Mötley Crüe – Shout At The Devil (40th Anniversary)

Il 30/11/2023, di .

Gruppo: Motley Crue

Titolo Album: Shout At The Devil (40th Anniversary)

Genere: , ,

Durata: 53:45 min.

Etichetta: BMG

80

Chi sono per voi i Mötley Crüe? Il gruppo che ha dettato legge in ambito del più sfrontato street/sleazy con ‘Girls, Girls, Girls’, quelli del golden standard del suono hard’n’heavy codificato da Bob Rock su ‘Dr. Feelgood’, il quartetto “back to basics” ma misconosciuto che ha firmato il bellissimo disco omonimo, o forse la band che continua a far parlare di sé anche al giorno d’oggi, riempiendo le arene nonostante i ripensamenti, le critiche, gli eccessi e la vena compositiva decisamente in caduta libera?
Ecco, al netto della mia passione per ‘Mötley Crüe’ del 1994 (che non esito a collocare sul podio della loro discografia, con buona pace dei die-hard fans), va detto come sia ben chiara ai miei occhi l’importanza dei primi due album targati Crüe, nonostante la relativa crudezza del sound e anzi proprio per via di essa.
Così, ‘Too Fast For Love’ e ‘Shout At The Devil’ ci consegnano a distanza di anni l’immagine sonora di una band ancora legata a doppia mandata all’HM, e che sarà successivamente fonte di ispirazione per tutti, anche per una serie di “insospettabili” definiti tali soprattutto nell’ambito dell’annoso confronto glamsters vs. thrashers.
Quale migliore occasione di ascoltare la pericolosa creatura di Feranna e Bass che quella offerta da questo suntuoso remaster per il quarantennale di un disco fondamentale per il metal americano come ‘Shout At The Devil’? Già, Feranna e Bass, l’italiano e il greco, l’ennesimo emblema di come il sogno americano possa portare alle stelle anche coloro che non rientrano nella narrazione dei vincitori, e farli passare dalla porta principale del successo – a patto che il talento vada a braccetto con un’oculata gestione, al netto degli eccessi distruttivi e autodistruttivi di quegli anni.
Così, persino in questa versione remasterizzata ‘Shout At The Devil’ grida tutta la sua urgenza, a partire dagli arditi riferimenti a un’iconografia “pentacolare” che paradossalmente sdoganeranno per la prima volta determinati argomenti al grande pubblico (salvo poi finire nel mirino del PMRC), passando per la trionfale apparizione allo US Festival e per il celebratissimo tour con Ozzy Osbourne, ma soprattutto basandosi su composizioni “vere”, alcune delle quali sono entrate di diritto nell’immaginario collettivo…
A parte l’arcinota title track, sono infatti letali le frecce all’arco di una formazione più sferragliante che mai, con la quadratissima ‘Looks That Kill’ che non smette di scuotere gli animi da quarant’anni, anche quelli degli insospettabili di cui sopra, passando per il proto-speed di ‘Red Hot’, la cui cavalcata in doppia cassa mostra il tipico ascendente motorheadiano di Tommy Lee unito alla passione per il metal classico di Mick Mars, per il riffing incalzante della pruriginosa ‘Too Young To Fall in Love’, per il crescendo lussurioso di ‘Ten Seconds to Love’ e soprattutto per quella che per me è la vera perla dell’album, quella ‘Danger’ che anticipa le atmosfere più ossessive dello US Metal con un arpeggio che farà la fortuna di gente come i Crimson Glory, fino al ritmo ostinato del bridge che lascia spazio a un ritornello essenziale ma tagliente al punto giusto. Va detto come dal mio punto di vista si tratti di una delle performance migliori di un singer come Vince Neil, che qui sfrutta al meglio le potenzialità di una timbrica particolare – al netto di quanto le esibizioni live metteranno subito in chiaro sin da allora, dal punto di vista della tecnica vocale: l’assenza di bonus tracks dal vivo nella presente edizione parla da sola!
Come dimenticare poi la presenza di una cover che è l’essenza stessa universalmente riconosciuta del proto-metal? ‘Helter Skelter’ sarà anche meno iconica della versione di Siouxsie e sin troppo aderente all’originale beatlesiano, ma la dice lunga su quella riaffermazione e rimarcazione del senso di appartenenza che vedrà la band cimentarsi successivamente anche con un archetipo del punk, quella ‘Anarchy in the UK’ che troveremo su ‘Decade of Decadence’.
Parliamo dunque delle bonus tracks qui presenti, a partire dalla felpata ma essenziale outtake ‘Black Widow’ (che finora era stato possibile ascoltare solo sulla raccolta ‘Red, White and Crüe’) passando per ‘Hotter Than Hell’, la prima versione di quella ‘Louder Than Hell’ che finirà sul successivo ‘Theatre of Pain’, a tutti gli effetti un passo in avanti verso una laccatura del sound che proietterà la band verso un sound più glam e meno legato alle radici HM. A onor del vero, non ci sono grandi variazioni sul tema, e lo stesso può dirsi per le versioni di ‘Shout At The Devil’ e ‘Looks That Kill’, che però ci presentano un Mars se possibile ancora più “libero” e irruento della prova in studio, a ulteriore testimonianza di come la costruzione del suono dello storico chitarrista sia sempre stato un elemento costitutivo dei losangelini. Da notare l’assenza di ‘I Will Survive’ rispetto alla ristampa del ventennale, ma non stiamo certo parlando di un episodio imperdibile… Chiude la “sezione novità” una prototipo rallentato di ‘Too Young To Fall in Love’, con stiracchiamento finale probabilmente aggiunto ad arte: voglio essere malfidato e sicuramente faccio bene, data la costante attenzione a immagine e marketing mostrata dalla premiata ditta dei Mötley!
In definitiva una ristampa che può inserirsi a tutti gli effetti in un filone di “recupero” tanto in voga di questi tempi, ma che ha il merito principale di riaffermare le origini del mito targato Mötley Crüe, lasciando parlare la musica più che i gossip, a distanza relativamente breve dai fasti cinematografici di ‘The Dirt’ e del chiacchieratissimo ritorno ai tour del quartetto di LA…

Tracklist

01. In the Beginning
02. Shout at the Devil
03. Looks That Kill
04. Bastard
05. God Bless the Children of the Beast
06. Helter Skelter
07. Red Hot
08. Too Young to Fall in Love
09. Knock ‘Em Dead, Kid
10. Ten Seconds to Love
11. Danger
12. Black Widow
13. Hotter Than Hell (demo for Louder Than Hell)
14. Shout At The Devil (demo)
15. Looks That Kill (demo)
16. Too Young to Fall in Love (demo)

Lineup

Vince Neil: lead vocals
Mick Mars: guitars, acoustic guitar, backing vocals
Nikki Sixx: bass, bass pedals, backing vocals
Tommy Lee: drums, backing vocals