The Devil’s Rejects – Blood Feast

Il 20/02/2020, di .

Gruppo: The Devil’s Rejects

Titolo Album: Blood Feast

Genere: , , ,

Durata: 40 min.

Etichetta: Polypus Records

85

Una volta ho sognato di essere a Kolbotn. Ero a casa di Fenriz. Seduti sul divano, guardavamo un film di Rob Zombie. Fin qui, tutto regolare… più o meno. Nugatti, il gatto del demonico batterista dei Darkthrone, sfrecciava qua e là con un pettirosso in bocca, rødstrupe. Un lampo illuminava il cielo nordico. In televisione, andavano le immagini della ‘Casa del diavolo’, seguito della ‘Casa dei mille corpi’. Il viso del compianto Sid Haig, pittato di bianco e dai denti marcescenti, ci rivolgeva il tipico sorriso maligno del Capitano Spaulding. Poi mi sono svegliato, e non so come sia andata a finire. Ma cosa c’entra tutta questa storia con il disco in oggetto? Let’s find out.

I Devil’s Rejects, i “reietti del diavolo” per gli amici italici, sono un quartetto di recente formazione. Nato cinque anni fa dalle viscere di Oslo e prende il nome, come ormai avrete capito, da una delle più amate pellicole del metallico regista statunitense. Nulla di strano, no? Il fatto è che non riesco a togliere questo reietto disco dallo stereo (sì, ho usato un’espressione da cartaceo anni Novanta). L’intruglio mefitico proposto dalla band di Runar Pettersen è lisergico, ipnotizzante, ossessivo. La scuola è quella vecchia, su questo non ci possiamo sbagliare. Il punto è che i The Devil’s Rejects sono riusciti a buttare nel calderone thrash (versante Slayer), black (mica cito i Darkthrone a cazzo), heavy (a tratti l’ispirazione maideniana è palese), con qualche spruzzata di doom e death, tirandone fuori una brodaglia tanto tossica quanto dipendente. In più, a giustificare l’influenza horror, ci sono i testi. Per accorgervene, basta leggere la tracklist sul retro (aridaje con ste espressioni da vecchio che compra i dischi, non lo sai che i giovani non vogliono spendere soldi per la musica? C’hanno Spotifai…). Numero uno, badilata nei denti: ‘Seven Women For Satan’, George A. Romero, 1972, sento l’odore del nastro bruciato della videocassetta. Numero sei, colpo d’ascia nelle palle: ‘She Wolf of the SS’, Don Edmonds, 1975, nazisploitation. Numero otto, coltellata nel cranio: ‘Nude For Satan’, 1974, Luigi Batzella. Prendetene una a caso di queste otto tracce e trovate qual è la meno disturbante. Quasi impossibile. Nota di merito soprattutto alla prestazione dietro il microfono di Runar Pettersen.

Più gira questo disco (che fai, insisti?), più io mi ritrovo sul divano di Fenriz e non ho nessuna intenzione di andarmene.

Tracklist

01. Seven Women For Satan
02. Season Of The Witch
03. Castle Freak
04. Death Walks At Midnight
05. Color Me Blood Red
06. She Wolf Of The SS
07. The Heretic
08. Nude For Satan

Lineup

Runar: vocals, guitar
Raymond: drums
Bjørn: bass
Aleksander: guitar