A Real Live One: 31 anni di fenomeno Iron Maiden

Il 22/03/2024, di .

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A Real Live One: 31 anni di fenomeno Iron Maiden

Da quel lontanissimo 1975 è inopinabile fra il popolo dei metallari affermare che gli Iron Maiden non ne hanno sbagliato una.
Beh, fermi tutti, non proprio direte alcuni di voi, e ok dobbiamo ammettere che varie sono state le scelte non azzeccatissime, vari sono stati i tour andati a secco (vedi il Virtual XI World Tour), vari sono stati gli ex cantanti non proprio fiore all’occhiello della band (coff…coff…), varie le dichiarazioni poco opportune o gli atteggiamenti che lasciano a desiderare con i fans…
Insomma, a quale band è andata sempre liscia?
Ok ricominciamo, l’unica cosa che è davvero inopinabile al giorno d’oggi è che il gruppo di Steve e Bruce sia uno dei più grandi del mondo.
Soprattutto a livello di performances live, intendo.
Diciassette album registrati, 23 live di cui uno, proprio oggi, è il protagonista di questa giornata: ‘A Real Live One’.
E’ il lontanissimo 22 marzo del 1993, è appena uscito il capolavoro ‘Fear Of The Dark’ e i Maiden stanno collezionando sold out nei vari bagaglini d’Europa.
Decidono quindi di raccogliere 11 canzoni fra le migliori performance in 9 date sparse.
Undici pezzi totali estratti dall’ultimo lavoro ed anche dall’iconico ‘Somewhere In Time’: ‘A Real Live One’ è ufficialmente il secondo di una lunghissima serie di album registrati dal vivo della band.
Fermiamoci un attimo, non è così scontato che una band, oltre trent’anni dopo abbia così tanti album live: se siete mai stati ad un loro concerto penso che sappiate di quali emozioni io stia per parlare, se non ci siete mai stati beh…potete continuare ad ascoltare il vostro disco dei Metallica.
Il punto dei Maiden è che le loro canzoni piacciono così tanto, sono così tanto sentite nel cuore dai fans, che è praticamente impossibile sentire la voce di Bruce, talmente è sovrastata da quella del pubblico.
Oggi siamo qui non solo per parlare quindi di uno dei tanti capolavori che una band agli esordi, o quasi, ci ha inconsapevolmente regalato, stiamo per affrontare la descrizione un vero e proprio fenomeno che continua a piacere e strapiacere a tutti: il fenomeno Iron Maiden.
E per quanto l’ascolto di un live registrato sia riduttivo dopo aver fatto di persona quella stessa esperienza, vi invito ad inserire in macchina, o dovunque voi siate, come disco successivo uno studio album… e capirete la differenza.
E’ come catapultarsi da un’arena piena di luci ed emozioni con in mano una birra gelata ad un claustrofobico e freddo studio.
Imperfetto, inaspettato e pieno di colpi di scena il primo; pulito, preciso e impeccabile il secondo.
Ma a chi è che piace la perfezione?
Ascoltatevi ‘Tailgunner’, ‘Afraid To Shoot Strangers’ e ‘The Clairvoyant’: l’avvertite la passione che si cela dietro l’esecuzione di questi estratti?
Anche se la produzione confrontata ad oggi non è in grado di catturare i dettagli e non é eccellente, facendo un paragone con gli album di allora è davvero buona.
Sia Dickinson che Nicko McBrain sono in ottima forma, un po’ meno Harris.
Per quanto riguarda le chitarre beh, ok per Dave Murray ma Janick Gers non é la precisione assoluta..purtroppo dobbiamo attendere il 1999 per riavere l’adorato Adrian Smith nella band…
Ma chissene, siamo davanti agli albori di un vero e proprio fenomeno di massa: i nostri Maiden sono giovanissimi, irriverenti, avventati; arroganti, aggressivi quanto il loro sound; metodici e precisi ed allo stesso tempo spontanei e spericolati.
Personalmente mi sento estremamente legata a ‘The Evil That Men Do’ e ‘Fear Of The Dark’, suonate magistralmente: se si chiude gli occhi durante il loro ascolto sembra di essere lì, proprio lì, 30 anni fa, davanti ad un Bruce e ad un Harris in pantaloncini e canotta, di un thrash che più thrash non si può.
Anche ‘Can I Play with Madness’ o ‘Wasting Love’ sono esecuzioni che non hanno nulla da inviare: performance superbe, ma che, sempre in termini di gusti personali, non possono competere con le prime…sarà per quegli intro, talmente tanto perfetti, cadenzati, semplici ma unici…
Gli haters quando non sanno che criticare dei Maiden si attaccano penosamente al fatto che compongono canzoni con 4 note e 2 accordi.
Al di là di queste fuoriuscite che denotano ignoranza per il genere, riflettiamo sul fatto che a quelle 4 note ci sono arrivati loro e non altri…che a quegli intro che tanto entusiasmano tuttora, 40 anni dopo, le folle, restano insuperabili rispetto a certi intro di oggi…e che gli Iron Maiden, a 65 anni suonati, rimangono sempre e per sempre, gli Iron Maiden.

Hammer Fact:
-A Real Live One fu pubblicato subito dopo che Bruce annunciò il suo abbandono della band:il suo ultimo concerto con i Maiden si svolse il 28 agosto 1993, evento immortalato nell’album video ‘Raising Hell’.
-Le 11 track sono state scelte fra le migliori performances delle 9 date del tour: lo stesso Steve Harris dichiarò che fu molto difficile scegliere le canzoni per trovare una performance di chitarra decente…

 

Line Up
Bruce Dickinson – voce
Dave Murray – chitarra
Janick Gers – chitarra
Steve Harris – basso
Nicko McBrain – batteria

Tracklist
01.Be Quick or Be Dead
02.From Here to Eternity
03.Can I Play with Madness
04.Wasting Love
05.Tailgunner
06.The Evil That Men Do
07.Afraid to Shoot Strangers
08.Bring Your Daughter… To the Slaughter
09.Heaven Can Wait
10.The Clairvoyant
11.Fear of the Dark

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