpaese (anche perché si sa, i fans stanno ancora aspettando di sentir suonare live le micidiali canzoni dell’ultimo ‘Titans Of Creations’, uscito proprio ad Aprile 2020).
Ecco quindi, dal numero 1 al numero 10, la classifica degli album descritti in prima persona che hanno completamente cambiato la vita al protagonista di oggi, influenzandolo in qualità di ascoltatore ed ispirandolo come musicista.

1. Judas Priest- ‘Unleashed In The East’ (1979)

“Questo lavoro rimane tuttora uno dei miei dischi preferiti fino ad oggi.
Rappresenta un po’ il perfetto gateway fra l’ Hard Rock e l’Heavy Metal, anzi, oserei dire che è stato il primo vero e proprio sound Heavy che le mie orecchie di adolescente di prima superiore avessero sentito sino ad allora.
La voce altisonante, il tremolo dell’elettrica, Tipton che con i suoi assoli crea veri e propri inni, la chitarra dual scale nell’intro di ‘Victim Of Changes’, gli iconici rullii di batteria di Les Binks, beh..come non rimanere impressionati ed allibiti?
Gli argomenti trattati e gli stessi titoli dei testi mi entusiasmavano, così come la copertina: sembrava quasi che niente e nessuno avesse incarnato così perfettamente e spontaneamente il concetto di Metal sino ad allora.
Adoro la cover ‘Green Manalishi’ anche se la traccia ‘Sinner’ è insuperabile con il suo inquietante intro tremolo di chitarra.
Rimane tuttora davvero difficile scegliere quale sia la migliore canzone del disco.”

2.Black Sabbath-‘Heaven And Hell’ (1980)

“Non fraintendetemi, amo i Sabbath originali con Ozzy, ma questo disco è stato un vero e proprio ritorno nostalgico alle origini nel momento in cui le band emergenti si sforzavano d’esser sempre più “Metal” imitando artisti come Van Halen, Scorpions, Iron Maiden…
A questo punto della loro carriera i Black Sabbath avevano alzato la posta in gioco tramite il song writing e la produzione, ed il nuovo arrivato Ronnie James Dio penso che non non abbia fatto altro che dare una sferzata di energia e di fresco al sound ed allo stile riposizionando la band come leader indiscussa nel mondo del metal.
L’immagine di Dio funzionava perfettamente nei Black Sabbath, e le sue iconiche “corna” avevano un effetto agghiacciante, indescrivibile e senza tempo: ti faceva sentire come se fossi stato convocato dal diavolo in persona! Dopo un primo ascolto ricordo che non potevo credere alle mie orecchie, come nuovo fan del NWOBHM e nel rispetto delle mie band più datae, sentivo che era nato un qualcosa e che era davvero emozionante. Fra le varie canzoni personalmente ritengo spicchino i brani ‘Neon Knights’ e la title track ‘Heaven And Hell’.”

3.AC/DC- ‘Powerage’ (1978)

“Saltando indietro di qualche anno ricordo che gli AC/DC erano già parte integrante della mia collezione: facevo la terza media quando uscì ‘POWERAGE’, album che non può non rientrare nella mia Top10.
Quello che era uno dei tanti bei momenti della mia gioventù si era trasformato in un qualcosa di indimenticabile grazie alla musica: avere a disposizione un sistema stereo da urlo in una casa sopra la collina mi aveva permesso di far risuonare per tutta la campagna circostante le nuove uscite che avevo trovato nel leggendario negozio di dischi chiamato ‘The Record Exchanged’, presso la città di Lafayette California. Ricordo che l’estratto ‘Sin City’ è stato trasmesso in diretta un venerdì sera in uno show televisivo chiamato ‘The Midnight Special’, ottimo programma per scoprire o vedere le proprie band preferite.
Il mio pensiero da allora non è cambiato: per una band che vuole fare Rock n Roll la strada verso la vetta è lunga da affrontare.
La standout track?
Per me rimane ‘What’s Next To The Moon’.”

4. Iron Maiden-‘Killers‘(1981)

“Come ho detto prima la NWOBHM era diventata pane per i miei denti e già incuriosito dai Maiden grazie al loro primo album di debutto come non potevo non diventarne un fans accanito con il capolavoro ‘Killers’?
Un po’ come per ‘Unleashed In The East ’dei Judas, questo album ha avuto un forte impatto sull’Eric adolescente che stava cercando la propria strada nel mondo del metal.
Ricordo che allora la parola “Killer” era appena nata nello slang americano e che soprattutto in California era sulla bocca di tutti per definire qualcosa di impressionante, cattivo, “rad”.
Spiccano le tracce ‘Wrath Child’ con il suo fresco riff di basso, ‘Murders In The Rue Morgue’ e la title track ‘Killers’ che definisce il loro sound a partire dall’intro.
Harris nel suo genio ha creato testi molto interessanti rendendo davvero uniche tutte le track, e fra le due chitarre è micidiale come si avverta il basso nel suo ruolo dominante e trainante.”

 

5.Scorpions- ‘Tokyo Tapes‘(1978)

“Più o meno nello stesso periodo avevo già sentito parlare di questa band direttamente dalla Germania che si chiamava Scorpions, ma dovevo ancora possederne qualcosa quando ‘Tokyo Tapes’ venne pubblicato: già alla visione della copertina con Rudolf Schenker, “dio della chitarra ritmica” in una posa da contorsionista mi aveva fatto completamente innamorare: il suono del disco aveva più un’atmosfera hard rock a causa delle influenze di Hendrix su Uli Jon Roth, ma sono stati Klaus e Rudolf a renderlo decisamente “più metal”. Scoprire l’introduzione ritmica alla chitarra di ‘He’s A Woman, She’s A Man’ è ciò che mi ha portato ad amare questo disco. Anche le canzoni ‘We’ll Burn The Sky’  e ‘Fly To The Rainbow’ ti risucchiano completamente in un mondo parallelo.”

6.Montrose-‘Montrose’ (1973)

“Negli anni Settanta ero letteralmente ossessionato dall’Hard Rock, non vedevo l’ora che in radio passassero i Led Zeppelin ed i Back Sabbath, quando un giorno una canzone dei Montorose mi colpì particolarmente: riff semplici e buoni, batteria solida stile hard rock, linee di basso killer e quella voce così fluida e grintosa di Sammy Hagar mi conquistarono immediatamente.
L’urlo acuto su ‘Space Station No.5’,‘Rock The Nation’, l’accattivante intro ed il semplice drum beat ‘Rock Candy’ resero questi pezzi davvero accattivanti e tutto questo divenne ben presto il nuovo standard per un sacco di band emergenti entusiaste dell’Hard Rock.
Un album che era davvero molto avanti in termini di contenuto per essere uscito solo nel ‘73.”

7.Kiss-‘Kiss’ (1974)

“Ricordo che nel 1974 mentre ero al negozio di dischi vicino a casa era davvero difficile decidere quale album comprare dei famosissimi Kiss mentre guardavo fra tutte le raccolte ‘Dressed To Kill’, ‘Hotter Than Hell’,… Alla fine decisi per ‘Kiss’ !
Le mie canzoni preferite in questo disco sono ‘Deuce’,  ‘Black Diamond’ ed ovviamente ‘100,000 Years’ per il magico assolo di batteria.”

8. Rush- ‘Hemispheres’ (1978)

“Il prossimo album è ‘Hemispheres’ dei Rush, una band che scoprii al massimo del volume grazie all’impianto Sansui HI-Fi live dei miei cugini con il live ‘All The Worlds A Stage’. ‘Hemispheres’ è un lavoro che ho veramente apprezzato (detto in qualità di musicista ed in qualità di fans) perché ritengo che la band si sia spinta al di là del limite raggiunto fino ad allora, alzando l’asticella e raccontando una storia epica in 36 minuti di pura precisione e passione. Pezzo che mi è rimasto nel cuore tutta ‘Hail Cygnus X-1 Book 2’.
Grandi Rush!”

9.Metallica- ‘Ride the Lightning’ (1984)

“Sembra ieri quando facevo i primi passi nel mondo della musica con un gruppo chiamato Legacy ma conosciuto meglio dopo con il nome di Testament: ricordo che mentre affinavamo le nostre abilità e scrivevamo le nostre prime canzoni c’era una band che mi ispirava in tutto ciò che stavo costruendo, una band i cui lavori non possono non venire citati nella propria Top10.
I Metallica.
Nonostante nei primi anni album e pezzi siano stati un modo per conoscersi e farsi conoscere nella Bay Area, la vera svolta arrivò con l’inizio dei loro tour nel Nord America ed in Europa, un’esperienza che consentì loro di maturare rapidamente l’identità del proprio suono.
Influenzati dalla corrente NWOBHM e dal vecchio Hard Rock degli anni Settanta grazie ai Deep Purple, è doveroso sottolineare come i Metallica abbiano davvero fatto centro grazie ad un sound ormai famoso per la loro classicità ( e chi l’avrebbe mai detto!?) .
‘Fade To Black‘ e ‘For Whom The Bell Tolls’ con i loro freschi e puliti intro di chitarra fanno da esempio.
Anche James è sempre riuscito a convincere l’ascoltatore adattando la propria voce ad ogni lavoro.
Incredibili, classici, eterni Metallica.
Canzoni preferite? ‘Fight Fire with Fire’, ‘Ride the Lightning’, ‘For Who The Bell Tolls’ e‘Fade To Black’.”

10.Van Halen- Van Halen (1978)

“Ultimo ma non ultimo il primo disco dei Van Halen, l’omonimo che è stato un vero e proprio punto di svolta nella storia dell’Hard Rock.
Batterie e chitarre di un altro livello, basta ascoltare la distorsione armonica e l’assolo di ‘Eruption’ nel quale Eddie Van Halen dà prova della propria padronanza e bravura proponendo un qualcosa di più di ciò che finora erano stati classici virtuosismi e veloci tapping.
Un modo di suonare, il suo, che rasentava davvero la perfezione.
Riusciva ad arrivarti semplice e preciso come un Samurai (‘You Really Got Me’), facendoti dimenticare quelle cover tune anni 60 che continuavano ad essere proposte in giro in ripetizione.
Eddie molto semplicemente ci sapeva fare: sapeva quando metterti un palm mute e quando shreddare come un fuoriclasse.
Non a caso è passato alla storia come “The cornerstone of Hard Rock and Metal”, un termine che gli calza a pennello.”

Ricordiamo i gentili e sfegatati fans-lettori che i Testament sono pronti a stupire il pubblico e a regalare emozioni uniche in un tour che non necessita di tante presentazioni.

See you in the pit!

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