Satyricon – Deep Calleth Upon Deep

Il 21/09/2017, di .

Gruppo: Satyricon

Titolo Album: Deep Calleth Upon Deep

Genere:

Durata: 43 min.

Etichetta: Napalm

Distributore: Audioglobe

87

La trascendenza ha dei limiti, forse. Di sicuro non per i Satyricon. Il black dei norvegesi è asceso, mostrando una dualità ardua da riscontrare in altre band. ‘Deep Calleth Upon Deep’ è un’avvolgente sinfonia di note, un esperimento alchemico continuo di fusione, un album per pochi che, tuttavia, può essere ascoltato da tutti; una centrifuga di emozioni trasmesse nell’aere per deliziare i palati fini, ma anche i più aperti fra i vecchi fan.

Da dove partire per descrivere al meglio il contenuto di questa nuova fatica dei Satyricon? Il miglior punto è con tutta probabilità è lo stupendo artwork, un’opera di uno dei simboli dell’arte norvegese e mondiale: Edward Munch. Un carboncino che presenta quel contrasto bianco e nero, quella scelta fra luce e ombra rintracciabile anche nella musica del duo nordico. Un’opposizione che si ritrova anche nelle fazioni dei fan, composte da coloro che hanno abbandonato o messo da parte il gruppo dopo il magniloquente trittico ‘Dark Medieval Times’ (1994), ‘The Shadowthrone’ (1994) e ‘Nemesis Divina’ (1996) e chi ha continuato a seguirli, assistendo a un’evoluzione sonora per i più inaspettata, la quale ha portato al discusso e – chissà – non del tutto riuscito album omonimo.

‘Deep Calleth Upon Deep’ è, invece, un disco di un’altra caratura rispetto al predecessore, stimolato e nato sotto diversi auspici. Nel mezzo fra i due full-length, difatti, tanti gli avvenimenti intercorsi, dai problemi di salute di Satyr al live con il Norwegian National Opera Choir che ha segnato, volente o nolente, un capitolo a parte e, probabilmente, un apporto di nuove ispirazioni per il sound dei Satyricon. Eventi, quest’ultimi, che si riflettono e tornano nell’ideazione del presente album, basta un po’ osservare i ruvidi ma poetici testi e ascoltando, per esempio, la partecipazione del baritono Håkon Kornstad, il quale sparge polvere di epicità negli istanti della comparsa.

Un tratto che esalta la qualità di ‘Deep Calleth Upon Deep’ è l’impossibilità nel disunire le canzoni. Per quanto queste possano essere slegate, sia per stile che per tematica, si concatenano alla perfezione l’una all’altra, creando un unicum, un pattern sonoro inscindibile, un concerto ipnotizzante, oscuramente lisergico. Per questo motivo è impossibile estrarre dei pezzi da segnalare come i migliori, gli highlight di ‘Deep Calleth Upon Deep’ sono tutti o nessuno. Un circolo virtuoso di composizioni sperimentali ma concrete.

Non chiedetevi dove sono andati a finire i Satyricon, non tentate di capire, lasciatevi avvolgere dalle taglienti e ottenebranti spire di ‘Deep Calleth Upon Deep’.

Tracklist

01. Midnight Serpent
02. Blood Cracks Open The Ground
03. To Your Brethren In The Dark
04. Deep Calleth Upon Deep
05. The Ghost Of Rome
06. Dissonant
07. Black Wings And Withering Gloom
08. Burial Rite

Lineup

Satyr: vocals, guitars, bass, keyboards
Frost: drums