Le 10 Confessioni di Nergal che ci hanno fatto ridere o riflettere

Il 13/02/2017, di .

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Le 10 <i>Confessioni</i> di Nergal che ci hanno fatto ridere o riflettere

Dopo aver parlato, nell’articolo precedente, di ‘Confessioni Di Un Eretico’ (Tsunami edizioni, trad. di Stefania Renzetti), abbiamo estrapolato dieci fatti ridicoli, curiosi o che ci hanno fatto riflettere. Partiamo con la classifica.

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1. NERGAL E LA BIBBIA DEI DEVIL WEARS PRADA

Al primo posto, e menzionato nella prefazione di Blythe, l’evento del Waverly Hills Sanatorium, quando Nergal ha strappato una Bibbia, consegnatagli dai Devil Wears Prada. Per Nergal la Bibbia è:

un elemento di cultura popolare […] Proprio come Topolino. Ad alcuni piace, ad altri no.

2. L’EPISODIO DELLA COSTOLETTA DI MAIALE

La cosa più temibile da mangiare all’asilo per i bambini era la costoletta di maiale. Un giorno, mentre Adam cercava di valutare tutte le opzioni per evitare di ingurgitarla:

sentivo che il mio intestino aveva un annuncio importante da fare […] Mi illudevo che qualcuno alla fine mi avrebbe fatto andare in bagno […] sono saltato in piedi e sono corso in bagno […] ma era già troppo tardi. Non ho fatto nemmeno in tempo a chiudere la porta e calarmi i pantaloni. Era tutta là.

3. IL PRIMO RAPPORTO ORALE È STATO…

All’asilo. Dopo aver avuto la sua prima erezione, Nergal racconta che:

La ragazzina si chiamava Magda e non era affatto il mio tipo […] Aveva il naso curvo e i capelli dritti. Come una gallina o qualcosa del genere […] all’improvviso mi ha fatto un’offerta che non potevo rifiutare. Voleva leccarmi là sotto…

4. LA PRIMA CHITARRA NEL…

1983-4. Il padre di Nergal gli regalò un’acustica:

era proprio malridotta […] Sembrava che dovesse cadere a pezzi, ma non aveva importanza. Ero felicissimo

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5. IL PRIMO POSTER

Degli ZZ Top.

Era perfetto per la tipica camera da letto polacca degli anni Ottanta: due letti, una scrivania, una bacheca e degli striscioni sopra […]

6. ROGHI E CHIESE

Era naturale che a Nergal, come esponente di spicco del black metal, fosse posta una domanda sui roghi degli edifici di culto cristiani. L’artista ammette che, da giovane, ha avuto l’impulso di bruciare una chiesa. Poi spiega:

Quando sei giovane prendi un sacco di cose molto seriamente […] ero totalmente preso dal black metal […] affascinato da coloro che agivano invece di parlare […] Mi sono spinto un po’ più in là. Non ricordo esattamente quale edificio avessimo preso di mira […] Quando siamo arrivati abbiamo iniziato a pianificare il tutto. Penso fossimo d’accordo per utilizzare delle molotov, volevamo gettarle attraverso le finestre.

7. LA BIBBIA MA NON IL CORANO

Che Nergal abbia distrutto decine di Bibbie è noto, ma perché non ha mai toccato il Corano?

Combatto ciò che conosco. Secondo una logica simile, potresti dire che se parlo inglese allora dovrei parlare anche cinese.

8. HO UCCISO UN…

Piccione. Questo è l’animale più grosso di un insetto mai ucciso da Nergal.

Alle cinque o sei del mattino, si mettevano a tubare e mi svegliavano. Andavo sul balcone e urlavo, di solito si levavano dal cazzo. Ma tornavano sempre […] uno di loro è entrato e si è posato sul mio letto […] Ho preso la tracolla della chitarra e ho iniziato a sferzarla ciecamente attorno a me. Ho colpito il bastardo.

9. L’INIZIO DELLA MALATTIA

Uno dei punti più toccanti del libro è il racconto del calvario della malattia, sin dalle prime avvisaglie:

È iniziato tutto con un piccolo rigonfiamento. Oggi sembra stupido, ma mi è cresciuto un corno sulla testa […] era duro e sporgente […] pensavo fosse una specie di cisti […] un altro corno aveva iniziato a crescere sull’altro lato della testa. Continuavo a trovarlo divertente, poi però c’è stata un’impennata. Sono spuntati altri calli sulla mia pelle […] A quel punto si sono manifestati altri sintomi: problemi allo stomaco, diarrea costante… una cloaca fumante di merda di tutti i colori dell’arcobaleno.

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10. IL NERGAL MODAIOLO

Un’ultima parte del libro è dedicata all’alimentazione, alle droghe, alle abitudini di Nergal. A questo si aggiunge l’abbigliamento.

Mi bastavano una giacca di pelle e gli anfibi, ma ora non più. Scarpe italiane fatte di bella pelle, qualcosa di esclusivo e di unico: è quello che mi serve. Dirai che sono vanitoso. Forse, ma solo un po’, perché vedo qualità in ogni aspetto della vita.

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