The Library (22) – Tu meriti il posto che occupi. La storia dei Disciplinatha

Il 13/05/2020, di .

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The Library (22) – Tu meriti il posto che occupi. La storia dei Disciplinatha

Parlare dei Disciplinatha conduce immediatamente a un periodo controverso per la musica italiana, votata all’impegno sul fronte politico attraverso una proposta musicale Hardcore-Post-Punk di notevole impatto scenico e sociale, prima ancora che musicale. Le porte lasciate socchiuse per molti anni vengono riaperte una sola volta per un concerto-reunion a Bologna nel 2012 in occasione della pubblicazione di Tesori della patria, cofanetto comprendente tutta la loro discografia in ordine cronologico, ed un documentario a cura di Alessandro Cavazza, ‘Questa non è una esercitazione’, che ci racconta cos’è stato, come si è evoluto (o involuto, a seconda dei punti di vista) il fenomeno Disciplinatha. ’Tu meriti il posto che occupi’ è una vera e propria Opera Omnia sulla band, scritta con estrema perizia e professionalità da Giovanni Rossi, autore di altre numerose biografie edite da Tsunami edizioni. Nelle seicento pagine che compongono il libro, gli interventi degli ex membri della band si alternano al racconto dettagliato dell’autore, che traccia un quadro completo sulla breve storia del gruppo, partendo dall’Ep ‘Abbiamo pazientato 40 anni, ora basta!’, tassello fondamentale quanto controverso e latore di problemi con la stampa nazionale che non ha tardato a trattare con superficialità la band per bollarla con l’etichetta fascista, chiudendo ogni porta al progetto prima ancora che il messaggio emergesse rispetto alla musica proposta.
Messaggio purtroppo capito da pochi, o forse peggio compreso da molti. Il timore che potesse risvegliare menti sopite ha prevalso sulla volontà di dare il giusto merito a persone che hanno creduto fermamente nel loro progetto, riuscendo a scavare un solco profondo in una società in costante e veloce mutazione, a partire da quel contesto sociopolitico di fine anni Ottanta. Questo libro ci dimostra che i Disciplinatha hanno saputo erigere un muro di provocazione che non fu soltanto il solco del vinile in cui è stata incisa la musica che ancora oggi sconvolge e disturba.
È vero che gli eccessi spesso possono non essere compresi senza una preparazione adeguata, e ciò implica una completa applicazione alla materia in questione. Già da qui si può intuire che qualcosa, tra la proposta del gruppo e l’ascoltatore medio italico, strideva enormemente. Forse l’arte talvolta deve fermarsi e aspettare che il pubblico stia al passo? Forse sì, ma una band proiettata nel futuro quali erano i Disciplinatha non voleva, non poteva e non doveva assolutamente adeguarsi, anche perché codificare l’arte non è soltanto compito dell’artista. Hanno tentato di aprire le menti spingendo verso un auspicabile cambiamento del pensiero comune, ma questo rimarrà un intento utopistico ancora per molti anni.
Lo scenario industriale nella proposta della band apparve ai più come un semplice revival di un ventennio fascista che non aveva più ragione di essere, se non in quel sottotesto culturale e modernista che loro avevano compreso. Il consumismo globale quale alba di un nuovo ventennio, ora più subdolo e necessario, controllabile e in grado a sua volta di controllare le masse. Il gruppo intendeva risvegliare le menti da questo scenario, ma la potenza dell’immaginario di un nuovo fascismo alla ribalta ha impedito che la profondità del messaggio filtrasse nel modo giusto ad una massa ancora impreparata ad affrontare una simile rivoluzione del pensiero. Erano troppo maturi per un paese ancora acerbo, arretrato culturalmente e socialmente, del tutto impreparato a sviluppare un pensiero così aperto.
Con l’opera di Giovanni Rossi si fa definitivamente luce su un progetto unico e irripetibile, il cui messaggio aveva una propria forza dirompente, persa in venticinque anni di consumismo sfrenato e ritmi di mercato scanditi anche da una politica sempre più incancrenita e meno propensa a comprendere la massa, o meglio, a fare in modo che la massa non potesse comprendere alcun messaggio. I Disciplinatha hanno combattuto questo, e se pure in un panorama di nicchia, ci sono riusciti. Onore al merito.

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DETTAGLI DEL VOLUME:

Titolo: Tu Meriti il Posto che Occupi. La storia dei Disciplinatha
Autore: Giovanni Rossi
Anno: 2019
Editore: Tsunami
Collana: Gli Uragani
Pagine: 600 pagine + 32 a colori
Prezzo: Euro 44,00

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