Saxon + FM + Raven @Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 5 ottobre 2018

Il 20/10/2018, di .

Saxon + FM + Raven @Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI), 5 ottobre 2018

È una Trezzo assalita con grande calore dai defender più orgogliosi e incorruttibili nell’unico slot italico estratto dal tour europeo di supporto a ‘Thunderbolt’, il recente, magnifico album che, a livello sia di qualità che di vendite, ha riportato i Saxon su vette assolute, quasi insperate visti i tempi che corrono e il credito più o meno altalenante di cui godono i gruppi della vecchia guardia. Lo speravamo, certo, ma forse non ce l’aspettavamo il pienone al Live Club di Trezzo sull’Adda, anche se lecito prevederlo sicuramente in virtù degli attesissimi headliner, ma anche di coloro che li stanno fieramente accompagnando in tournée, i Raven compari di un tempo e anch’essi tra gli alfieri inossidabili della storica NWOBHM, e gli FM, quintetto londinese che fa della melodia iper vitaminizzata la sua arma vincente, sostituti dei defezionari Y&T (grande rammarico per la loro rinuncia dovuta a un infortunio alla schiena subito dal cantante e leader Dave Meniketti, la band di Oakland l’avremmo rivista in azione molto, ma molto volentieri…), per chi scrive forse un poco “leggerini” specie se “schiacciati” in mezzo a due pezzi da novanta come Saxon e Raven che puntano tutto sull’impeto e la belligeranza, ma il mio è solo un appunto, un dettaglio minuscolo, che non intacca minimamente la serata, già speciale di per sé.
Le primavere sul “groppone” ci sono, e pure abbondanti, come abbondanti sono i chili messi su dai leggendari fratelli John e Mark Gallagher, i quali, è dai tempi storici di Newcastle e della Neat Records, mai sono mancati all’appuntamento con un sound roboante e perentorio, veemente al punto tale da sconfinare quasi nello speed metal – parliamo di fine anni Settanta, dudes, e se non sono pionieri questi… – che giust’appunto sulle assi del palcoscenico trova il suo massimo splendore. Neppure il club lombardo viene risparmiato dalla classica, dirompente carica dei Raven, terzetto che, completato dal drummer Mike Heller, mena fendenti a più non posso arroventando una scaletta ridotta all’essenziale, composta da una mezza dozzina di brani, tra cui – e le orecchie ancora fischiano – spiccano ‘All For One’, ‘Hung, Drawn & Quartered’, ma soprattutto ‘Hell Patrol’, capisaldo di ‘Rock Until You Drop’, atto d’esordio datato 1981 e tra gli album fondamentali della celeberrima NWOBHM. Grandi, grandissimi Raven, una band del genere non si può non amarla.
Se proprio dobbiamo dirla tutta, anche gli FM pagan dazio alla NWOBHM vista la loro data di nascita (metà anni Ottanta), ma soprattutto per la presenza di Merv Goldsworthy e Pete Jupp, bassista e batterista che vantano un passato nei Samson (specie Jupp, protagonista nello stupendo ‘Before The Storm’, probabilmente il capolavoro dei Samson con Nicky Moore dietro il microfono), vale a dire una coppia esperta e ben allenata a fare il suo dovere, trainando con efficacia la propria band in un contesto dove poi non risulta facilissimo imporsi. Band che mostra di avere un occhio di riguardo per l’ultima produzione, ‘Atomic Generation’, con l’opener ‘Black Magic’ subito a rompere il ghiaccio, ma senza tralasciare alcuni dei grandi classici marcati FM, tipo ‘I Belong To The Night’, ‘That Girl’, ‘All Or Nothing’ e ‘Tough It Out’, gioiellini hard in purissimo british-style di gran classe che spostano, e di molto, gli equilibri di uno show ben strutturato. Bravi.
Dei Saxon, cosa dire ancora? Una semplice considerazione, seppur minima? Una banalità, tra le tante? Non si può, né si deve, aggiunger nulla, data l’unicità di questa band che fa parte della mitologia dell’hard n’ heavy di tutti i tempi, in circolazione da quasi quarant’anni e tra le prime in assoluto a bazzicare per lo Stivale tricolore fin dagli esordi – io stesso il primo battesimo di fuoco lo ebbi tra Kiss, Maiden e appunto Saxon, se non ricordo male fu per il tour di ‘Power And The Glory’ che restai senza fiato al cospetto di Biff Byford & compagni. Idem dicasi per lo spettacolo di stasera, fautori di un set a dir poco perfetto, prorompenti, ispirati, solidi e al tempo stesso frementi come forse mai, i Saxon mozzano ancora il fiato, e Biff resta l’indiscusso cerimoniere di questo grande e arcaico rito metallico che ci portiamo da tempo nel cuore. A sfiorare le due ore di durata, una band in forma stellare sin dai suoi elementi storici (Biff è Biff, non tramonta mai, e Nigel Glockler non solo ha recuperato alla grande dai suoi vecchi problemi di salute, anzi, oggi fila il doppio e mena il quadruplo!) e una folla tipica delle grandi occasioni, quella accorsa al Live, il cui palato è stato stimolato dagli immortali “evergreen” – su tutti ‘Motorcycle Man’, ‘Dallas 1PM’, ‘747 (Strangers In The Night)’, ‘Princess Of The Night’ e il conclusivo ‘Denim And Leather’ – attorno ai quali è snodato praticamente per intero il repertorio di ‘Thunderbolt’, direi un album grandioso anche per come le sue canzoni rendono dal vivo. Da applausi a scena aperta: ‘Predator’, ‘The Secret Of Flight’ e ‘They Played Rock’n’Roll’, dedicata ai Motorhead, indimenticabili amici con i quali i Saxon un tempo si dilettavano a mettere a ferro e fuoco l’Europa intera. Postilla finale: la performance stasera offerta da tale “trittico” d’autore rientra, a mio modesto avviso, tra i primi tre concerti di tutto il 2018. Qui è stata scritta un’altra gloriosa pagina…

FOTO DI ROBERTO VILLANI

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