Dinamite Sleaze’n Dirty Fest / Crashdïet + guest @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 26 aprile 2024

Il 02/05/2024, di .

Dinamite Sleaze’n Dirty Fest / Crashdïet + guest @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 26 aprile 2024

È una serata uggiosa quella che si presenta quest’oggi nei pressi dell’ormai consueto Slaughter Club di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. Stasera si va in scena con l’atteso ritorno sulla penisola degli svedesi Crashdïet, gruppo ampiamente consolidato nell’ambiente glam/sleaze metal da oltre due decenni e con ben sei dischi all’attivo, e come da loro “tradizione” o forse meglio dire “maledizione”, freschi di cambio di formazione sul comparto ritmico e vocale. Una volta superati i controlli da parte dello staff gentile e disponibile (cosa non scontata), ci dirigiamo verso il palco dove troviamo alle 19.30 la prima fila gelosamente custodita da chi si vuole godere appieno quella che si presta essere l’esperienza sleaze più invitante del momento.

Tessilgar 
Dopo una prima mezz’ora passata in ottima compagnia tra le chiacchiere di amici ritrovati dopo tanto tempo e una dignitosissima selezione musicale in background le luci si spengono e in pochi secondi conosciamo per la prima volta i Tessilgar, band italiana che dalle prime note di ‘Agony’ sembrano avere buone carte in tavola per attirare la nostra attenzione. Il cantante ci sa fare, in alcune aperture vocali ricorda il timbro di Myles Kennedy in chiave glam, cosa molto apprezzabile, così come la performance del resto della band seppur rimanendo composti e senza mai strafare. ‘Bad Game’, ‘By Your Side’ e ‘My Fight’ scorrono discretamente ma ci rendiamo conto che al termine dei brani, si fa fatica a ricordarsi cosa si ha appena ascoltato. Non fraintendete, i brani sono piuttosto piacevoli all’orecchio, ma sembra che non si riesca ad andare oltre e sembra mancare almeno una “hit”, un cavallo di battaglia che possa far ricordare il nome Tessilgar nella testa di chi può avere l’occasione di incontrarli ed ascoltarli dal vivo.
Riescono ad ogni modo a strappare un sorriso per la simpatia del cantante e gli applausi di incoraggiamento sono più che dovuti. Da rivedere sicuramente la scrittura dei brani, ma gli strumenti per tirare su della bella musica di sono tutti.

Tessilgar setlist:
Agony
Bad game
By your side
My fight
Wax circles
You know
Narcissus
Why you ever wondered
The mind on the wave

Broken Wings
Rapido cambio palco, soundcheck al volo (cosa piuttosto insolita farlo a cancelli aperti e addirittura subito prima di suonare) e veniamo accolti questa volta dai Broken Wings, provenienti dalla lontana Udine e con grinta da vendere soprattutto al momento dell’opener ‘Damnation’. Capitanati dalla voce femminile ed accattivante di Sabry riescono a fare sicuramente una buona prima impressione grazie all’energia sprigionata della frontwoman che fa fatica a stare ferma e sicuramente riesce ad intrattenere su brani come ‘Broken Bones’ e ‘Trust in Rock n Roll’ ma soprattutto su ‘Banana Zombie’, la canzone più rilevante del set.
Rispetto alla band precedente c’è più qualità nella costruzione delle canzoni anche se è vero che tolto il coinvolgimento nel momento dell’esecuzione, risulta difficile ricordarsi qualche pezzo se si esclude il suddetto brano zombesco. Nonostante tutto li ringraziamo di averci intrattenuto e accompagnato all’ingresso degli headliner.

Broken Wings setlist:
Damnation
Last night bire
Trust in Rock n’Rollll
Devil Jane
Hunter
Broken Bones
Banana zombie

Crashdïet
Dopo una breve pausa per sistemare la strumentazione, ecco salire sul palco i quattro svedesi. Come già accennato la band oggi è formata da due membri originali Martin Sweet (Chitarra e cori), Peter London (Basso e cori), completano la line-up il fratello di Martin, nonché membro dei Toxic Rose, Michael Sweet (Batteria e cori) e John Elliot (Voce), già cantante dei Confess. Non ci è dato sapere se i due membri appena entrati proseguiranno nelle rispettive band di provenienza, se continueranno con i Crashdïet, se faranno entrambe le cose. Ma a noi questo importa poco perché questa sera siamo qui, insieme a tanta altra gente accorsa, per ascoltare buona musica e divertirci insieme alla band.
Si parte subito con ‘Knokk ‘em Down’, ‘Riot In Everyone’ e ‘Cocaine Cowboys’ sono tre brani che fanno parte del repertorio collaudato che coinvolgono i presenti. Seguono ‘Together Whatever’ e ‘Shine On’ entrambe estratte ‘Automaton’ altre due bombe gettate in pasto al pubblico.
‘Out Of Line’ è uno di quei brani, insieme a ‘Reptile’ e ‘Falling Rain’ che in tutta sincerità avrei sacrificato per inserire in setlist altre canzoni. Non che queste siano brutte canzoni, ma ci sono brani più conosciuti che avrebbero meritato l’inclusione nella setlist (‘Rust’ o ‘Crazy’ per farvi due esempi).
‘Chemical’ e ‘Native Nature’ entrambe estratte da ‘Generation Wild’ rimettono in careggiata la band che con ‘It’s A Miracle’ piazzano un altro ottimo colpo. L’affondo avviene durante l’esecuzione di ‘Breakin’ The Chainz’ un superclassico. Una manciata di canzoni ci accompagnano verso la fine dello show, tra le quali l’apprezzatissima ‘We Die Hard’. La chiusura spetta, come di regola, alla loro canzone più nota e cioè ‘Generation Wild’.
Ho apprezzato davvero moltissimo gli ultimi due lavori della band tanto che per tutto l’anno scorso li ho inseguiti sperando di vederli dal vivo purtroppo senza riuscirsi (vedi Luppolo in Rock a Cremona e Indoor Summer 2023 ad Amburgo). Finalmente riesco a partecipare ad un loro live con l’idea di godermi, oltre ai classici della band, qualche brano dei suddetti album. La scaletta della serata comprende -giustamente- brani estratti da quasi tutta la discografia ed a farne le spese sono proprio gli ultimi album dai quali sono stati estratti solamente quattro brani. Questa è la mia prima nota negativa, ma si tratta dei miei gusti personali, visto che il pubblico presente ha partecipato attivamente a tutti i brani. L’altra nota non del tutto positiva è stato l’abbassare di tonalità le canzoni, cosa che, in un genere come questo fa un po’ snaturare le canzoni stesse. Tolte queste due cose, la prima del tutto soggettiva, la seconda più oggettiva, la band si è ben comportata ed ha regalato ai presenti una buona esibizione che fa ben sperare in un futuro roseo per questo quartetto. Viste le sfortune che i Crashdïet hanno affrontato e superato, gli auguro che possano trovare, innanzitutto, una stabilità sia di formazione che di esibizioni live per portare a tutti la loro musica che, a ben vedere ed ascoltare, è ricca di qualità.
Un ringraziamento va sicuramente fatto a chi crede ancora in questo tipo di manifestazioni e nello specifico in questo genere di musica quindi ringraziamo sia Big Tuna Entertainment & Booking Agency ed al personale dello Slaughter Club per l’ottimo lavoro svolto. Alla prossima

Crashdïet setlist:
Knokk ‘Em Down
Riot In Everyone
Cocaine Cowboys
Together Whatever
Shine On
Out Of Line
Reptile
Falling Rain
Chemical
Native Nature
It’s A Miracle
Breakin Med intro
XTC Overdrive
Queen Obscene
We Die Hard
Generation Wild

 

Testo di Siccardo/Lami
Foto Lami

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