Domination Black – Judgement IV

Il 06/08/2020, di .

Gruppo: Domination Black

Titolo Album: Judgment IV

Genere: ,

Etichetta: Pride & Joy Music

75

Il tempo, il più delle volte, è ingeneroso, erodendo l’ispirazione e la freschezza della composizioni.  Diversamente in rari(ssimi) casi, se si è pervicaci, allora è possibile crescere, magari aiutati anche da una sorte benevola. Ed è proprio questo secondo caso di ci occupiamo in questa recensione: i Domination Black si sono formati nel 2003, quasi due decadi fa, ed in fondo da allora non hanno lasciato tracce consistenti, almeno i loro primi due album sono stati esempi di discreto heavy metal con un cantato monocorde. Tuttavia nel 2010, Kari A. Kilgast lascia la band e le cose iniziano a cambiare anche solo gradualemente. Solo nel 2012 i Domination Black tornano sulla scena con un nuovo album, ‘Dimension: Death’, che vede invece alla voce Matias Palm. Qui le cose iniziano a mutare, negli angusti spazi di un heavy roccioso, fatto di atmosfere scure, si fanno strada cori più marcatamente melodici, anche se la voce di Kilgast tende ancora agli acuti seguendo in modo pedissequo la tradizione di band come gli Accept o Judas Priest. Nel 2016 vi sono un paio di cambi di formazione: subentrano infatti alla batteria Ville Nissinen e alla chitarra Juuso Laitinen. Quindi, due decadi dopo, a seguito di cambi di formazione, i Domination Black pubblicano il loro quarto album intitolato ‘Judgment IV’. Gli spazi da angusti, si rilassano lasciando spazio a linee melodiche più ariose ove la voce di Palm fa il verso a quello di Deris, pur mantenendo una sua identità (alternando acuti ad una voce che pare scomparire tanto da diventare essa stessa melodia nei cori, cosa che potrebbe anche non piacere intendiamoci) e le chitarre di Laitinen/Heiskanen dialogano in passaggi virtuosi. Viene meno l’impatto roccioso degli album precedenti, per cui i suoni risultano meno contundenti, tanto che la batteria ha un impatto decisivo sulle dinamiche dei brani, ma al contempo diventa uno degli elementi imprescindibile dell’insieme. Ed in questo senso ‘Judgment IV’ trae la sua forza da un buon equilibrio delle parti che si definiscono in brani dalle melodie sempre trascinanti. Prendiamo il brano ‘VAT’, parte sparato quasi fosse una finta, poi break vocale, di nuovo muro, quindi un coro dalla melodia persino eccessivamente generosa che rimanda ad un hard rock stile Alice Cooper cosa che di fatto non è poi tanto inusuale nel power metal, ma di certo è inconsueta l’ottima fattura con cui è stata realizzata. Il primo singolo ‘Center of The Universe’, spinge ancora più sul lato melodico, forse è quello il suo limite, ma di nuovo, mi tocca dire che è ben costruito. Quanto sono in forma i Domination Black? Sia ‘The Judgement Master’ che ‘Obsession Master’ non mollano, suono centrate, di nuovo non inventano, nulla, ma dannazione quei cori ti portano via e come se non bastasse, ci prendono anche negli arrangiamenti, sempre misurati e funzionali ad un heavy metal che ha un’attitudine in bilico tra il sinfonico (concettuale per lo più) e il power melodico.
Nella seconda parte dell’album hanno rallentato? Un po’ sì, ma nemmeno troppo: per dire ‘Beyond The Shadows Master’ dura ben sette minuti (di più della media che si aggira attorno ai quattro) e si muove in più ampio spettro tra passaggi più oscuri che echeggiano i Judas Priest alternando linee vocali più morbide, il tutto immerso in un’atmosfera oscura e trasognata (non il miglior brano dell’album comunque). Già nella successiva ‘This Endless Master’ le cose cambiano e i Domination Black tornano a martellare con le loro cavalcate che suonano come un mix ben riuscito di elementi quali: l’aggressione Judas Priest, le melodie trascinanti e quella sorta di attitudine sinfonica alla Kamelot. Citerei per chiudere la mia panoramica con una delle mie preferite, ‘Master Of Deception’, che fa il verso nel bridge ai Running Wild per poi dilagare in una melodia ariosa che rimanda invece ad altro, forse gli Helloween, ma in genere al power.
Se vogliamo guardare al bicchiere non del tutto pieno, va precisato che pur mantenendo ogni brano una propria identità e distinguendosi negli arrangiamenti, paiono non variare mai troppo il copione, girando su toni/influenze che non ammettono poi grosse variazioni (come dire facciamo una cosa sola, ma la facciamo bene).
Devo aggiungere altro? La predica sul tempo l’ho fatta e si è capito che un album così è roba rara e preziosa. I Domination Black hanno attraversato infatti il deserto sfidando cactus e avversità, e dopo due decadi di fatiche se ne sono usciti con ‘Judgment IV’, un album che ancor prima di essere curato nei dettagli, ha un’anima potente che si espande in melodie memorabili. Si tratta quindi di musica che ascolterete volentieri anche con il passare del tempo, certo a patto di essere appassionati di un classicismo ortodosso che non si piega alle mode e rinuncia (o quasi) anche all’idea di progressione, senza però mai dimenticarsi di avere un’identità ed essere sempre consistente. Da ascoltare, subito.

Tracklist

01. The Judgement
02. Obsession
03. Center Of The Universe
04. VAT
05. Though The World Perish
06. Beyond The Shadows
07. This Endless Fall
08. Master Of Deception
09. Empire Of Lunacy
10. In The Abyss

Lineup

Matias Palm: vocals
Teppo Heiskanen: guitars
Juuso Laitinen: guitars
Lauri Eerola: bass
Ville Nissinen: drums
Juuso Elminen: keyboards