The Library (6) – Rock Oltre Cortina

Il 02/04/2016, di .

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The Library (6) – Rock Oltre Cortina

813gqyJ-j-LOgni tanto capita, fra i malloppi di carte (per lo più virtuali) e volumi che arrivano in redazione, di trovare qualcosa di veramente meritevole e oggi siamo qui a parlarne. Negli ultimi anni la saggistica e critica musicale ha subito un’impennata di uscite, talvolta (e forse per la maggior parte) discutibili, però un giorno qualsiasi accade che, rovistando sbadatamente nella montagna di email “a scopo d’ignoranza”, si veda brillare una gemma di raro valore. Il libro di Alessandro Pomponi è da inserire in questa categoria, quella delle uscite imperdibili, quella degli accenti dell’orgoglio italico della ricerca armonica, oseremmo dire anche filologica (ammettendo l’etimologia del termine) per l’amore con cui l’autore si è prodigato nella sua indagine per nulla facile e scontata. C’è del marcio oltre la Cortina, ebbene sì, peggio della Danimarca shakespeariana, una viscerale attività di band del sottosuolo, come direbbe Dostoevskij, “siamo arrivati al punto da considerare la vita vera quasi una fatica. E perché ci agitiamo tanto, perché facciamo gli stravaganti?”, scriveva lo scrittore russo, e quello che volevano, per cui si agitavano i gruppi dell’est europeo era la libertà di fare musica. In “Rock Oltre Cortina”, pubblicato da Tsunami Edizioni, si estraggono a forza le budella di un corpo malato, si mostra al pubblico che in quella massa informe di paesi ammutoliti, oltre quel limite invisibile fatto di costrizioni e amara, violenta censura c’era vita pulsante, un’anima ribelle fatta di tanti giovani rabbiosi, coscienziosamente eversivi, convinti che il suono potesse rompere le catene dell’oppressione, dare voce a una generazione che aveva ingoiato i carboni ardenti della nerboruta fornace comunista. Si scopre così che Beat, Prog e Psichedelia (ma non solo) penetrarono le fitte fessure della Cortina, che quei generi (ed anche altri) diedero vita a un meraviglioso giardino di gruppi dalla non comune bellezza e raffinatezza, a partire dall’art rock dei ceco – ma oggi diremmo – slovacchi Collegium Musicum, dal progressive dei conterranei Modrý Effect, passando per il jazz rock dei polacchi SBB e del cantautore Czesław Niemen, e come non nominare gli straordinari ungheresi Omega, o evitare (per lasciarvi la curiosità) di elencare la miriade di gruppi della Germania dell’Est. Tantissimo materiale, a ogni riga una nuova scoperta, e al vertice di tutto c’è la preparazione di Alessandro Pomponi, senza la quale il volume non sarebbe uscito così dettagliato e stimolante. In una parola: imprescindibile.