Motley Crue – Mutherfucker of the Year

Il 14/07/2005, di .

Motley Crue – Mutherfucker of the Year

C’era grande attesa per il ritorno italiano dei Motley Crue, ed i quattro dannati, rilanciati dall’esplosione della loro controversa biografia “The Dirt” non hanno deluso le aspettative. L’arrivo nel backstage del Gods Of Metal con tanto di limousine, nani e modelle a bordo è da vere star, mentre l’incontro con la stampa non ha difettato in aneddoti e rivelazioni

C’è poco da fare. Saranno passati gli anni, saranno caduti i capelli, si saranno susseguite collaborazioni da brivido con “geni” dell’hip hop e “alfieri” dell’elettronica, però ancora oggi sono loro, i Motley Crue, ad incarnare l’autentico spirito del rock’n’roll. E non solo perché l’autobiografia ‘The Dirt’ ha recentemente gettato in pasto alla massa la loro vita, una storia fatta di scopate selvagge, orge colossali, drammatiche overdose e fiumi di eccessi. I quattro Crue erano, sono e saranno sempre quattro personaggi ben delineati, disegnati chissà come e chissà quando da un creativo sceneggiatore in trip. Vince Neil il bello e dannato, l’irritante attaccabrighe dalla “voce da papera”, Mick Mars, il “nato vecchio”, l’oscuro alieno caduto quasi per sbaglio in questa cricca di pazzi, Tommy Lee, l’istrionico trombatore dal carattere infiammabile alla continua ricerca di un bel paio di tette (e dire che sono passate dalle sue… mani quelle di Pam Anderson, e scusate se è poco….) e poi lui, Nikki Sixx, il re degli eccessi tornato più volte dal regno dei morti ed ora finalmente ripulito e pronto a prendere per mano la sua creatura e riportarla ai fasti del tempo passato. Questi sono i Motley Crue post-reunion, quattro eroi ancora in grado di recitare la loro parte come nessun’altro al mondo, quattro rockstar che nonappena approdano nel backstage del Gods Of Metal bolognese con i loro macchinoni lo invadono di spogliarelliste, nani, lap dancer ultra tatuate ed altri inquietanti figuri, quattro miti fedeli alla loro immagine anche in sede di conferenza stampa, con Mick Mars rinchiuso nel suo criptico silenzio, Neil sempre più insofferente, Tommy Lee relegato al ruolo di divertente spalla e Nikki Sixx alle prese con il “lavoro sporco”, quello delle public relations in un quarto d’ora di chiacchiere di rito. Prima che l’urlo della folla rapisca anche questi quattro eroi ed il palco li restituisca alla massa in tutto il loro splendore, costruito su sangue, sudore, eccessi ma soprattutto tanta voglia di divertirsi e fare divertire.
Bentornati in Italia, ragazzi! Che rapporto avete con il Paese che oggi vi ospita?
(Nikki Sixx) Personalmente adoro l’Italia e, in generale, amo profondamente l’Europa. Qui ho vissuto i momenti più belli ed entusiasmanti della mia vita, quindi tornarci è sempre un piacere. Mi piace il vostro modo di vivere la musica, la vostra passione, l’attaccamento che dimostrate alla band, il vostro calore… oltre al clima che, per quanto mi riguarda, è ideale! Suonare da voi è sempre un’esperienza eccitante, l’audience risponde sempre benissimo e le cose vanno sempre alla grande… voi direste ‘tutto bene!’ (pronunciato in italiano, N.d.A), o almeno credo…”
Quanto è stato importante il botto della vostra autobiografia ‘The Dirt’ per quella che sarebbe diventata una delle reunion più clamorose degli ultimi anni?
“(Nikki Sixx) Senza dubbio il successo di ‘The Dirt’ ha contribuito in modo molto forte a farci riavvicinare. Ma non si è trattato di una semplice trovata commerciale come molti potrebbero pensare. ‘The Dirt’ è stato pubblicato tre anni fa, però l’idea di scrivere un libro sulla nostra vita ci frullava in testa già da tempo, perché negli anni la gente ha parlato tantissimo dei Motley Crue, a volte con cognizione di causa, a volte a sproposito. Sono state dette molte cose vere a proposito delle nostre vite, ma anche colossali cazzate. Per questo abbiamo pensato che fosse giusto rendere pubblica la nostra vera storia e offrire al lettore il quadro delle cose dal punto di vista di Nikki Sixx e non di uno stronzo che magari non mi ha mai incontrato e sputa sentenze su di me solo per sentito dire…”
‘The Dirt’ è ricco di aneddoti e storie di vita on the road al limite dell’impossibile. Qual è la cosa più strana che vi è successa nell’ultimo periodo?
“(Nikki Sixx) Dipende cosa intendi tu per ‘strano’. La vita dei Motley Crue si arricchisce in continuazione di fatti bizzarri, tanto che ciò che a te potrebbe apparire sconvolgente, per noi è ormai la norma”.
“(Tommy Lee) Ieri sera, ad esempio, ci siamo esibiti allo Sweden Rock Festival. Una ragazza, aggirando la sorveglianza ed il servizio d’ordine, è riuscita ad intrufolarsi nel backstage ed è entrata nel camerino di Nikki portando via un po’ di roba convinta che fossero dei preziosi cimeli. Peccato che quegli oggetti non fossero di Nikki ma di sua moglie! Dovevi sentirla urlare quando se n’è accorta; era incazzata nera…”
Da ‘The Dirt’ dovrebbe anche essere tratto un film, vero? A che punto siete con la sua realizzazione?
“(Nikki Sixx) Del film se ne parla già da tempo e non è un mistero che prima o poi vedrà la luce. Il problema è che per realizzare un buon film ci vuole molto tempo e idee chiare. Per il momento abbiamo individuato il regista e questo è un buon punto di partenza, la sceneggiatura pensiamo sia valida… quello che ci va ora è parecchio tempo per realizzare il tutto”.
Il vostro tour negli Stati Uniti è stato caratterizzato da un massiccio utilizzo di trovate sceniche, effetti che in Italia sono stati utilizzati in modo molto più limitato. Come mai questa decisione?
“Purtroppo non abbiamo potuto portare anche qui lo spettacolo che proponiamo in America per motivi tecnici. Ma lo stesso problema credo lo abbiano avuto anche altre band alle quali è stato impedito di utilizzare particolari effetti tipo fuochi d’artificio. E’ l’inconveniente del suonare in un grande festival: ci fossimo esibiti in una arena da soli probabilmente avremmo potuto utilizzare più effetti… ma questo non è sempre negativo. Oggi, ad esempio, nei nostri show mettiamo molta più musica che in passato, e poi a volte trovo sia anche divertente suonare senza effetti, senza troppi fronzoli: imbraccio il mio basso, salgo sul palco e suono nel modo più selvaggio possibile. E’ bello anche così…”
Con il vostro show fate compiere all’ascoltatore un bel salto nel passato proponendo tutti i vostri vecchi classici. Non vi annoiate mai a suonare e risuonare sempre le stesse canzoni dopo tutti questi anni?
“(Tommy Lee) No, anzi, è ancora molto divertente. Molto dipende comunque dalla reazione di chi ci sta davanti. Se la risposta dell’audience è annoiata, è uno strazio anche per noi suonare certe canzoni, se invece le reazioni sono entusiaste, ne trae giovamento anche il nostro spirito. Per nostra fortuna nel corso della nostra carriera abbiamo avuto modo di incidere parecchie canzoni ‘scuoti-culi’, quindi difficilmente ci sarà chi starà fermo durante il nostro concerto”.
“(Nikki Sixx) E poi, comunque, il bello di essere in giro da più di vent’anni è che abbiamo alle spalle un bagaglio di canzoni tali da non farci mai annoiare. Abbiamo in programma nel periodo estivo più di sessanta show, quindi è normale che si debba cambiare ogni tanto, quindi andiamo a pescare nella nostra discografia, cambiamo un po’ le scalette ed il gioco è fatto. Noia è un termine che non esiste nel vocabolario dei Motley Crue”.
Tutti si aspettano adesso un nuovo studio album. Ci state lavorando? Avete già programmato la sua uscita?
“(Nikki Sixx) Le idee ci sono, e anche la voglia di incominciare a incidere qualcosa, però per il momento lasciamo tutto da parte e ci concentriamo sul tour, perché è ancora lungo, è impegnativo e ha bisogno dei Crue in perfetta forma per essere portato alla fine con successo. Dopodichè ci prenderemo un periodo di vacanza e quindi inizieremo a pensare al nuovo studio album”
“(Tommy Lee) Ne abbiamo parlato spesso e ci rendiamo conto di essere fortunati, perché ci è stata data una seconda possibilità di tornare. Però allo stesso tempo ci rendiamo conto che l’attesa per il nostro come back è tale da non permetterci passi falsi. Non possiamo sbagliare, il prossimo disco è troppo importante per noi, quindi vogliamo prenderci tutto il tempo necessario per lavorarlo al meglio. Contiamo di iniziare a lavorarci su verso dicembre in modo da poterlo buttare fuori nel 2006, ma non vogliamo darci scadenze”.
I due brani inediti contenuti in ‘Red, White & Crue’, ‘If I Die Tomorrow’ e ‘Sick Love Song’ suonano abbastanza distanti da quello che è il classico sound dei Motley Crue. Segno che nel prossimo lavoro tenderete a sperimentare qualcosa di nuovo?
“(Nikki Sixx) La cosa interessante per una rock band, e non parlo solo per i Motley Crue, è che quando ci si trova a scrivere qualcosa di nuovo piovono stupidi paragoni con il passato, fatti da gente che non riesce a concepire l’evoluzione nella musica. Pensa che quando abbiamo inciso ‘Home Sweet Home’ la gente non ci poteva credere: ‘ma che cazzo avete fatto?!?’ ci dicevano, eppure quella ballata è diventato il nostro singolo di maggiore successo, cantato ogni sera dall’arena all’unisono. E quando abbiamo registrato ‘Girls Girls Girls’ ci siamo sentiti dire che avremmo dovuto scrivere più canzoni tipo ‘Home Sweet Home’, e la stessa cosa è successa per ‘Dr. Feelgood’, due dischi che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Ma se avessimo dato ascolto a quelle persone che ci criticavano, saremmo forse rimasti per sempre prigionieri di un’etichetta, schiavi della nostra stessa musica. Il bello di essere musicisti è il seguire l’ispirazione e lasciare che il sound faccia il suo corso. Il nuovo disco non suonerà mai come i Motley Crue del 1985, perché quel tempo è passato e non tornerà mai più”.
In quegli anni eravate gli indiscussi padroni di L.A, poi negli anni Novanta è arrivato il grunge e tutto si è dissolto. Che effetto vi fa vedervi ancora qui, vivi e vegeti, dopo 25 anni?
“(Nikki Sixx) A volte ci penso e mi sembra tutto assurdo. Abbiamo iniziato a suonare nel 1981 ed oggi ci troviamo ancora qui, a 25 anni di distanza. Non posso credere che è passato tutto questo tempo, eppure è così. Tutti negli anni Ottanta pensavano che fossimo una moda passeggera, ed invece il grunge è passato, il nu metal è passato ma i Crue sono ancora qui e vogliamo restarci. Questo perché fondamentalmente sono un musicista, amo quello che faccio e spero di poterlo fare per il resto della mia vita”.
In attesa della reunion dei Crue, avete avuto modo di attuare collaborazioni anche abbastanza ‘rischiose’ con artisti molto distanti dal vostro universo. Soprattutto tu, Nikki, hai recentemente inciso con i Simple Plan. Come sono nate queste collaborazioni?
“(Nikki Sixx) Nel periodo che ha preceduto la reunion siamo stati tutti parecchio occupati. Tommy ha realizzato uno show per la NBC, Vince ha portato avanti la sua carriera solista, Mick ha curato la sua malattia ed io ho avviato diverse collaborazioni con molti artisti anche parecchio differenti da me. A parte il disco ed il tour con i Brides Of Destruction ho scritto tre canzoni, una con i ragazzi degli American Hi-Fi, una con il cantante ed il chitarrista dei Simple Plan ed una con James Michael, ‘Sick Love Song’. Ed in passato avevo già lavorato con altri songwriter differenti, come Bryan Adams per il brano ‘Glitter’… tutte esperienze divertenti, eccitanti, che hanno fatto nascere in me il piacere di confrontarmi con altri musicisti. Perché alla fine la musica è solo… musica. Cosa c’è di scandaloso nel lavorare con artisti pop o rap? Adoro il metal, mi piacciono gli Iron Maiden e gli Slayer, ma sarebbe noiosissimo passare la vita ad ascoltare solo ed esclusivamente i loro dischi. Se il chitarrista dei Simple Plan ha un modo di suonare che spacca, ci lavoro assieme senza problemi! E’ una cosa interessante per l’artista e ti aiuta a crescere notevolmente”.

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