Witchcraft – Black Metal

Il 24/04/2020, di .

Gruppo: Witchcraft

Titolo Album: Black Metal

Genere: ,

Durata: 32:59 min.

Etichetta: Nuclear Blast Records

Distributore: Warner

76

Ai Witchcraft vanno riconosciuti due meriti: l’aver riportato in voga certe sonorità vintage e di non averne poi cavalcato l’onda quando il fenomeno è diventato una vera e propria moda. Magnus Pelander e i suoi hanno mantenuto sempre un certo distacco, quasi isolazionista, dal resto della scena. Come ho scritto su un altro portale, ai tempi della recensione di ‘Nucleus’, ho amato i Witchcraft dai loro primi vagiti e me ne re-innamoro ogni volta che tirano fuori qualcosa di nuovo. E’ capitato anche questa volta? Sì e no. Sì, perché anche ‘Black Metal’ è farina del sacco di Pelander e c’è il marchio di qualità della sua voce a garantire sull’eccellenza del prodotto. No, perché il disco si distacca in modo netto con quanto fatto in passato. Attenzione, io non considero i Witchcraft una band statica, anzi ne ho sempre apprezzato le variazioni, che però sono rimaste all’interno di uno spettro stilistico sempre abbastanza coerente. ‘Black Metal’ invece è figlio di una decisione drastica, quella di incidere un disco acustico, che va a scavare nell’anima del suo autore (l’unico membro accreditato nel disco, tornato alla chitarra per la prima volta dai tempi di ‘The Alchemist’). Se di metallo nero si deve parlare, allora non è quello caro ai Venom o ai barbari scandinavi, ma quello che riveste la black box che è piazzata accanto al cuore di Magnus. La dimensione intima di questa opera avrebbe potuto far preferire una pubblicazione come solista da parte del cantante, però se è chiaro che i Witchcraft non possono esistere senza Magnus, oggi diventa evidente che anche Magnus non può esistere senza Witchcraft. Così i colori tenui della copertina diventano quelli di tutta l’opera, sospesa tra i rimandi più nobili a Nick Drake e Van Morrison e quelli più stradaioli delle versioni “senza spina” di Bruce Springsteen e Bob Seger. Siamo lontani dalla delicatezza folk del disco solista Jonathan Hultén dei Tribulation – giusto per citare un’uscita recente e in controtendenza con quanto proposto prima dall’artista – che gioca con le sonorità rurali di Pentacle e Mr. Fox, Pelander le mani se le sporca con la tristezza della vita quotidiana (non a caso ben due tracce contengono l’aggettivo “sad” nel titolo). La sua voce incantevole e vellutata ci accarezza ma non ci da conforto, ci lascia piacevolmente più incupiti e, forse, inebetiti. Querelle Witchcraft o non Witchcraft a parte, quello che resta è un bel disco, ed è questa la cosa più importante, no?

Tracklist

01. Elegantly Expressed Depression
02. A Boy And A Girl
03. Sad People
04. Grow
05. Free Country
06. Sad Dog
07. Take Him Away

Lineup

Magnus Pelander: voce, chitarra