5 curiosità che forse non sapete su… Joey DeMaio

Il 06/03/2021, di .

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5 curiosità che forse non sapete su… Joey DeMaio

O si ama o si odia. O si stima o si critica. E purtroppo è un dato di fatto che non esistano vie di mezzo, sentimenti di dubbia identità o espressioni di tenue colore verso il protagonista di oggi, leggenda americana dell’Heavy metal nonché fondatore degli unici, teatrali e leggendari Manowar.
Ladies and Gentlemen Joey DeMaio, bassista acclamato dalla critica e leader idolatrato dai propri fedelissimi, la cui sfacciata attitudine, l’eccelso acume, l’incredibile istinto sono noti quanto lo smisurato amore verso la musica e i propri fan.
Noi di Metal Hammer vogliamo festeggiare questo personaggio ripercorrendo la sua carriera in 5 punti.
Siete pronti? Non ci resta che iniziare! E buon compleanno Joey!

King Of Metal

Virtuoso del basso, artista poliedrico vincitore di svariati dischi d’oro e di platino, DeMaio ha elaborato ad hoc un prodotto che nel corso del tempo ha riscosso un successo mondiale: i Manowar.
Una discografia d’album dai titoloni e dalle lyrics fatte di Steel, Metal, World, Kings, Glory, Hammer, Warriors…ho già detto Steel?! Una band che è diventata unica nel proprio genere il cui biglietto live è “ai livelli di Metallica eIron Maiden” e che ha basato tutta la propria politica su ambizione e perfezionismo.
La sua particolarità come musicista? Quella di suonare il basso come se fosse una chitarra, adottando anche accorgimenti tecnici quali il calcolo minuzioso del distanziamento fra le corde e la loro scalatura.
Di tutta la lista di qualità con cui DeMaio si autoelogia presso il proprio sito internet (fino ad arrivare a definirsi come “uomo rinascimentale di multiforme ingegno”) balenano all’occhio due inconfutabili caratteristiche: l’istinto ed il fiuto.
Ricordiamo che il nostro Joey prima di fondare i Manowar con Ross the Boss ha seguito ovunque i Black Sabbath come pirotecnico e tuttofare nel loro ‘Heaven And Hell Tour’, un’esperienza che lo ha portato a capire gli elementi essenziali per raggiungere il successo.
Un’ attitude arrogante sin dagli esordi la sua, talmente tanto convinta da non poter non convincere anche l’ascoltatore, che davanti a capolavori come ‘Sign Of The Hammer’ (vedi per il basso ‘Thunderpick’) o ‘Battle Hymns’ (ascolta Joey in ‘William’s Tale’) è istintivo alzare il volume al massimo e portare il pugno al cielo.

DeMaio Spoken Word Tour

Un libro non bastava per raccontare la storia personale di una delle band più iconiche della storia del metal, perciò è nata l’idea di organizzare un Spoken Word Tour dove i fans si possono ritrovare in una serata completamente dedicata alla propria band preferita per ascoltare il nostro Joey che con microfono alla mano ripercorre i momenti storici e svela tanti aneddoti.
Una ventina di date l’anno in tempi pre-pandemia, di cui 21 prefissate in Germania, che non mancavano di fare addirittura sold-out.
Che cosa può emergere da questa esperienza? Che il Magic Circle è stata una trovata che nel corso del tempo non ha avuto tutta questa originalità o genialità, che il distanziamento di Scott Columbus per motivi legati alla salute del figlio è una scusa bella e buona, che il nostro Louis Marullo, per gli amici Eric Adams, è e rimarrà sempre uno dei migliori cantanti della storia del metal e che lavorare a stretto contatto con DeMaio è affascinante ed allo stesso tempo sconcertante. In tutte le connotazioni positive dei termini che io, non so voi, riesco a vedere.

Warrior Of Metal

Appassionato di arti marziali e di pesistica, collezionista di Harley Davidson, ex manager dei super italiani Rhapsody Of Fire nonché produttore della band HolyHell, la lista delle attività “extrascolastiche” di DeMaio è davvero lunga.
Considerata la sua gavetta musicale mi sembra scorretto definire questo bassista come ultratecnico e ci terrei a riconoscere in lui altre qualità quali il buon gusto, la capacità d’improvvisazione, la tenacia e…la resistenza. Resistenza? Eh già, non dimentichiamoci che nel 2008 i Manowar sono entrati nel Guinness World Record per essersi esibiti nella performance più lunga di sempre: cinque ore e un epicissimo minuto al Kaliakra Rock Festival in Bulgaria, dove Joey ha intrattenuto ventimila persone in una scaletta di cinquanta canzoni.
Ma non solo, la band è stata definita come “The loudest band of all time” per il record raggiunto live di 129.8 dB in uno show ad Hannover, non riconosciuto nell’immediato per evitare di supportare rumori così nocivi alla salute.

Too young to retire

Nonostante il Final Battle Tour, DeMaio non ha mai espresso la voglia di andare in pensione.
Ha ribadito proprio tramite un’intervista l’anno scorso di essere “Troppo giovane per il ritiro” e di lavorare costantemente per la realizzazione di nuove ed immense opere epic rock.
Quella dei Manowar è stata definita come “l’avventura più grande della sua vita” e non esiste amore più grande di quello che lo lega alla musica e ai suoi fans.
“Le persone sono libere di pensare che io sia un’idiota come di non apprezzare la nostra musica e ciò che siamo”: i Manowar sembrano somigliare più che mai ai “soldati del film 300”, che senza rimorso e senza esitazioni non si fermeranno mai.

Hellfest?!?

Lo staff dell’ Hellfest non aveva scelto a caso come headliner i Manowar per l’edizione del 2019.
Una decisione rivelatasi vincente anche per la presenza dello stesso Joey DeMaio che annunciava sul Main Stage la band un anno prima. Un anno di attesa stroncato però da un’assurda presa di posizione.
Un annuncio improvviso, trapelato tramite il gelido “canceled” presso la pagina ufficiale del Festival la mattina stessa: la band americana non avrebbe suonato all’Hellfest per incomprensioni con lo staff.
E fra chi dice che i Manowar avessero preteso di suonare in un palco nato dall’unione dei due Main Stage, e chi dice semplicemente che volessero esibirsi ad un volume troppo alto, ciò che è certo è che la band non sarà più tanto benvenuta negli anni a venire in festival così seri, ben programmati ed organizzati nei minimi dettagli come quello francese.
DeMaio successivamente ha espresso tramite il proprio profilo di aver impugnato una causa contro il Festival.
Dietro a un nome e a una fama del genere, merito forse anche di una certa attitudine sfrontata quanto istrionica, ci si dovrebbe però fermare ogni tanto per ricordarsi che l’umiltà, a differenza di un’eccessiva ambizione, non passa mai di moda.
Soprattutto se si è abituati a sottolineare quanto si ama il proprio pubblico.
Ma voi popolo di fedelissimi di tutto questo …che ne pensate?

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