‘Power & the Glory’ – inizia a tutti gli effetti la seconda parte della carriera dei Saxon

Il 19/03/2023, di .

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‘Power & the Glory’ – inizia a tutti gli effetti la seconda parte della carriera dei Saxon

Siamo nel 1983 e la NWOBHM ha a tutti gli effetti smesso di essere un movimento compatto, lasciando che i propri campioni prendessero strade distinte, mentre una seconda ondata – sicuramente meno fortunata della prima – popolava le charts indipendenti e i piccoli club, lasciati liberi dai campioni della prima fase che ormai riempivano le arene e le classifiche internazionali. Con i Def Leppard proiettati a tutti gli effetti verso il mercato a stelle e strisce, gli Iron Maiden che stavano per presentare il nuovo batterista McBrain e con esso un disco denso di storie e atmosfere epiche, e con i Tygers Of Pan Tang paradossalmente al palo dopo il successo di vendite di ‘The Cage’ (e con loro tutta una serie di formazioni minori), i Saxon sono attesi alla prova in studio dopo una prova stellare in fase di disco dal vivo qual è ‘The Eagle Has Landed’ e dopo che anche loro hanno visto un avvicendamento dietro le pelli nella persona di Nigel Glocker, subito buttato nell’arena per il live di cui sopra.
Il risultato è un disco muscolare come ‘Power & The Glory’ che se da un lato sciorina un paio di classici assoluti come la title track e la conclusiva ‘The Eagle Has Landed’ dall’altro presenta un numero di tracce sicuramente “ordinarie” che lo collocano di diritto immediatamente fuori dalla ristretta cerchia dei classici (i primi quattro dischi più il live), pur rientrando di diritto in una seconda fascia che comprende anche i successivi ‘Crusader’ e ‘Innocence is No Excuse’.
Nello specifico, vanno segnalati il riff micidiale della title track in apertura (sul cui pattern e importanza in ambito heavy metal si è già ampiamente discusso in queste pagine…), la doppia cassa messa sul finale del singolo ‘Nightmare’ sulla scia dell’innesto del buon Nick Mason in chiusura della più celebre ‘Run Like Hell’, la roboante ‘This Town Rocks’ costruita sulla falsariga di ‘Fire In The Sky’ / ‘Machine Gun’ e il finale alla ‘Judgement Day’ / ‘Taking Your Chances’ di ‘Watching the Sky’, una di quelle virate inattese mutuate dai maestri Thin Lizzy. Come è ovvio, i cinque iniziano a raccogliere i frutti del duro lavoro sino ad allora svolto, avendo ormai a tutti gli effetti istituito un modello e potendo pescare a piene mani da esso. Così, al netto dello scanzonato hard/blues di ‘Redline’, della decisa ‘Warrior’ e dell’oscura ‘Midas Touch’, la chicca dell’allora lato B dell’album è rappresentata dalla già citata ‘The Eagle Has Landed’ (titolo mutuato dal fortunato live dell’anno prima, come faranno anche gli Slayer con ‘Live Undead’ qualche anno più avanti), un pezzo dall’atmosfere quasi floydiane, in cui la tematica dello sbarco sulla Luna diviene il pretesto per celebrare l’aquila saxoniana, vero e proprio simbolo della band di Barnsley.

Hammer Fact:
– Un episodio che torna come un mantra ogni mese di febbraio è la partecipazione dei Saxon al festival di Sanremo, e ovviamente è questa la sede per rievocarlo! Come Biff stesso ebbe a dichiarare successivamente, i cinque non si sentivano esattamente a proprio agio in quell’atmosfera piena di fiori e scandita dal Bel Canto, ma l’occasione di promuovere il nuovo disco era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Esibizione rigorosamente in playback, come da costume in quel decennio, ma direttamente al Teatro Ariston e non al Palarock, come invece avverrà per gli ospiti degli anni successivi. Qualche nota di colore sull’edizione del Festival che compie (anch’essa) quarant’anni in questo 2023? Certo: a vincere fu ‘Sarà quel che sarà’ di Tiziana Rivale, che presenta incredibili somiglianze con il refrain di ‘Up where we belong’ di Joe Cocker, futura colonna sonora di ‘Ufficiale e Gentiluomo’! Come spesso capita, a restare nella memoria collettiva sono state però altre canzoni in gara, come la stellare ‘Vacanze romane’ dei Matia Bazar, l’iconica ‘L’italiano’ di Toto Cotugno e soprattutto ‘Vita spericolata’ di Vasco Rossi, alla sua seconda e ultima partecipazione al Festival, protagonista di un abbandono del palco in pieno playback che resterà nella storia. E i Saxon? Immancabilmente introdotti come “cinque ragazzi grintosi e aggressivi come la loro musica”, autori del nuovo album ‘Power of Glory’ [sic].
– Il tour promozionale di ‘Power & The Glory’ fu catturato in una VHS che è a tutti gli effetti il primo home video dei Saxon, intitolato semplicemente ‘Live’. Tra i vari classici presenti, spicca anche l’inclusione di ‘Redline’, ‘This Town Rocks’ e ‘The Eagle Has Landed’, quest’ultima introdotta da un flashback sul soundcheck che vede Byford e Dawson alle prese con i pedali del basso che producono il riconoscibilissimo effetto posto in apertura. Va inoltre segnalata l’inclusione del videoclip della nuova versione di ‘Suzie Hold On’, registrata due anni dopo l’originale presente su Wheels Of Steel e poi inclusa nelle ristampe expanded di ‘Power & The Glory’, nonché nella sezione videoclip del successivo home video, ‘Live Innocence’ / ‘The Power & The Glory’, assieme alla title track e a ‘Nightmare’.

Line-Up:
Biff Byford: vocals
Paul Quinn: guitars
Graham Oliver: guitars
Steve Dawson: bass
Nigel Glocker: drums

Tracklist:
01. Power and the Glory
02. Redline
03. Warrior
04. Nightmare
05. This Town Rocks
06. Watching the Sky
07. Midas Touch
08. The Eagle Has Landed

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