Slash Feat. Myles Kennedy – Living My Dream

Il 27/09/2018, di .

Slash Feat. Myles Kennedy – Living My Dream

Myles Kennedy appartiene a quella schiera di pochi eletti (oltremodo fortunati a mio avviso) che hanno sempre avuto le idee chiare, che hanno sempre saputo quale fosse il loro posto nel mondo, è un uomo che ha lavorato strenuamente negli anni per realizzarsi e raggiungere il suo obiettivo, essere un Musicista, perseverando fin da giovanissimo nelle campagne di Spokane e militando in gruppi appartenenti ai generi più diversi, dalla fusion al jazz, per poi approdare sui lidi del rock.
Oggi, a 48 anni, è al fianco di uno dei chitarristi più famosi del globo, Slash, a promuovere ‘Living The Dream’ (qui il link alla nostra recensione) il terzo album della band per cui fu scelta la sua voce sei anni fa; sta scrivendo il sesto album degli Alter Bridge, plasmati dalle ceneri dei Creed insieme all’amico e chitarrista Mark Tremonti e ha pubblicato da pochi mesi il suo primo disco solista, dalle tinte country-blues intimista e riflessivo.
Mentre a me ancora tremano le mani dopo aver risposto alla telefonata targata Beverly Hills, California, sento uscire dal microfono quel timbro pacato, ormai quasi familiare, e la nostra chiacchierata ha inizio.

Ciao Myles, benvenuto su Metal Hammer Italia. Hai finito da poco il tour del tuo album solista ‘Year Of The Tiger‘, so che state scrivendo il nuovo disco con gli Alter Bridge e tra qualche giorno ti butterai a capofitto nella promozione di ‘Living The Dream‘ con un lungo tour negli States e poi in Europa (che toccherà l’Italia il prossimo 8 marzo a Milano, ndr.). Non ti concedi mai una pausa, come fai?
Eheh per ora no. Penso di riuscirci perché amo davvero la musica. Sai, nonostante sia una cosa che faccio da ormai diversi anni, ancora la assaporo fino in fondo, mi sento creativo, sono felice di alzarmi dal letto ogni mattina e creare, suonare, avere l’opportunità di rendere felici altre persone con la mia musica, è questo che mi guida.

È bello sentirtelo dire. Per quanto riguarda il nuovo album con Slash e i Conspirators (Todd Kerns, Brent Fitz, Frank Sidoris), cosa devono aspettarsi i fans da ‘Living The Dream‘?
È senza dubbio lo sviluppo delle premesse che avevamo dettato dai tempi di ‘World On Fire‘, con quell’album abbiamo stabilito un certo sound, una certa identità come band e ‘Living The Dream’ è la naturale evoluzione di quelle premesse. Credo che i brani siano molto focalizzati, è un disco molto schietto, lineare, solido rock’n roll, suoniamo quello che più ci fa sentire a nostro agio e questo disco ne è una palese dimostrazione.

Puoi dirci qualcosa sul significato del titolo? C’è un messaggio nascosto da leggere tra le righe (‘Read Between The Lines‘ è un brano dell’album, ndr.)?
Ha diversi significati, a seconda di cosa vuoi leggerci. Una cosa che ho sempre pensato della musica è che bisogna mantenerla abbastanza ‘ambigua‘ in modo che le persone possano estrarne un significato da sole, senza forzarlo o imbeccarlo, questo è il concetto. Ma posso dirti il mio punto di vista, quello che credo il titolo significhi: in realtà è venuto in mente a Slash quando eravamo in tour qualche anno fa, un giorno stavamo strimpellando alcuni riff  e ad un certo punto ha tirato fuori dal cilindro  il titolo Living The Dream’ , io ho subito pensato a Craig, un ingegnere del suono che ci siamo portati dietro spesso nei vari tour, e che ancora ci portiamo dietro (ride). Ogni giorno quando arrivavamo alla venue del concerto gli chiedevamo: ‘hey Craig come va, amico?‘, e lui rispondeva ogni volta:’ oh, you know, just living the dream’. Credo che fosse un modo sarcastico e un po’ cinico di commentare il dietro le quinte della vita da musicista. Si pensa sia sempre una gran figata, una luccicante vita glamour, ma in fondo è non proprio così, e la sua frase era d’effetto ma piuttosto divertente. Quindi ho pensato che l’avesse ispirato Craig. So che la risposta di Slash a questa domanda è stata un po’ diversa, quindi ci sono sicuramente diversi significati da leggere tra le righe.

Il marchio della band è chiaro, il sound molto riconoscibile, ho ascoltato l’intero album e mi è piaciuto, rispecchia quelle che erano le mie aspettative, è molto catchy, trasmette belle vibrazioni, ma ‘Living The Dream’ credo sia abbastanza diverso dai due album precedenti, i brani sono più brevi, più diretti, ci sono meno virtuosismi strumentali…è stata una scelta ragionata o è un’evoluzione naturale del songwriting?
Credo che sia una sorta di progressione naturale, dato che ‘World On Fire‘ ha brani più lunghi è normale che si delineino alcune dinamiche e trasmettano un certo tipo di vibrazioni, l’arrangiamento, in qualsiasi modo lo rigiri ha un senso; per quest’album sento che qualcosa è cambiato ma non so dirti cosa, forse Slash ce l’aveva già in mente. Per quello che riguarda me, dal punto di vista melodico, dal punto di vista dei testi, cerco di non pensare troppo e mi lascio trasportare dalla corrente. Penso sia stato tutto molto casuale, l’universo ci ha portati a scrivere i pezzi in questo modo: abbiamo iniziato a scrivere molte delle  canzoni mentre eravamo in tour con ‘World On Fire‘, quindi la genesi di alcuni pezzi è iniziata addirittura tre anni fa, poi per un paio d’anni ci siamo fermati e questa pausa credo abbia giovato a tutto il processo creativo perchè riprendere da dove avevamo lasciato con la mente più fresca ha reso tutto molto più facile.

L‘artwork dell’album è, secondo il mio modesto parere, abbastanza insolito. Mi spiego meglio: a colpo d’occhio non è esattamente quello che ci si aspetta per riflettere il vostro stile musicale. Come mai avete fatto questa scelta ?
Credo che Slash sia un grande fan di Ron English. In realtà lo sono anch’io (ride), è qualcosa di nuovo ed unico, lo schema dei colori di questo artwork è un passo avanti a tutto. Ron ha disegnato cover per un sacco di band hard rock, di solito trasmette un determinato tipo di vibrazioni, usa determinate immagini giocando con i ritratti. Personalmente penso che l’utilizzo dei colori sulla copertina di ‘Living The Dream’ nell’insieme dia una sorta di atmosfera circense. A me piace molto e credo riesca a creare una dimensione unica e davvero cool.

‘Living The Dream’ è stato registrato agli Snakepit Studios, ho letto cose mirabolanti sugli studi che ha messo su Slash, puoi dirci di più?
È esattamente come pensi che lo studio di Slash possa essere. Ci sono dinosauri di ogni specie, lo sai no che ama i dinosauri? (ride) Opere d’arte, flipper, tutto sparso in disordine qua e là, anche fuori dallo studio e allora ti avvicini, entri…ed è molto ‘Slash’. Dentro lo studio ha delle belle immagini, tipo poster delle icone rock e dei chitarristi che ama e che lo hanno ispirato, oltre ad alcuni dipinti inappropriati che hanno addirittura influenzato parte di questo disco. C’è, nello specifico, il dipinto di una suora che si… diciamo ‘diverte’, è un dipinto molto inappropriato (ride). Tutte queste cose mi hanno dato l’idea per un testo (‘Serve You Right’, ndr.), quindi che dirti, è un posto al 100% Slash, è indubbiamente quello che ci si aspetterebbe da lui.

Ho letto una recente intervista in cui Slash afferma che non ci saranno più brani dei Guns’N Roses nelle vostre prossime setlist. Come ti senti a riguardo?Ti mancheranno i momenti ‘Guns’?
Si è vero, ora abbiamo molte canzoni nostre da suonare, tre album completi da cui attingere, per me è una scelta abbastanza logica. Ma detto ciò, quelle dei Guns restano canzoni così ben scritte, da ragazzi che all’epoca erano poco più che ventenni, un livello così alto di songwriting e una prodezza che mi hanno fatto letteralmente impazzire all’epoca. Sai, ricordo ancora le prime volte che le ho ascoltate. E poi ho avuto la possibilità di cantarle, eseguire quei brani…è stato semplicemente fantastico, loro sono stati dei mentori. Sono canzoni brillanti e, si, forse un pò mi mancheranno.

Credo sia una grande sfida, musicalmente parlando, dividersi tra gli Alter Bridge, Slash e il tuo progetto solista. E’ come se ogni singolo progetto, e sono molto diversi tra loro, ti permetta di esprimere un lato diverso della tua personalità, una sfumatura diversa della tua arte. Come lo gestisci?
Si, è più o meno così e mi rende davvero felice sentirtelo dire perché è esattamente il mio obiettivo: sforzarmi nel tentativo di rendere i vari progetti musicali abbastanza diversi tra loro, dargli una precisa identità e non trattarli come un semplice rimaneggiamento di sonorità riciclate. Credo che sarebbe tedioso e ridondante, di sicuro non interessante, nemmeno per me stesso, per questo sono stato irremovibile per quanto riguarda l’album solista, volevo creare qualcosa, musicalmente e stilisticamente parlando, che non avevo mai fatto in passato e valorizzarne l’essenza, sentirne la freschezza. Per quanto riguarda gli Alter Bridge e Slash, beh sono due progetti decisamente diversi: Slash ha un approccio molto diverso come chitarrista da Mark Tremonti. Il mondo degli Alter Bridge è un po’ più oscuro, quasi metal, mentre Slash è molto più orientato sul blues. In veste di cantante Slash mi permette di approcciarmi in un certo modo alla musica, mentre, con gli Alter Bridge, da chitarrista e cantante, sono un mutaforma, quindi ho tre modi diversi di esprimere la mia personalità e credo sia una cosa fantastica.

Mi hai parzialmente anticipato la prossima domanda con cui avrei voluto chiederti che differenza c’è nel lavorare con Slash rispetto a Tremonti, in qualità di musicisti, rispetto all’attitudine e all’approccio che hanno nei confronti della musica?
C’è qualcosa che posso aggiungere: il lavoro è decisamente diverso. Sai, Slash la maggior parte delle volte mi manda la musica già completa, già pronta, è successo specialmente per l’ultimo disco, per ‘Apocalyptic Love’ invece è stato un pò diverso, ho collaborato di più anche alla parte strumentale suonando delle parti di chitarra. Ma sull’ultimo disco ho dovuto solo prendere la musica che mi arrivava, a scatola chiusa, e aggiungerci le mie melodie e i miei testi. Per quanto riguarda gli Alter Bridge, al momento stiamo scrivendo un album, in realtà l’abbiamo appena iniziato, ma di solito funziona così: Mark mi manda i riff con qualche idea per le strofe e il mio lavoro consiste nel comporre il chorus, il bridge e altre parti del brano, sia a livello musicale sia a livello di melodie vocali e viceversa. Con Mark facciamo le cose insieme, assembliamo la musica insieme, lavoriamo sulle melodie e solo in seguito mi occupo dei testi. A volte capita che anche Mark abbia delle belle idee per i testi, è una specie di puzzle musicale, mettiamo i pezzi insieme. Con Slash è diverso, lui crea la canzone, crea per me una tela su cui posso dipingere con la mia voce.

Per quanto riguarda la tua carriera solista, ho letto che ‘Year Of The Tiger’ è il secondo album che hai scritto ma l’unico che hai pubblicato, come mai?
Beh, è passato un sacco di tempo, iniziai a scrivere quell’album solista nel 2009, poi alcuni anni fa decisi di rivisitare alcuni brani registrandoci le voci e poi sono passato al progetto successivo tralasciando il disco solista. Ricordo che dopo qualche tempo, quando lo riascoltai, ho sentito il bisogno di essere onesto con me stesso, sentivo come se una luce si fosse spenta, non poteva essere il mio debutto come artista solista, non era quello che volevo. Per il mio primo passo da solo volevo una rappresentazione migliore di chi ero in quel momento e in quel luogo. Quindi, sì, ho deciso di accantonarlo e ricominciare da capo, puoi immaginare che sia stata una decisione abbastanza difficile, ma andava presa e sono contento di averlo fatto. Ancora oggi penso che sia stata la cosa migliore da fare e, forse, in futuro alcune di quelle canzoni scartate saranno rivisitate, in ‘The Year Of The Tiger‘ ne ho inclusa solo una.

Possiamo sperare in un nuovo disco solista?
Si, il feedback ottenuto ha superato di gran lunga ogni mia aspettativa. Penso che ci sarà sicuramente  un’altra opportunità per cimentarsi con il blues e un’atmosfera acustica, è una cosa che mi piace fare quindi di sicuro replicherò.

La riscoperta delle tue radici country e blues influenzeranno il nuovo disco degli Alter Bridge?
No, non credo proprio, se devo parlarti del lavoro delle ultime settimane che sto facendo per gli Alter Bridge, a livello di scrittura di riff e melodie, posso dirti che non ci saranno questo tipo di influenze anche se è davvero troppo presto per esserne completamente sicuri (ride), potrebbe ancora succedere di tutto, quello che so per certo è che sarà un album rock!

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