Motley Crue – Live After Death

Il 19/08/2009, di .

Motley Crue – Live After Death

Sono stati l’attrazione del Gods Of Metal 2009, una band che ha saputo cadere nel fango, rialzarsi e tornare sulla cresta dell’onda. E per fare questo non ha avuto paura di portare alla luce i suoi demoni, le sue debolezze, i suoi lati oscuri, parlando della droga e dell’alcool come di una vecchia amica bastarda, parlando dell’auto distruzione come di una compagna di viaggio ormai abbandonata da tempo ma indispensabile per il raggiungimento della vetta. I Motley Crue sono tornati mettendo in musica il proprio passato, le proprie dipendenze, i propri incubi, ma ciò che più conta è il valore di quella musica, ben testimoniato dal progetto Sixx A.M, prima, quindi dall’ultimo ‘Saints Of Los Angeles’. Tra nuovi dischi, vecchi classici da celebrare, festival, libri e reality show, Fabio Magliano si è addentrato nei meandri di una delle band più oltraggiose degli ultimi 30 anni…

HE’S THE ONE THEY CALL DR. FEELGOOD…
1 settembre 1989. La Elektra Record lancia sul mercato ‘Dr. Feelgood’, quinto album degli allora lanciatissimi Motley Crue. La band è all’apice, pare impossibile che possa crescere ancora, ed invece quasi a sorpresa il disco viene proiettato al primo posto della Top 200 di Billboard, primo album dei Crue a raggiungere un simile riconoscimento, arrivando a vendere nei soli States oltre 6 milioni di copie. Naturale che oggi, in occasione del ventennale di un disco fondamentale per il glam rock, ‘Dr. Feelgood’ venga celebrato in grande stile, sia dal vivo che sugli scaffali dei negozi di dischi. Il 26 maggio è uscita infatti la ‘’20th Anniversary Edition’ , un’edizione comprendente alcuni estratti live già presenti su ‘Live, Entertainment Or Death’, mentre dal vivo la band ha annunciato che nel corso del Crue Fest 2 eseguirà il disco nella sua interezza. “Dr. Feelgood’ è un classico per noi – ha affermato Vince Neil – me ne sono reso conto dal primo momento in cui l’ho sentito. L’altro giorno stavo guardando la televisione e su VH1 trasmettevano una classifica dei più grandi pezzi degli ultimi 20 anni. ‘Dr. Feelgood’ era attorno alla quindicesima posizione, ed io mi sono trovato a pensare ‘Cazzo, cosa abbiamo fatto?’. Dopo di noi c’erano giusto i Led Zeppelin, gli Aerosmith e gli Ac/Dc, ma noi con quell’album abbiamo davvero scritto la storia del rock”.

CRUE FEST 2: WHITE TRASH CIRCUS
Come emerge da ‘The Dirt’, il fascino esercitato da Ozzy Osbourne su Nikki Sixx e soci è immenso, maniacale, destinato a sconfinare nell’emulazione. Non sorprende quindi che, sulla sorta dell’Ozzfest, sia nato nel 2008 il Crue Fest, un festival itinerante organizzato dai Motley Crue per i fan dei Motley Crue. Certo, le dimensioni rispetto al carrozzone del Madman sono assai ridotte, però buoni numeri sono stati fatti registrare anche da questo nuovo happening, con sold-out segnalati un po’ ovunque figli del blasone delle band coinvolte. Oltre ai Motley Crue, la prima edizione del Crue Fest comprendeva infatti anche Papa Roach, Buckcherry, Trapt e i lanciatissimi Sixx A.M, con il bassista chiamato a sdoppiarsi per compiere a pieno il suo dovere. “Abbiamo iniziato a parlare dell’Ozzfest sin dalla prima edizione dell’Ozzfest – spiega lo stesso Sixx – Da band di fottuti egocentrici, l’idea di avere un festival tutto nostro ci ha mandati da subito fuori di testa, ci è sembrata geniale e ci siamo subito attivati per crearne anche noi uno tutto nostro. Alla fine abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Abbiamo chiamato un serie di band nostre amiche delle quali eravamo principalmente dei fan, abbiamo messo su un bel carrozzone ed abbiamo iniziato a divertirci e a far divertire”. Il successo riscosso dalla prima edizione del Crue Fest ha spinto i Motley Crue ad organizzarne subito una seconda, che terrà la band occupata in patria per buona parte dell’estate. Ospiti di Sixx e soci saranno, in questo caso, Godsmack, Theory Of A Deadman, Drowning Pool e Charm City Devils. Un’ottima occasione per fare incontrare band storiche con giovani gruppi emergenti, allargando così il pubblico dei “santi losangeliani” “E’ stata una delle maggiori sorprese salire sul palco e vedere che davanti un pubblico davvero molto ‘eye-opener’ – racconta un’entusiasta Tommy Lee – Per molto tempo mi sono trovato a suonare per ragazzi bene o male miei coetanei, oggi è una sorpresa vedere uomini della mia età venire allo show con in spalla i figli di sette anni, tutti e due con le corna alzate a cantare ‘Shout At The Devil’. Guardo il pubblico e vedo ragazzi di tutte le razze e di tutta l’età, e questo è un bene per la band, perché è segno di longevità”. Tocca a Vince Neil illustrare i dettagli del nuovo festival “Il Crue Fest 2 – The White Trash Circus inizierà il 19 luglio nel New Jersey e ci porterà a suonare in ogni fottuto angolo d’America. Sappiamo di avere a che fare con fan leali che non ci hanno mai abbandonato, per questo vogliamo dare loro uno show speciale dedicando loro ogni goccia di sudore, ogni scintilla di energia che abbiamo in corpo. E anche ogni centesimo che ci passa per le mani, perché per dare sempre di più ai nostri fan non abbiamo voluto tirarci indietro neppure economicamente. Per questo la seconda edizione del Crue Fest è ancora più grande della prima, con un second stage ad affiancarsi a quello principale. Tutto quello che abbiamo lo dobbiamo ai nostri fan, e questo ce lo ricordiamo ogni giorno”.

SAINTS OF LOS ANGELES

Per potersi godere un disco in studio dei Motley Crue, almeno sino ad oggi, era necessario fare un robusto salto indietro nel tempo sino al 2000, anno di pubblicazione di quel ‘New Tattoo’ uscito in sordina, passato come una meteora e incastonato senza infamia e senza lode nella già ricca discografia della band losangeliana. Se si vuole però ascoltare un disco dei Crue nella loro formazione migliore, quella per intenderci con Tommy Lee dietro alle pelli e Vince Neil al microfono (su ‘New Tattoo’ la batteria era ad appannaggio del compianto Randy Castillo) il salto nel tempo deve farsi ancora più vigoroso, sono ad arrivare al 1997 e al controverso ‘Generation Swine’, il disco della riconciliazione, l’album che doveva rappresentare la rinascita di una delle più grandi rock’n’roll band del globo dopo il clamoroso flop dell’ “era-Corabi” e che invece si è rivelato a sua volta un tremendo fallimento, complici soluzioni sonore troppo distanti dal classico stile Crue, di una produzione eccessivamente moderna e soprattutto di un cambio generazionale (eravamo in pieno boom nu-metal) letale per numerose rock band. Ecco perché l’attesa per ‘Saints Of Los Angeles’ era andata facendosi sempre più pressante; una serie di tour di buon successo, il ritorno in auge del nome grazie a ‘The Dirt’, una voglia di sano rock’n’roll tornata prepotentemente a galla hanno reso il nuovo disco dei Motley Crue un elemento a momenti imprescindibile (forse anche più del tanto atteso ‘Chinese Democracy’), facile quindi intuire perché la sua pubblicazione avvenuta nel giugno del 2008 è stata accolta con clamore dal pubblico ( 99.000 copie vendute nella prima settimana di pubblicazione in America, con conseguente quarto posto nella prestigiosa classifica di Billboard) ed il nome dei Crue è tornato a circolare con ancor maggiore insistenza. “’Saints Of Los Angeles’ è il primo disco in studio da qualcosa come dieci anni o giù di li – ha dichiarato Tommy Lee – E’ stato estremamente eccitante inciderlo, anche perché non c’è niente di meglio che della nuova musica. Sia chiaro, amiamo tuttora suonare i vecchi hit, però siamo prima di tutto dei musicisti, ed abbiamo bisogno di materiale nuovo per rimanere in gioco e trovare nuovi stimoli per andare avanti”. Un entusiasmo che ritorna anche nelle parole di Mick Mars, il lato oscuro della band, il volto silenzioso solitamente parco in complimenti e per questo particolarmente attendibile quando si sbilancia “Ero in un periodo abbastanza noioso della mia vita – afferma il chitarrista – avevo bisogno di una bella scossa, e ‘Saints Of Los Angeles’ me l’ha data. E’ un disco del quale siamo tutti contenti, pieno di riff di chitarra marci come non ne sentivo da tempo”. Rispetto al controverso ‘Generation Swine’ ‘Saints Of Los Angeles’ fa registrare un ritorno al rock tanto caro a ‘Dr. Feelgood’, sapientemente rielaborato e modernizzato in fase di produzione da James Michael, cantante dei Sixx A.M, già in cabina di regia per i lavori di Alanis Morissette, Scorpions, Papa Roach, Meat Loaf e Saliva e sorta di alter-ego del mefistofelico Nikki Sixx, che in proposito afferma: “James Michael ha rivestito un ruolo fondamentale per la buona riuscita di questo disco, è un ottimo produttore ma prima di tutto è un grande musicista, per questo ha portato ottime idée che alla fine si sono rivelate determinanti per alcuni aspetti del disco”. Segni di apprezzamento verso il nuovo producer giungono anche da Mick Mars, uno che, come emerge da ‘The Dirt’, ha sempre avuto un rapporto parecchio contrastato con produttori e affini (celebri i suoi scontri con Scott Humphrey all’epoca di ‘Generation Swine’), tanto ardito da lanciare un parallelo tra James Michael e quel Bob Rock artefice dei più grandi successi della band losangeliana. “James Michael e Bob Rock sono due produttori per alcuni versi agli opposti – spiega Mick Mars – Rispetto a Bob, James è molto più diretto, ha un approccio più ‘giovane’ al lavoro, ti da il via e tu attacchi a suonare senza troppi fronzoli. In questo modo lascia che tu faccia il tuo lavoro senza metterti troppa pressione addosso. Spesso suonavo e lui mi diceva ‘Cazzo, potrei mettermi qui e starti a sentire suonare per ore’. Bob invece cercava sempre il pelo nel uovo, era di una pignoleria folle, però non potrei mai parlare male di lui!”.

SIXX A.M – LIFE IS BEAUTIFUL

Impossibile parlare dei Motley Crue senza citare i Sixx A.M, ancor più che i Brides Of Destrucion la band che ha riportato a galla la musica dei quattro rocker losangeliani. Nati dalla mente di Nikki Sixx per dare una giusta colonna sonora al suo ‘The Heroin Diaries’, i Sixx A.M (comprendenti, oltre al bassista dei Crue, anche Dj Ashba e James Michael) hanno visto le loro quotazioni schizzare alle stelle sull’onda del successo riscosso dal singolo ‘Life Is Beautiful’ tanto da portare il debut album ad essere certificato Platino. Non stupisce quindi che tutto questo si rifletta anche sul nuovo corso dei Crue, almeno tenendo conto del fatto che agli autori di ‘The Heroin Diaries’ sono accreditati anche numerosi brani di ‘Saints Of Los Angeles’. Insomma, una continuità qualitativa destinata a premiare… Facile quindi comprendere tanto entusiasmo da parte di Nikki Sixx, un musicista che pare davvero vivere una seconda giovinezza. “E’ stato fenomenale sentirmi dire dall’editore di Billboard che questo disco non è ‘Quadrophenia’ o ‘The Wall’, ma contiene in esso elementi comuni ad entrambi questi capolavori – spiega – E’ un po’ rock opera e un po’ album epico, è una storia completa, con il suo inizio, il suo svolgimento e la sua fine. E questo era l’obiettivo che ci eravamo posti, volevamo seguire il libro nella sua interezza, nel modo più onesto possibile, senza porre l’accento sul sesso o sulla droga ma parlando della via. E sono certo che il successo riscosso da questo disco stia anche nel fatto che è stato concepito senza alcuna pressione esterna. Nessuno si aspettava nulla da questo progetto, nessuno si aspettava di avere singoli in rotazione sulle principali radio del Paese, ed invece il successo è stato clamoroso. Quando abbiamo inciso questo disco non lo abbiamo fatto rivolgendoci ad un’audience specifica, lo abbiamo inciso per noi stessi in totale onestà. Ed è questo che ci ha premiati alla fine”. Un successo ancor più roboante se si considera il contesto nel quale è maturato “E’ stato un processo molto strano – prosegue Sixx – che in qualche modo ha stravolto totalmente i soliti schemi del music business. Solitamente una band incide un album, estrae un singolo, questo va in rotazione su radio e televisioni, e se va bene parte per un tour. E’ un po’ come una catena di montaggio con tappe ben precise, tutto è pianificato nei dettagli. Noi questi clichè li abbiamo stravolti completamente. Non abbiamo fatto altro che incidere una canzone e metterla in rete sul nostro Myspace. E’ piaciuta, la gente ha iniziato a ascoltarla, le radio hanno iniziato a trasmetterla e in men che non si dica l’abbiamo ritrovata in cima alle classifiche. E sai perché? Perché dietro non c’era nulla di pianificato, semplicemente si trattava di una grande canzone. Non c’erano i Sixx A.M prima di ‘Life Is Beautiful’, la band è nata perché la gente ha iniziato a comprare il disco e ad interessarsi alla nostra musica, so che può sembrare strano ma è proprio così”. L’attesa, ora, è per il Natale 2009 quando dovrebbe uscire il secondo album a firma Sixx A.M, “emozionante e molto ispirato” come si è affrettato a sottolineare l’istrionico bassista.

FACE DOWN IN THE DIRT
Prima della pubblicazione di ‘Saints Of Los Angeles’, dei Motley Crue si parlava più che per la musica, per le loro “inclinazioni letterarie”. ‘The Dirt’ si era rivelato un clamoroso hit editoriale, mentre ‘The Heroin Diaries’, libro ispirato al passato tossico di Nikki Sixx ed al suo periodo buio a metà degli anni Ottanta, quando il successo planetari si scontrava con una realtà fatta di solitudine, di depressione e di corsa all’ultimo buco, in attesa di venire tradotto in italiano ha spopolato in libreria negli States. Non c’è niente di programmato, però, alla base di questo clamoroso caso editoriale, solo un processo lungo ed articolato che ha portato Nikki Sixx a mettersi a nudo e a portare in piazza i suoi demoni e le sue paure. “E’ stato un processo lungo quello che ha portato alla nascita di questo libro – spiega – perchè originariamente l’idea era quella di pubblicare semplicemente i miei diari basati sulla mia vicenda umana, sulla mia risurrezione dopo anni passati nel delirio più totale, completamente alla deriva, costantemente sballato. Non importava se ero su un jet privato o in mezzo ad una strada, ero stravolto e questo era contemporaneamente il mio più grande problema e la mia esigenza più impellente. Volevo quindi condividere questa mia esperienza con altra gente in modo da poter dare un po’ di speranza a chi stava vivendo le mie medesime esperienze. Da qui tutto è incominciato. Successivamente, però, mi sono convinto che se avessi voluto dare un quadro completo della situazione, sarebbe stato necessario inserire anche opinioni di altra gente, dei miei familiari, dei miei amici e di chi mi era vicino quei giorni, in modo da offrire a lettore anche un altro punto di vista della vicenda. Perché in quel momento non ero solamente una rockstar multimilionaria che poteva fare tutto ciò che voleva, ero un uomo con gravi problemi di droga”. Chiare sono le difficoltà incontrate nell’aprirsi totalmente, nell’andare a rovistare negli angoli più bui e malsani del proprio passato per portarne alla luce tutto il marcio riuscendone comunque a uscirne puliti. “Non ho mai voluto chiudere la porta in faccia al passato, semplicemente ho voluto guardarmi alle spalle e raccontare la mia vicenda – prosegue Sixx – Non sono sfuggito ai miei demoni, né ho messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, semplicemente mi sono allontanato abbastanza per poter avere una visione nitida e globale di ciò che ho fatto e poterla così raccontare in tutta onestà. Mi rendo conto che molti ragazzi che hanno vissuto i miei stessi problemi rinnegano il passato o semplicemente hanno paura a parlare di ciò che è successo loro; per me è stato qualcosa di terapeutico, ho tirato fuori le mie paure, attraverso la verità ho affrontato il mio lato oscuro, ho parlato aprendo il mio cuore e mi sono reso conto che a mano a mano che tiravo fuori tutta questa merda anche le cose più scomode andavano via via ammorbidendosi e il brutto si faceva più leggero”.

 

FACING THE REALITY OF LIFE

Se un tempo il nome dei Motley Crue era saldamente legato a belle donne, fiumi di alcol e tonnellate di droga, negli ultimi anni grazie soprattutto a Tommy Lee è rimasto in circolazione grazie ad un insano matrimonio con il mondo dei reality show. Il tentacolare batterista si è infatti reso protagonista di svariati show non necessariamente ispirati al mondo della musica. ‘Tommy Lee Goes To College’, ovvero storia di una rockstar calata all’improvviso nella realtà di un campus universitario è certamente il più controverso tanto da aver causato per un certo periodo l’allontanamento del batterista dalla band madre, stufa di dover cancellare concerti per colpa degli impegni televisivi del suo drummer, ‘Rock Star’ è stato il più interessante, una sorta di ‘X-Factor’ al cui vincitore spettava il microfono dei Supernova, band composta da Tommy Lee, Gilby Clarke e Jason Newsted, mentre l’ultimo reality vede l’allampanato batterista nelle vesti di fervido ecologista in compagnia del rapper Ludacris “Discovery Channel ha lanciato un nuovo canale chiamato Planet Green – spiega Lee – ‘The Battleground Earth’ è uno show che ho registrato con Ludacris e che andrà in onda ad agosto. E’ un programma interessante, più vicino ad un documentario che non ad un reality show, ma soprattutto registrarlo è stata un’esperienza istruttiva per entrambi. Sino ad oggi le uniche cose verdi che io e Ludacris conoscevamo erano la ‘maria’ e i dollari, grazie a questo programma abbiamo allargato i nostri orizzonti e abbiamo capito cosa si potrebbe fare per rendere la terra un pianeta migliore. Non è nulla di inarrivabile, sono solo piccoli accorgimenti che se ognuno di noi mettesse in atto renderebbero la Terra un posto più vivibile. Pensa che nel nostro pellegrinare abbiamo visitato una green house ad Atlanta: il ragazzo che ci viveva dentro l’ha ricoperta di pannelli solari e l’ultima bolletta elettrica ricevuta era di 8.48 dollari. E’ stata una rivelazione che mi ha cambiato la vita: sono passato anche io all’energia solare, ho iniziato a riciclare, ho evitato gli sprechi e ho stravolto totalmente il mio modo di vedere le cose”. Incredibile se detto da uno che, per sua stessa ammissione, sino all’altro giorno non era capace di cambiare una lampadina. Fortunatamente crescendo si impara…

MOTLEY CRUE MOVIE COMING?

E’ dal giorno della pubblicazione di ‘The Dirt’ che voci riguardo ad un presunto film ispirato alla storia dei Motley Crue hanno iniziato a girare con insistenza. Ipotetiche date di uscita circolano da tempo sul web (ora si parla del 2011 come probabile anno di uscita del film), azzardi sui nomi coinvolti hanno iniziato a stuzzicare la fantasia dei fan in trepidante attesa (alla regia si parla di Larry Charles, già regista di ‘Borat’, ‘Masked And Anonymous’ e ‘Bruno’ mentre Val Kilmer e Christopher Walken dovrebbero rivestire rispettivamente i ruoli di David Lee Roth e Ozzy Osbourne) ma quello che è certo è che la nebbia che avvolge la realizzazione di questo atteso film è ancora tanta, e non viene diradata neppure dalle parole di Nikki Sixx: “Per ‘The Dirt’ abbiamo proposto l’idea alla Paramount e ad MTV, si tratta più che altro della storia di una band di sopravvissuti che cercano di restare vivi nel difficile mondo del rock’n’roll, ed è piaciuta ad entrambi. Hanno girato il tutto ad uno sceneggiatore che ha tirato giù una prima bozza ed ora è in attesa di essere riscritta . Intanto stano cercando un produttore e un regista prima di iniziare ufficialmente la lavorazione”. Ad oggi, quindi, l’unica cosa certa è la storia che dovrebbe trovare posto sulla pellicola, liberamente ispirata alla vicenda musicale ed umana dei quattro Crue.“Il film parla di quattro ragazzi venuti su dal nulla, cresciuti insieme e sopravvissuti a tutte le difficoltà che si sono trovati a dover affrontare – prosegue Sixx – E’ una storia storica ed isterica, è divertente ma per alcuni versi anche molto triste. Non parla unicamente di quante donne ti sei scopato o di quanti aghi ti sei sparato in vena, ma parla di come sei sopravvissuto a tutto questo”. Nel frattempo, però, un’altra ipotesi non meno stuzzicante è andata facendosi largo: la pubblicazione da parte di Nikki Sixx di ‘The Heroin Diaries’ ha portato a galla una vicenda non meno toccante ed affascinante di quella narrata in ‘The Dirt’, tanto che l’idea di un film ispirato ai diari tossici del bassista statunitense è andata rafforzandosi sempre più nel tempo “E’ un’idea che non mi dispiacerebbe, dopo tutto il telefono ha iniziato a suonare quando il libro non era neppure stato ancora pubblicato, questo perchè l’interesse attorno a questa storia era davvero altissimo – spiega Nikki Sixx – Dopo tutto la storia contenuta in questo libro è estremamente emozionante, è intensa, è toccante, e porta un messaggio positivo senza rinnegare nulla. Io sono rock’n’roll e questa è la mia vita. Non voglio essere nulla di diverso, non voglio mettermi a fare il predicatore né il poliziotto, voglio solo raccontare la mia storia, fatta di musica e di tanti piccoli, grandi drammi. Il molti l’hanno trovata interessante, magari perché hanno avuto in famiglia parenti che hanno passato quello che ho passato io, pensiamo che anche da un punto di vista visivo possa rendere al massimo, quindi non è da escludere che anche ‘The Heroin Diaries’ possa trasformarsi in un film”. Con la speranza che i tempi di gestazione siano ridotti rispetto a quelli di ‘The Dirt’…

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